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Abolizione delle Province, Draghetti: "Non mettiamo la Costituzione in un cassetto"

Con il ddl di Del Rio sulle Province arrivano le reazioni: M5S e Forza Italia non ci stanno, mentre il presidente dell'ente bolognese teme l'incostituzionalità

Alla Camera il primo passo verso l'abolizione delle province è stato fatto.  Non hanno partecipato al voto in segno di protesta la Lega Nord, Forza Italia e il Movimento 5 Stelle. Il disegno di legge Delrio su “città metropolitane, province, unioni e fusioni di comuni” vuole trasformare  i consigli provinciali in assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito; istituire 9 città metropolitane e una disciplina della fusione dei comuni.  Il via libera dell'assemblea di Montecitorio che, ha approvato il disegno di legge sulle Province e le città metropolitane non strappa però il plauso del presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti che invita a "non mettere la Costituzione in un cassetto" perché, anche a fronte di una espressione popolare che non pare disdegnare l'abolizione delle Province, "dal Governo e dal parlamento devono uscire esclusivamente provvedimenti costituzionali".

Pur riservandosi di "analizzare e valutare" anche in un secondo momento, tutta la normativa "che ha diversi aspetti", osserva il presidente provinciale felsineo, esponente del Pd, "io non so su quale base, a Costituzione vigente, a riforme costituzionali ancora mancanti, si possano eliminare i consigli provinciali e sostituirli con una assemblea dei sindaci. In base a che cosa? - aggiunge Draghetti -: io mi attendo, dal Governo e dal Parlamento, in ogni fase, in ogni passaggio e non in attesa di quello che sarà eventualmente, sempre dei provvedimenti costituzionali".

D'altronde, puntualizza la guida della Provincia di Bologna, si potrebbe guardare al recente passato, "al provvedimento del Governo Monti, a quello che prevedeva l'accorpamento delle Province". In quel caso, argomenta ancora Draghetti, "in attesa della riforma e dell'approvazione" dell'intero quadro "il provvedimento portò al commissariamento delle Province: attualmente sono 23 quelle commissariate eppure è intervenuta la Corte Costituzionale, il luglio scorso, che ha definito incostituzionale il provvedimento di Monti".

LE PROVINCE SPARIRANNO? Quanto a una presunta volontà popolare di andare verso una rapida cancellazione delle Province, aggiunge il presidente bolognese, "possiamo mettere nel cassetto la Costituzione? C'è un messaggio solo che voglio dare: dal Governo e dal Parlamento devono uscire esclusivamente provvedimenti costituzionali. Che le norme, che i provvedimenti che si prendano siano coerenti con la Costituzione vigente - ribadisce - è fondamentale. Poi, se si vuole cambiare la Costituzione, si cambia e dopo si lavora in coerenza". Ad ogni modo, chiosa, "credo che la garanzia del popolo sia che chiunque rispetti la Costituzione". Le nuove norme passate alla Camera e che ora attendono il vaglio del Senato, prevedono la trasformazione dei consigli provinciali in assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito; l'istituzione di nove città metropolitane e la disciplina della fusione dei comuni.

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