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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Alluvione, tensione in aula: strappo meloniani. E resta braccio di ferro sul commissario

Bonaccini difende l'operato della Regione, FdI esce dall'aula nel momento del voto. Centrodestra e centrosinsitra spaccati sul nome di Bonaccini come papabile commissario

"Abbiamo ricostruito insieme l'Emilia, ricostruiremo insieme anche la Romagna", così il governatore Stefano Bonaccini intervenendo nel dibattito tenutosi in Assemblea legislativa sull'alluvione. Ma i primi interventi, in particolare su fronti delicati come frane e corsi dei fiumi, deve essere necessariamente fatti entro l'autunno. "Altrimenti un evento ordinario basterà a metterci nei guai", avverte il governatore. Di qui la necessità di mettere mano subito alla ricostruzione con la nomina di un commissario. "Non mi interessa il nome e cognome, ma tutto questo può essere fatto a Roma?", si chiede Bonaccini, che non vede alternative: "Indipendentemente da chi farà il commissario", cittadini e imprese "o hanno il 100% di cio' che hanno perso o molti non riapriranno la loro attività. Quei fondi devono arrivare nelle loro casse altrimenti non ce la faranno più" . Serve dunque "una risposta la più efficace e immediata possibile. Dobbiamo occuparci della Romagna non degli equilibri politici", sollecita ancora il governatore Pd. Del resto "so bene cosa vuol dire essere commissario, l'ho fatto per nove anni per il terremoto. Ne farei volentieri a meno".

Bonaccini difende operato Regione

Dal canto suo Bonaccini difende l'operato della Regione dalle critiche e le accuse del centrodestra per l'emergenza alluvione. E lancia un "allarme": "Se anche chi mediamente fa meglio di altri va sotto- dice Bonaccini durante il dibattito in Assemblea legislativa sull'alluvione- vuol dire che in questo paese abbiamo un enorme problema. Lo ha detto anche Musumeci: il problema non è se capiterà, ma quando capiterà, in ogni parte d'Italia". Se questo "è il mondo che ci aspetta servono finanziamenti che vanno ben oltre la semplice manutenzione", aggiunge poi Bonaccini. Un evento come quello dei giorni scorsi, per quanto eccezionale, "nessuno lo può definire irripetibile", scandisce il governatore. Di sicuro "non ci basta la manutenzione dell'esistente, è il paese intero che deve ripensarci nella capacità di resistere a questi eventi". Del resto, ricorda il numero uno della Regione, "ci hanno accusati contemporaneamente di essere troppo green e troppo cementificatori in questa regione".

Strappo in aula, meloniani non votano risoluzioni alluvione

Strappo di Fratelli d'Italia durante il confronto sull'alluvione in Emilia-Romagna. Visto l'andamento del dibattito e le risoluzioni presentate dal centrosinistra (con molti impegni richiesti al Governo), il partito di Giorgia Meloni ha scelto di non partecipare il voto e lasciare l'aula. Per la capogruppo Fdi Marta Evangelisti c'è la "chiara volontà di rompere la collaborazione". "Morti e distruzione, ma per il centrosinistra è tutta colpa di qualcun altro e soprattutto si fanno già i processi alle intenzioni del Governo Meloni", sostiene Gian Carlo Tagliaferri, altro consigliere Fdi. "Dal presidente Bonaccini nel suo intervento in Aula- aggiunge Tagliaferri dopo la replica del governatore- ci saremmo aspettati un po' di autocritica e non una lezione su come si governa. Il centrodestra è al servizio degli emiliano-romagnoli, il Governo  ha già fatto molto. Ma serve chiarezza, poi verrà anche l'ora di individuare i responsabili di quello che è successo. Umiltà e dialogo, noi la nostra parte l'abbiamo fatta e la faremo, ora vediamo se Bonaccini è pronto al confronto", e' la sfida lanciata da Fdi.  

Spaccatura sulla nomina del commissario per l'alluvione

Tensioni anche sulla eventuale nomina di un commissario per l'alluvione. In atto un vero e proprio braccio di ferro sul nome tra i fronti politici. Dal centrosinistra il candidato giusto sarebbe il Governatore, come ha sottolineato anche la vicepresidente dell'Emilia Romagna Irene Priolo. 

