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Politica Navile / Via Erbosa

Micro-aree ai sinti che non pagano, il leghista Bosco: 'Per i bolognesi la musica è un'altra'

Ammonterebbero a 480.000 euro le bollette non pagate in 5 anni dai sinti di via Erbosa che potranno accedere alle nuove micro-aree introdotte dal Comune: 'Un'amministrazione che si dà delle regole senza applicarle non può essere presa sul serio'

'Anche non pagando i 480.000 euro di bollette accumulate in cinque anni, i sinti di via Erbosa potranno accedere alle nuove micro-aree introdotte dal Comune di Bologna', così il consigliere comunale della lega Nord Umberto Bosco che il 22 luglio ha depositato una domanda d’attualità alla Giunta: "A fronte delle morosità accumulate dagli ospiti dell’area sosta temporanea di Via Erbosa e al fatto che detti ospiti saranno presto trasferiti presso le nuove microaree di Via Selva di Pescarola, Via Shakespear e via del Gomito" chiedeva se fosse intenzione della Giunta "pretendere il pagamento di quanto dovuto dai sinti prima di consegnare le nuove strutture". 

Il campo è nato nel '91 per ospitare provvisoriamente i parenti di Rodolfo Bellinati e Patrizia Della Santina, uccisi a dicembre del 1990 in via Gobetti dalla banda della Uno bianca, ma nel giro di un anno le famiglie che vivono all'interno dell'area saranno accompagnate a scegliere una soluzione abitativa alternativa in tre microaree, sempre al Navile, che saranno realizzate integralmente dal Comune di Bologna e assegnate in locazione. 

La risposta è arrivata il 16 agosto (alla faccia dell’attualità) "Causa le interminabili ferie dell’Assessore Rizzo Nervo (al welfare - ndr) ha deliberatamente omesso di rispondere ad alcuni dei quesiti posti limitandosi a precisare che la nuova legge regionale non prevede esclusioni all’ingresso in microaree rivolte a Cittadini Sinti con morosità contratte precedentemente” scrive Bosco in una nota che ribadisce come "il vigente regolamento per l’accesso alle aree sosta (art.8, comma 5) prevede, in caso di morosità superiori a 4 mesi, prima l’interruzione dell’allacciamento e successivamente l’allontanamento dei nuclei morosi" e aggiunge "provvedimenti evidentemente mai assunti. Un’amministrazione che si dà delle regole senza poi applicarle non può certo essere presa sul serio; lo hanno capito bene numerosi sinti di Via Erbosa che da anni fruiscono delle utenze senza versare un centesimo. Non pago, il comune di Bologna a breve li ricompenserà concedendo loro le tre nuove microaree le quali, stando alla mancata risposta di Rizzo Nervo, non prevedono alcun deterrente utile a evitare che le morosità continuino ad accumularsi all’infinito con buona pace dei bolognesi in difficoltà ai quale le utenze invece vengono staccate". 

Per il consigliere del Carroccio che della chiusura dei campi rom ha fatto il suo campo di battaglia "i bolognesi che non hanno la fortuna di essere rom o sinti la musica è un’altra: sia per gli alloggi ERP sia per quelli a canone calmierato, l’assegnazione è subordinata al pagamento delle morosità accumulate". 

A Bosco non va giù la "logica secondo la quale un campo con 21 nuclei familiari (57 persone) collocato nella prima periferia di Bologna rappresenti un fattore stigmatizzante e di isolamento sociale mentre gli stessi nuclei collocati in tre distinti campi ancora più isolati e periferici siano fattore di integrazione sociale. In attesa di altri specchi sui quali arrampicarsi, alla Giunta di Bologna non resta che giocare la carta del giustificazionismo con il quale si difende a spada tratta il parassitismo generato dall’assistenzialismo e dall’impunità indiscriminati, spostando l’indice dai furbetti ad una non ben definita società che emargina”.

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