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Morte Abd Elsalam, Marta Collot e dirigenti Usb condannati: "Non ci fermeremo" | VIDEO

Condanna a quattro mesi con la condizionale per tre dei nove imputati per il corteo a Bologna che "aveva denunciato pubblicamente l'omicidio di Abd Elsalam"

C'è anche Marta Collot, portavoce di Potere al Popolo ed ex candidata sindaco a Bologna, tra i condannati per le proteste seguite alla morte di Abd Elsalam, il delegato USB travolto da un tir, la sera del 14 settembre 2016, durante un presidio di lavoratori di fronte ai magazzini della GLS di Piacenza.

"Il tribunale di Bologna ha disposto la condanna a quattro mesi con la condizionale per tre dei nove imputati per il corteo che a Bologna aveva denunciato pubblicamente l'omicidio di Abd Elsalam" fa sapere il sindacato Usb "tra i condannati per questo atto di solidarietà militante due nostri dirigenti sindacali USB e Marta Collot l'attuale portavoce nazionale di Potere al Popolo".

Si tratta di uno dei processi contro le  manifestazioni "seguite all'omicidio (a Piacenza come a Roma e in altre città). Un processo contro militanti sindacali e sociali, accusati di molteplici reati: resistenza, interruzione di pubblico servizio, blocco stradale etc. per le manifestazioni spontanee tenutesi in tante città, il 15 settembre 2016 - continua il sindacato - l’assoluzione della maggior parte degli imputati e la riduzione della pena per i condannati dimostra, da una parte, l’infondatezza dei tanti e gravi reati contestati ma, dall’altra, evidenzia la volontà di non riconoscere fino in fondo, come si dovrebbe, il diritto sacrosanto alla resistenza contro la barbarie padronale e alle provocazioni messe in atto contro il corteo che in quel giorno attraversò il centro di Bologna". 

Il sindacato quindi denuncia "che la morte di Abd Elsalam rappresenta la condizione operaia del nostro tempo, raffigura il disprezzo dei padroni nei confronti di chi produce ricchezza, la svalutazione del valore della vita rispetto quello di far profitto a tutti i costi. Ma rappresenta, anche e soprattutto, la voglia di emanciparsi e liberare il lavoro da parte di una generazione di nuovi attivisti sindacali che nel nome e nell'esempio di Abd Elsalam continua la lotta per diritti e dignità. 

Anche alla luce della sentenza di oggi, siamo sempre più determinati nel costruire una grande mobilitazione sindacale e sociale con sciopero generale che rispedisca al mittente il pesante clima di repressione che colpisce chi lotta, per una mobilitazione per l’aumento dei salari, contro il carovita e la precarietà, contro il governo Draghi e le sue politiche da economia di guerra".

Collot: "Spudorati, si riempiono la bocca con la logistica etica"

Questa mattina si è tenuto un presidio al tribunale: "Ancora una volta sul banco degli imputati chi lotta mentre invece chi ha premuto l'acceleratore viene prosciolto e la GLS, mandante di questo vero e proprio omicidio resta impunita - scrive in una nota Collot - nel mentre destra e sinistra negli ultimi anni hanno portato avanti l'attacco ai diritti dei lavoratori e al diritto di sciopero, dai decreti Minniti e Salvini, hanno continuato ad alimentare la giungla di appalti e subappalti. Sul locale sono così spudorati da riempirsi la bocca con la 'logistica etica' mentre le condizioni di lavoro nei magazzini della logistica sono disumana, mentre non viene garantita la rappresentanza sindacale ai sindacati combattivi, mentre addirittura vengono assoldato squadracce per reprimere i picchetti. Ma se pensano di spaventarci si sbagliano di grosso - avverte la portavoce di Potere al popolo - continueremo a lottare e organizzarci, anche per Abd El che ha pagato con la vita ma che ci ha insegnato a non arretrare di fronte all'arroganza dei padroni" 

(Video FB Marta Collot)

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