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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Anniversario Strage del 2 agosto, il giorno dopo: Bologna tra polemiche e dissenso

Dopo l'intensa giornata che ha visto una sorta di "riconciliazione" tra piazza e politica, diverse le parole di dissenso da Bologna

Si era parlato di "pace fatta" tra Piazza Medaglie d'Oro e la "politica romana" per l'intervento coraggioso della Presidente della Camera Laura Boldrini. "Ci ha datto una bella svegliata" si mormorava tra il pubblico oppure "Viva le isitutuzioni se a rappresentarle ci sono persone così".

Ma la "piazza più difficile d'Italia", quella appunto del 2 agosto, porta, come tutti gli anni, 33, lo strascico di polemiche tra chi è convinto che la strage sia stata di matrice fascista ed eversiva e chi è deciso a sondare altre piste. Movente e mandanti si trasforma in poche battute in scontro politico.

Aveva cominciato ieri il consigliere regionale del Pdl Fabio Filippi definiendolo un ''anniversario fatto di insulti e anatemi'', in una nota. Il giorno prima aveva scritto che ''La strage di Bologna, questo è il mio pensiero - scrive - non fu una strage di Stato come hanno affermato diversi esponenti della sinistra estrema, in quanto nessuno elemento concreto di prova è stato finora portato a sostegno di questa tesi. Per quanto riguarda la tesi che gli autori della strage siano stati esponenti dell'estrema destra, se è vero che vi è stato in materia un pronunciamento della Cassazione del 23 novembre 1995 che la confermò, va detto che, in sede di primo appello, il 18 luglio 1990, gli imputati di estrema destra furono tutti assolti''. Quindi, prosegue Filippi nella nota, ''da ciò emerge che ogni sentenza non rappresenta una verità assoluta, ma solo processuale, ossia scaturita al termine di un dibattimento nel quale anche l'interpretazione della norma ha il suo ruolo. In ogni caso - argomenta - la mia è una valutazione politica, pienamente legittima e svolta nelle mie funzioni di Consigliere regionale dell'Emilia-Romagna''. Pertanto, attacca Filippi, ''in questo clima oscurantista, fatto di verità politiche spacciate per verità assolute, di condanne costruite sulla base della formula 'non poteva non sapere', che non fanno onore all'Italia e allo Stato di diritto, in questo clima di 'diritto relativo', c'è chi, come il presidente dell'Unione vittime stragi e deputato del Pd, Paolo Bolognesi, lancia anatemi ed insulti: a questo proposito confermo la mia tesi che l'onorevole Bolognesi è fortemente condizionato da fattori ideologici e politici che lo spingono a ricercare verità precostituite''. Inoltre, sottolinea ancora, ''per quanto riguarda poi la proposta di introdurre nel nostro ordinamento il 'reato di depistaggio', ritengo la stessa fumosa e incomprensibile''.

"Mambro e Fioravanti sono stati condannati in via definitiva, ma tutto il mondo (tranne Bolognesi e pochi altri) sa che con la strage non c'entrano" lo scrive il capogruppo PDL in consiglio comunale Michele Facci su Facebook.

"Parziale" la condanna di Mambro e Fioravanti per Paolo Bolognesi ''mancano mandanti e ispiratori politici. 'Dopo le condanne definitive del 1995 e del 2007, non vi è più stato nessun sussulto da parte della Procura di Bologna, nessun tentativo di leggere il loro disegno politico'', ha tuonato dal palco invitando chi indaga a evitare di farsi ''prendere in giro da acchiappa-fantasmi che sembrano perseguire il solo scopo del depistaggio".

"Non c'è democrazia senza verità e giustizia e la ragion di stato di questo governo deve essere la verità'', nel suo intervento a Palazzo d'Accursio l'ex sindaco di Reggio Emilia il ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio. Rivolgendosi ai familiari delle vittime nella sala del consiglio comunale, Delrio ha poi aggiunto che ''resta aperta, grande come una montagna, la domanda sui mandanti, la domanda più oscura ma, non per questo, si deve rinunciare'' a cercare la verità".

Il procuratore di Bologna Roberto Alfonso, interpellato sulle frasi critiche pronunciate dal palco ha affidato il pensiero dell'ufficio ad una breve dichiarazione diffusa dal procuratore aggiunto e portavoce della Procura, Valter Giovannini: ''La Procura - ha detto - non replica a chi rappresenta le vittime della Strage. Stiamo solo tentando di individuare i mandanti di quel fatto orribile, a ben 33 anni di distanza, seppur con straordinarie difficoltà, ma in assoluta serenità''.

"Ormai Bolognesi sa solo insultare" scrive Enzo Raisi che nel suo libro Bomba o non bomba si rifa' alla pista palestinese "Quando non sai cosa replicare ti affidi agli insulti, e io ne so qualcosa. Bisogna mantenere la calma e continuare a ricercare la verità ignorandolo per quanto possibile. Piuttosto Michele solo a Bologna uno e' deputato e presidente di una associazione che vive di finanziamento pubblico, in comune dovreste fare questa battaglia sulla incompatibilità ora che i grillini tacciono dopo aver abbozzato ad un inizio di campagna su questo tema... Mi stringo idealmente ai famigliari delle vittime della strage di Bologna nel 33esimo anniversario. Una sola promessa continuerò la mia ricerca sulla verità, statene certi: per voi, per i vs cari feriti e morti, e per amore verso la mia amata Bologna".

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