Non la pensa così il centrodestra. La Lega   continua a prendere di mira la candidatura di  Bonaccini . Il governatore dem, assicura il deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, "sta bussando a tutte le porte possibili per strappare al Governo l'ok alla sua nomina a commissario per l'emergenza dopo il disastro che ha colpito la Romagna. Capisco le sue ragioni: deve recuperare una credibilità ormai in caduta libera e, forse, pensa di mettere una toppa sugli errori e sui ritardi di questi anni sul fronte del dissesto idrogeologico senza che qualcun altro ci metta il naso". Ma le motivazioni di Bonaccini "non bastano certo per considerarlo l'uomo giusto al posto giusto, come afferma qualcuno che forse non conosce a fondo la situazione". Morrone chiede invece la nomina di un "commissario terzo, di alto profilo, estraneo alla politica e all'amministrazione regionale che ha consentito che si aggravasse il dissesto idrogeologico del territorio regionale già in atto da anni". Tensioni che si sono riverberate anche sul dibattito in Assemblea legislativa, dove la Lega, a contrario di Fratelli d'Italia, è comunque rimasta in aula e partecipato al voto sulle risoluzioni scaturite dal confronto sull'alluvione. Ma il voto ha confermato un muro contro muro quasi totale tra maggioranza e opposizione sugli impegni chiesti al Governo e la nomina del commissario.

Sul nodo commissario interviene anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, a margine della conferenza stampa sul Ponte sullo Stretto: "Il nuovo commissario per l'alluvione? Spero arrivi il prima possibile. Lo deve nominare Chigi. C'è la nostra disponibilità a fare bene e in fretta. Non abbiamo veti, pregiudizi o antipatie nei confronti di nessuno. Siamo a disposizione di tutti, prima si sceglie e meglio è".  

Nel dibattito interviene anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: "Se i poteri commissariali devono andare a qualcuno- ribadisce Toti- devono andare anche a chi ha un mandato popolare per poterli esercitare con piena legittimità. Mettere una sorta di contropotere commissariale non aiuta né l'efficienza né il principio democratico dello strumento commissariale stesso. Mi auguro che il governo, al netto di qualche considerazione sempre legittima, vada in questa direzione". 

 "Spero prevalgano gli interessi della comunità non di questo o quel partito" nella scelta del commissario per gestire la ricostruzione dei territori alluvionati in Emilia-Romagna. In altre parole, non incaricando per il ruolo il presidente della Regione,  si rischia di mandare un messaggio che per i cittadini sarebbe non del tutto comprensibile. E' il monito che manda Davide Baruffi, parlamentare e componente della segreteria dem con delega agli enti locali, sulla questione commissario per l'Emilia-Romagna alluvionata. Tema su cui il collega Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura all Camera, si rivolge direttamente al ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida: "Sappiamo che su questo c'è una differenza anche all'interno della maggioranza, sappiamo che la presidente Meloni e lei avete un'idea diversa dagli altri e ci auguriamo che si possano superare queste differenze, nell'interesse di un territorio che ha bisogno di risposte importanti".

Commissario Bignami?

Era circolata anche la voce di un incarico al viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, esponente di punta di Fratelli d'Italia in Emilia-Romagna. Ma, a quanto si apprende, la cosa non dovrebbe prendere il largo: lo stesso Bignami sarebbe perplesso sull'idea di assumere l'incarico. E allora in campo resta il nome di Bonaccini e restano le resistenze leghiste. Baruffi chiede uno "scatto di maturità", di uscire da una discussione su "Bonaccini, Salvini e Meloni" per parlare di "come dare forma e ordine preciso a un percorso complesso, lungo e che richiede risposte molto immediate". E su cui il mondo economico e sindacale, ricorda parlando a Radio Immagina, è stato chiaro: si faccia tesoro di come ci si è rialzati dopo il terremoto dell'Emilia, con il ruolo di commissario affidato al presidente di Regione.

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