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Caminetti e stufe vietate, Bignami-Evangelisti: "Limitazioni assurde, servono correttivi urgenti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

“Caminetti e stufe a pellet o a legna vietate se di categoria inferiore alle 2 stelle per l’anno 2018 e alle 3 stelle a partire dal 2019 per tutti i Comuni ubicati al di sotto dei 300 metri di altitudine: una limitazione illogica e priva di buon senso, che metterà in difficoltà tantissime famiglie e che arriva all’improvviso, calata dall’alto e senza alcun confronto”. Vanno all’attacco il deputato di Forza Italia, Galeazzo Bignami e la consigliera metropolitana di Uniti per l’Alternativa Marta Evangelisti sulle misure introdotte dal Piano Aria Integrato Regionale 2020. “Misure che costringeranno le famiglie ad adeguarsi anche a fronte di una spesa di diverse migliaia di euro senza che sia data loro nemmeno la possibilità di avere una finestra temporale per l’adeguamento. La Regione allora dica chiaramente come intenda aiutare le famiglie ad adeguarsi e con quali incentivi. Una scelta che incide pesantemente sul bilancio delle famiglie, in zone anche rurali dove caminetti e stufe sono parte integrante delle abitazioni: una limitazione davvero eccessiva”. “L’informativa tra l’altro ci sembra piuttosto tardiva – proseguono – e il tempo per un confronto preventivo sarà inevitabilmente limitatissimo, visto che l’obbligo scatta a partire dal primo ottobre 2018 e durerà fino al 31 marzo di ogni anno. I cittadini sono stati informati su come adeguarsi, su quanto costerà, su quali sono i canali per gli incentivi, a cosa si va incontro se non ci si adegua? Per non parlare dell’ulteriore incombenza a carico dei Comuni che dovranno individuare le zone ‘sotto quota’, con la conseguenza che, all’interno dello stesso Comune, si creeranno delle disparità di trattamento tra cittadini. Nei prossimi giorni elaboreremo delle proposte di correttivi e solleciteremo Regione e Città metropolitana affinché intervengano ognuna per le proprie competenze al fine di risolvere queste evidenti criticità. Certamente chiederemo che l’obbligo sia completamente ripensato e applicato solo agli impianti di nuova installazione”.

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