rotate-mobile
Politica

Emergenza casa, al via l’Assemblea pubblica. E Lepore risponde a Valditara: “È disinformato”

Il ministro ha accusato i comuni a guida centro-sinistra di essere causa dell’emergenza abitativa studentesca

Continua a rimanere caldo il tema legato all’emergenza abitativa che sta investendo Bologna. Tra caro affitti, mancanza di posti letto per universitari e carenza di appartamenti, quello della casa è diventato un tema sempre più centrale nel dibattito politico della città. Per fronteggiare il problema, dopo il Piano per l’abitare da oltre 200 milioni di euro il Comune di Bologna ha convocato un’Assemblea pubblica sulla casa che vedrà coinvolte ben 56 soggetti collettivi: “L’Assemblea è uno strumento previsto dal neocostituito Osservatorio sul sistema abitativo bolognese - ha detto la vicesindaca Emily Clancy -. L’Osservatorio è stato una richiesta arrivata dai movimenti, dai collettivi, dalle associazioni e dai sindacati di proprietari e inquilini per costituire un luogo in cui analizzare il fenomeno dell’emergenza abitativa. Così lo abbiamo costituito insieme a tutti gli attori che si occupano del fenomeno, ovvero Città Metropolitana, Regione, Fondazione Innovazione Urbana, Università di Bologna e Acer. Oltre al Piano per l’abitare, di cui abbiamo mostrato le linee di intervento, andiamo a discutere con i soggetti che in città si occupano di casa”. Come detto, saranno 56 le realtà coinvolte: un numero non indifferente, tanto che le assemblee, alla fine, saranno tre: il 10 maggio, il 15 e il 23, sempre dalle 17 alle 20 e sempre a Palazzo D’Accursio.

“Raccoglieremo input e suggerimenti – continua Clancy – come ad esempio sulla costruzione dell’agenzia sociale per l’affitto. Anche nel Piano per l’abitare stiamo fortemente aumentando l’offerta pensata per quella fascia grigia che oggi è molto in difficoltà e che è aumentata negli ultimi anni, di chi non riesce ad accedere ad una casa popolare ma che non riesce neanche a sostenere un affitto nel libero mercato”.

Case e studenti

Il problema della casa riguarda molto anche gli studenti. Una delle idee rilanciate del sindaco Lepore è quella di mettere a disposizione degli studenti le caserme ormai in disuso: “Si, è una delle nostre idee – continua Clancy –. Con altri dieci assessori e assessore all’abitare di tutta Italia abbiamo fatto cinque proposte al Governo per dare risposte strutturali al problema della casa e una di queste era proprio quella di assegnare ai Comune delle aree statali o parastatali dismesse per essere riconvertite in alloggi per studenti e studentesse, magari anche con finanziamenti strutturali. Al momento, però, non abbiamo ricevuto risposta, ma c’è un’interlocuzione aperta con la ministra Bernini”.

Sul tema casa per gli studenti è intervenuto anche il sindaco Matteo Lepore, rispondendo ad una dichiarazione del ministro Giuseppe Valditara. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, nella mattinata, aveva detto a Sky che “il problema del caro affitti è grave ma tocca le città governate dal centrosinistra. Nelle città dove ci sono gli accampamenti degli studenti non sono state attivate dalle giunte comunali politiche a favore dei giovani e degli studenti per offrire loro un panorama abitativo decoroso” ha detto il ministro in riferimento al fenomeno degli accampamenti di tende sorti fuori i rettorati di numerosi atenei, tra cui Bologna. 

Studenti accampati davanti al Rettorato di via Zamboni 33

“Credo che Valditara, per essere ministro del Merito, sia abbastanza disinformato – ha detto Lepore a margine della conferenza stampa sull’emergenza maltempo –. Dovrebbe sapere infatti che il diritto allo studio è una prerogativa del governo e delle Regioni. Come Comune abbiamo messo in campo un piano straordinario per il diritto all'abitare di 200 milioni di euro, ma questo non esonera il governo a fare la propria parte. Servono risorse non per gli studentati che sono finanziati dai grandi fondi speculativi internazionali che ovviamente speculano sulla pelle degli studenti, ma per sostenere il diritto degli studenti del nostro Paese a poter restare nelle nostre università pubbliche e nelle nostre città. Bologna accoglie 40mila studenti: non può risolvere il problema del diritto allo studio a livello nazionale. Occorre sia il Governo a farlo: si assumano la loro responsabilità e Valditara si metta a lavorare”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Emergenza casa, al via l’Assemblea pubblica. E Lepore risponde a Valditara: “È disinformato”

BolognaToday è in caricamento