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Elezioni 2013: Berlusconi si ricandida al fianco di Federica Guidi? Lei nega

Al via il toto-vice per il nuovo Silvio Berlusconi alle elezioni 2013: emerge il nome della ex presidente dei giovani imprenditori di Confindustria. Ma dalla diretta interessata secca smentita: 'Assolutamente no'

Le politiche 2013 si avvicinano e le prime indiscrezioni sull’ennesima discesa in campo di Silvio Berlusconi parlano di una donna al suo fianco. Carfagna? Gelmini? Ravetto? Ma oltre a questi, più prevedibili, si fa anche il nome della bolognese Federica Guidi, figlia dello storico vicepresidente di Confindustria Guidalberto Guidi, ex-presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Emilia Romagna e oggi ai vertici della Ducati Energia: “Mi hanno detto che è circolato il mio nome, ma io non ne so nulla. Questo è l'unico commento che voglio fare" ha dichiarato alla stampa.

LA POLITICA NON LE INTERESSA. L'ex presidente dei giovani di Confindustria Federica Guidi ha risposto così sulla possibilità che sia lei la donna scelta per un eventuale 'ticket' con Silvio Berlusconi alle prossime elezioni. Guidi, 43 anni, dirigente dell'azienda bolognese Ducati Energia fondata dal padre Guidalberto, interpellata dal Corriere di Bologna non si sbilancia su un futuro impegno politico: "La politica è una cosa molto lontana da me, ma nella vita vale per tutti mai dire mai". Assicura di non aver sentito Berlusconi: "Assolutamente no". E chiarisce: "Al momento l'unica cosa certa è la mia azienda e mio figlio di 8 mesi".

PDL EMILIA ROMAGNA: “MAI ACCETTATE LE DIMISSIONI DI BERLUSCONI”. Anche il Consigliere Regionale dell’Emilia Romagna Fabio Filippi, del Pdl, si esprime sul ritorno di Silvio Berlusconi nella politica: “Gli elettori del Popolo della Libertà non hanno mai accettato le ragioni delle dimissioni di Berlusconi, motivate ufficialmente dal fantasma del cosiddetto ‘spread’: l’alta finanza, coadiuvata dai principali media, aveva organizzato una campagna anti-Governo. Campagna che sortì i suoi effetti. Berlusconi, pur contando su una robusta maggioranza parlamentare decise di rassegnare le proprie dimissioni, provocando però confusione tra i moderati. Questi elettori oggi hanno la necessità di recuperare quell’orgoglio, quell’entusiasmo e quella determinazione che caratterizzarono la nascita di Forza Italia: l’idea che, per anni, ha unito cattolici, socialisti, laici e liberali. La nascita del nuovo partito targato Berlusconi rappresenterà un passo in avanti verso quel processo di aggregazione delle forze moderate che ha portato la destra storica a svolgere un ruolo più incisivo e di governo”.

GOVERNO DI SINISTRA PARI A UNA CATASTROFE. “Negli italiani – prosegue Filippi -non è mai venuta meno la consapevolezza che un Governo di sinistra rappresenterebbe, in questa fase, una catastrofe, abbiamo già sperimentato il modello Ulivo, progetto che ha portato al governo Rifondazione comunista e la FIOM. La ridiscesa in campo di Berlusconi ha mandato nel pallone la sinistra, a conferma del timore che hanno verso questo leader moderato, ma, allo stesso tempo, ha ridato energia a un centrodestra che sembrava essere in crisi, anche a Reggio Emilia i dirigenti si sono detti entusiasti per la decisione di Berlusconi.

NUOVO NOME AL PDL. “Condividiamo l’idea di cambiare il nome al Pdl, un nuovo progetto legata ad un programma politico che faccia tesoro degli errori del passato e che abbia una prospettiva europea con un’Italia al pari della Francia, della Germania e della Gran Bretagna e non in secondo piano, al contrario ritorna d’attualità il passaggio alla Lira, del resto la stessa Inghilterra non ha mai abbandonato la sua Sterlina. Vogliamo passare da un partito carismatico ad un partito di massa con un’organizzazione capillare ed un forte radicamento sociale. Dovrà quindi modificarsi il processo politico decisionale interno, in senso partecipativo, sarà la base a decidere, a indirizzare le decisione dei vertici e non viceversa. In politica non si vince soltanto organizzando delle buone campagne elettorali a scadenza periodica, ma anche attraverso l’azione politica quotidiana e sistematica e l’offerta, alle categorie sociali ed ai singoli cittadini, di soluzioni e modelli di riferimento alternativi nel campo economico, sociale e culturale. E poi, come giustamente afferma Berlusconi, senza una forte riforma istituzionale non si riuscirà ad assicurare maggiore governabilità e stabilità politica all’Italia. Chiediamo una Repubblica presidenziale: un sistema politico nel quale il Presidente della Repubblica, con funzioni di Governo, e i parlamentari vengano scelti direttamente dal popolo”.
 

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