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Il neo-senatore Claudio Broglia: "Non sono diversamente abile rispetto ai grillini"

Lo sfogo del sindaco di Crevalcore e neo-senatore Pd Claudio Broglia: "Non capisco perché i loro voti valgono di più, confrontarsi non è sporcarsi"

Nella seconda giornata di consultazioni e forse mentre il Segretario del suo partito era ancora dal Presidente della Repubblica per tentare di formare un governo Pd, che rimane il partito più votato alle elzioni di febbraio, seppur di misura, il sindaco di Crevalcore e senatore neo-eletto Cladio Broglia affida alla rete il suo sfogo: "Comincio francamente a non poterne più di essere considerato diversamente abile rispetto ai grillini. Questi vengono, vanno, si fanno i fatti loro, salgono sul pulpito dicono fesserie e tutta la stampa i media gli vanno dietro", riferendosi evidentemente alla rincorsa alla dichiarazione da parte dei cronisti e il reriterato niet del Movimento -  "Dice la Lombardi che loro devono rispettare i loro voti, quindi o un governo cinque stelle o niente. Non capisco perché i loro voti valgono di più rispetto al centrosinistra, al centrodestra e a scelta civica. C'è un quoziente che mi sfugge? Dice Crimi, dopo aver deriso Napolitano, che bisogna prendere atto che la maggioranza degli italiani non vuole più i vecchi partiti, ma ha votato 5 Stelle. Anche qui mi sfugge un quoziente".

I NUMERI. "Il 25% degli italiani non ha votato" continua Broglia  "del 75% che ha votato, un quinto scarso ha votato 5 Stelle (18,75% degli aventi diritto), un quarto scarso ha votato centrosinistra (22,40% degli aventi diritto), un quarto scarso ha votato centrodestra (22,10% degli aventi diritto), meno di uno su dodici ha votato scelta civica (7,5% degli aventi diritto). Questi sono i numeri, quelli veri. Ora con tutto il rispetto per tutti, ma con buona pace di tutti, non è vero che il Movimento 5 Stelle ha il voto della maggioranza degli italiani, non è vero che è il primo partito, ma soprattutto, c'è una parolina che si chiama democrazia, con la quale tutti dovremmo farci i conti, e cioè, rispettare il voto di ciascuno, lottare per vedere riconosciuti i diritti di tutti, e soprattutto capire, che discutere con chi la pensa diversamente da noi è un dovere irrinunciabile perché non ci può essere solo o Roma o morte, perché quello era un regime dittatoriale.

CONFRONTO. "Se discutere tra forze politiche di come trovare punti convergenti sui quali fondare un governo viene vissuto come un inciucio, se qualcuno pensa che confrontarsi sia sporcarsi, se pensiamo che ci possano essere dei depositari di tutte le verità, vuol dire che siamo davvero dentro ad una crisi gravissima del sistema democratico e costituzionale. Quando ci sveglieremo da questa ubriacatura collettiva che ci dipinge come infetti solo perché eletti con altre forze politiche, che non entra più nel merito, nei meriti, nelle qualità delle persone, ma che dice tutti a casa, tutti uguali, tutti corrotti, tutti ladri, quando ci sveglieremo, speriamo solo che non sia troppo tardi, speriamo solo che in troppi non ci si trovi a dire non avevo capito. Don Ciotti diceva " bisogna sempre dire ciò che si pensa, bisogna alzare la voce e sostenere le buone ragioni, le proprie ragioni, per non dover mai dire un giorno. Sapevo ma non ho parlato, conoscevo ma non ho detto" . E bisogna farlo anche e soprattutto si rischia di essere impopolari, ma siamo qui anche per questo. Qui non si tratta di parlare alla pancia, non si tratta di parlare alla testa, qui si tratta di rinsavire un po', prima che sia troppo tardi" E un accenno alla famosa canzone di Giorgio Gaber :"La libertà non è uno spazio libero non è neanche un gesto un'invenzione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione." E partecipazione vuol dire confronto e rispetto reciproco, quello che oggi non c'è .

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