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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

L'apporto del buon politico nella società, secondo il cardinal Caffarra

Il suo operato deve prendere le mosse da "dignità di ogni persona; principio del bene comune; sussidiarietà; solidarietà". Per il Pdl: 'Discorso laico e degno. Abbiamo bisogno di un nuovo modello di ente locale'

"Dignità assoluta di ogni persona umana; il principio del bene comune; della sussidiarietà; della solidarietà". Sono questi per l'arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, gli "assiomi di mediazione" su cui basare l'"apporto del politico" nella società. Così il cardinale è intervenuto sulla 'Questione educativa come questione politica' a Barzanò, tracciando i confini dell'operato dei politici, che - puntualizza - non deve essere nè di più "rischierebbe lo stato etico; nè di meno: rinunciando al cambiamento della matrice antropologica, curerebbe la malattia mortale di cui soffrono le società occidentali, pensando di curare i sintomi o con interventi palliativi".

Ricorrendo ad un esempio, l'arcivescovo bolognese tocca il tasto "della distribuzione della ricchezza. Ci sono persone che godono delle cosiddette pensioni d'oro - argomenta Caffarra -; ci sono persone anziane al limite della miseria con la pensione che percepiscono. Di fronte a questa situazione uno può dire: chi ha di più è perché ha meritato di più. La visione della persona invece - ammonisce il cardinale felsineo - afferma non solo il principio incontrovertibile della contribuzione personale ma anche quello della solidarietà".

Le parole del cardinale sono state accolte come spunto di riflessione dal Pdl cittadino: "Caffarra - riporta l'on. Fabio Garagnani, vicecoordinatore regionale del Pdl - affronta in modo laico e degno di estrema attenzione le modalità dell'azione politica di un cristiano ed anche di ogni persona interessata al bene comune... delinea un tipo di società al quale i politici debbono guardare."

"Senza volere strumentalizzare il messaggio dell'Arcivescovo, - aggiunge Garagnani - destinato a tutta la collettività ed ai politici, ritengo che a livello bolognese e regionale possa costituire un utile stimolo anche per il Pdl bolognese, che essendo parte del Ppe non può non trovarsi in sintonia con quanto affermato dal prelato". "Si tratta - per l'onorevole pidiellino - di costruire un nuovo modello di ente locale che parta dal riconoscimento del ruolo della persona che preesiste allo stato ed alle sue emanazioni periferiche, riconoscendo ad esempio la libertà educativa ed assistenziale, favorendo le aggregazioni intermedie ed affidando al settore pubblico un ruolo di coordinamento e controllo non di gestione diretta. Su questi temi che riguardano ad esempio anche la 'crisi del comune di Bologna', aggravato da notevoli difficoltà economiche frutto anche di scelte sbagliate perché condizionate da un'ottica statalista non più attuale, occorre avviare un serio dibattito a livello locale, e nella netta distinzione dei ruoli ritengo che il Pdl possa fare la sua parte".

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