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Cannabis. Santori: "In Comune udienza conoscitiva con esperti"

Le polemiche non fermano il percorso lanciato dai consiglieri di maggioranza

Le polemiche degli ultimi giorni non fermano Mattia Santori e gli altri consiglieri comunali di maggioranza che hanno lanciato la campagna "Cannabis talk" e promosso, ieri, la presentazione del libro "Mamma mi faccio le canne".

Il percorso va avanti e anzi, conferma Santori, la prossima settimana sbarcherà in Consiglio comunale: infatti "ci sarà un'udienza conoscitiva pubblica sul tema sanitario, con numerosi esperti".

Santori lo scrive pubblicando su Facebook una risposta alle critiche della tossicologa Elia Del Borrello, riportate su 'Il Resto del Carlino' di oggi. "In Italia ogni anno ci sono 17.000 morti per cause legate al consumo di alcol, 93.000 legate al tabacco, zero legate al consumo di cannabis (dati Is)", scrive Santori. E se Del Borrello avesse seguito l'iniziativa di ieri, "avrebbe scoperto che non abbiamo banalizzato, anzi. Il consumo problematico e la riduzione del danno - continua il consigliere comunale - sono alla base di qualsiasi proposta antiproibizionista, che al contrario di quello che pensa lei (Del Borrello, ndr) non significa 'liberi tutti' ma significa 'venite allo scoperto, informatevi, parliamo'".

Alla tossicologa, poi, Santori manda a dire: "Prima di giudicare si informi, e prima di informare si documenti. Il percorso di consapevolezza che abbiamo lanciato è fatto apposta per le persone come lei, che pensano di sapere tutto ma sono rimaste ferme agli anni '90, come peraltro l'attuale normativa in vigore". Infine, in vista della commissione in Comune, a Del Borrello "manderò personalmente l'invito. In alternativa sarà mia premura inviarle il libro di Antonella Soldo", ovvero la "Guida alla cannabis per genitori e figli" presentata ieri in Montagnola.

Anche Simona Larghetti (Coalizione civica) tiene il punto replicando, in particolare, alle dichiarazioni di Matteo Di Benedetto (Lega). "L'Organizzazione mondiale della sanità, che forse conta qualcosina di più dell'imbarazzante opinionismo di qualcuno - scrive Larghetti, anche lei su Facebook - nel 2019 si è espressa raccomandando di rimuovere la cannabis dalla tabella IV della Convenzione del 1961, dove era elencata insieme a sostanze come eroina e cocaina, riconoscendone la bassa dannosità e l'alto valore terapeutico, così come quella di altre sostanze che pure sono legali e in alcuni casi monopolio di Stato".

Di fronte ad una "totale mancanza di informazione scientifica corretta e al trionfo del moralismo, che altro non fa che produrre disastri - continua Larghetti - riteniamo che chi fa politica debba porsi in modo responsabile e concreto di fronte al fenomeno. Non promuoviamo l'uso di cannabis, stiamo solo cercando di promuovere un dibattito informato sugli effetti del proibizionismo. Ma forse, per chi è abituato a baciare il crocefisso in modo equivoco e blasfemo per fare campagna elettorale, farsi qualche domanda è strano e non c'è differenza tra dialettica e tifo da stadio".

Da Bologna ci piace, invece, piovono ancora critiche su Santori e colleghi. "È così che ci si occupa delle politiche giovanili della nostra città?", affermano i consiglieri comunali Gian Marco De Biase e Samuela Quercioli, auspicando che almeno in commissione "vengano invitate anche le comunità di recupero per tossicodipendenti che ogni giorno rivolgono il loro impegno quotidiano non solo a chi è già caduto nel dramma della droga, ma anche a migliaia di ragazzi perché in futuro non si trovino ad affrontare o stesso problema". (Dire)

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