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Affaire Cassero e sfiducia a Ronchi: Merola blinda l'assessore

Il sindaco non si priverà del suo assessore alla Cultura. Fiducia confermata dunque per Ronchi, nonostante scontri e attriti col Pd e la mozione di sfiducia in Consiglio comunale da parte di FI

Il sindaco di Bologna Virginio Merola non si priverà del suo assessore alla Cultura. Fiducia confermata dunque per Alberto Ronchi, nonostante scontri e attriti col Pd e nonostante la mozione di sfiducia in Consiglio comunale da parte di Forza Italia. Casus belli l’atteggiamento dell’assessore sull’affaire Cassero.
"È irricevibile", sentenzia Merola, in tarda mattinata a margine dell'inaugurazione dell'anno di studi della Bottega finzioni. Una risposta che vale sia per l'opposizione sia per il Pd che mal digerisce l'assessore alla Cultura di Palazzo dAccursio. E a proposito dei malumori dem su Ronchi, il sindaco assicura: "Ci vedremo con Francesco Critelli (segretario provinciale del partito, ndr) e chiariremo tutte le incomprensioni".

FI RIPIEGA SU ODG: MEROLA ESIGA RISPETTO DELLE REGOLE. La discussione sulla "sfiducia" nei confronti dell'assessore alla Cultura si farà prossimamente in commissione perchè la maggioranza, nel Consiglio comunale di oggi, non ha accolto la richiesta di urgenza associata all'ordine del giorno presentato da Michele Facci (Fi). Si tratta di un semplice odg, infatti, perchè la promozione di una vera e propria "mozione di sfiducia" tecnicamente non è possibile.
"In Giunta su alcune questioni abbiamo un problema di legalità", dichiara Facci illustrando in aula il documento. Il Comune ha "uno Statuto molto chiaro, che per quanto riguarda il rapporto con le associazioni- sottolinea il capogruppo berlusconiano- indica esattamente come ci si deve comportare".

Così, se Ronchi ritiene che a realtà come Atlantide o Lazzaretto si possa concedere uno spazio "con trattativa diretta", vuol dire che l'assessore "viola le norme". Eppure, "credo che qui dentro nessuno voglia occupazioni illegali e assessori che violano le norme", ribadisce Facci. Da qui la presentazione di un ordine del giorno che chiede al sindaco di pretendere "la pedissequa osservanza dei precetti normativi e regolamentari" in materia di sedi e contributi per le associazioni, adottando "i necessari provvedimenti, anche di natura politica" nei casi in cui questo non avvenga. Eventuali dimissioni di Ronchi, dunque, non vengono esplicitamente tirate in ballo.
Per legge, spiega Facci a tal proposito, formalmente non si possono chiedere le dimissioni di un singolo assessore, ma solo del sindaco e della Giunta. In questo caso, poi, servirebbe la firma dei due quinti dei componenti del Consiglio: requisito "impossibile" da ottenere, aggiunge il capogruppo, perchè questo numero è superiore a quello dei consiglieri di minoranza.

Accoglierebbe con favore un ''siluramento'' di Ronchi, intanto, il consiglio direttivo dell’associazione Via Petroni e dintorni, che lega l'affaire Cassero allo scontro che si consumò nel 2012 con lo stesso assessore. In merito alla deroga che il Comune aveva concesso alle manifestazioni estive in piazza Verdi, Ronchi si riferì ai rappresentanti dell'associazione affermando che "la città si deve liberare di questi tromboni che continuano ad appestare l'aria di questa città", ricorda una nota diffusa oggi dal comitato. Ronchi disse che quella "non era un insulto ma una critica politica", aggiunge l'associazione, sottolineando come l''ssessore abbia dichiarato la stessa cosa di fronte alle accuse lanciate dal Cassero nei confronti della consigliera comunale Raffaella Santi Casali (Pd).
"Fa parte quindi dello stile di questo assessore giustificare i più cocenti insulti come critica politica", rilevano da via Petroni: "Le vicende urbane dal 2012 ad oggi, gli atteggiamenti dell'assessore, il suo modo di interpretare la cultura di questa città e le sue ''critiche politiche'' lasciano sperare che finalmente si capisca di chi questa città si deve veramente liberare", è la conclusione della nota.
Attacca la Giunta, infine, anche la consigliera Francesca Scarano (Lega nord) che tiene insieme diverse vicende, dal Cassero al cantierone: si manifestano "chiari segnali di debolezza", tanto che su alcune cose la situazione "è scappata di mano" all'amministrazione.

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