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Daniele Ara, neo assessore alla scuola. Primo impegno, eliminare le liste d'attesa

INTERVISTA. Una nomina attesa, ma egualmente emozionante e carica di responsabilità: "Rimetteremo al centro la figura dell'insegnante e della scuola pubblica. Parola d'ordine che arricchisce tutti: inclusione"

Daniele Ara, ex presidente del Quartiere Navile (un altro presidente di quartiere promosso a Palazzo d'Accursio è Simone Borsari, scelto come per l'assessorato ai lavori pubblici e alla pulizia) è oggi assessore alla Scuola con delega all'agricoltura e alle risorse idriche. Una bella sfida che arriva dopo il periodo che più di tutti ha messo alla prova la scuola, quello della pandemia e delle chiusure forzate. 

Come ha accolto la nomina ad assessore? Se lo aspettava, lo vede come un riconoscimento al lavoro fatto in questi anni al Navile? Che responsabilità sente? "Una nomina accolta con grande soddisfazione e senso di responsabilità. Era nell'aria certo, perché arrivata dopo un progetto condiviso con Matteo Lepore, con il quale da anni c'è una grande sintonia nella visione delle cose. Negli ultimi mesi ho lavorato con lui nella campagna elettorale e fin da prima delle primarie. Insomma, anche se non é un fulmine a ciel sereno, quando succede é una cosa emozionante. Indicativo che all'interno della giunta ci siano due presidenti di quartiere e per di più di due quartieri 'complessi' come il Navile e il San Donato. Tutto questo rientra in un ragionamento complessivo. Tornando all'esperienza al Navile, stiamo vedendo che nel complesso nel contesto dei quartieri si crea una buona classe dirigente (la nuova presidente ha raccolto tantissimi voti) e che la politica sta avendo notevoli riconoscimenti". 

Parliamo della scuola, uno dei temi più sentiti dalla cittadinanza. Cosa è successo negli ultimi due anni e cosa succederà nei prossimi cinque? Ci saranno dei fondi da investire (bene) per costruire la scuola della ripartenza secondo canoni differenti rispetto al passato. Come immagina il suo lavoro? Quali saranno le criticità da risolvere con più urgenza?

"La priorità è riprendere il collegamento con il mondo scuola (fra insegnanti e genitori, ma non solo) dopo un impatto forte come quello della pandemia. Le scuole sono un punto nevralgico della comunità e va ricostruito un clima sereno mettendo la scuola pubblica (non solo comunale) al centro. Una delle prime cose da fare è senza dubbio quella di eliminare le liste di attesa soprattuto del nido e far sì che gli istituti siano accoglienti sia dentro che fuori, considerando (concetto che il covid ha accentuato) il nuovo ruolo degli spazi outdoor nella didattica. Sulle strutture, sappiamo che alcuni istituti costruiti negli anni Settanta non avrebbero avuto una storia lunga decenni ed è per questo che hanno richiesto e richiedono ristrutturazioni e manutenzioni. Ma ci saranno anche scuole nuove. In questo momento, come ben si sa, si sta lavorando sulle Carracci e ne nasceranno altre al posto dell'ex mercato ortofrutticolo. Avremo fondi e più risorse, avremo modo di mettere in atto un processo di rigenerazione". 

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Ci sono stati degli errori che non vanno ripetuti? Quali? Lei è anche papà e questo può giocare a favore, vista la conoscenza diretta del mondo scuola..."Non bisogna lasciare il corpo docenti solo e isolato, la figura dell'educatore va rilegittimata perché ha perso autorevolezza. Naturalmente questa non è una questione bolognese, ma è generalizzata. Dal canto nostro, grazie alle eccellenze della nostra Università anche in materia pedagogica, possiamo contare anche su quello per la formazione. Ho due bimbe, una di 6 e una di 9 anni: vivo la scuola pienamente da genitore (anche militante, visto che ogni mattina 'guidiamo' un pedibus) e questo sarà prezioso per il ruolo da amministratore". 

Forse è ancora presto, ma immaginiamo che il suo lavoro sia già cominciato: c'è un'idea o un progetto cardine già in cantiere (magari già annunciato o sfiorato in campagna elettorale) che vorrà vedere concretizzato entro il mandato? Cosa vorrebbe lasciare in eredità? 

"Il grande progetto è quello di ripristinare il rapporto fra scuola e genitori, la partecipazione. Arrivano dei segnali forti dai laboratori dei quartieri e bisogna concentrarsi sulle famiglie di origini straniere raccogliendo la grande sfida di far sentire tutti cittadini di questa città. Anche in questo caso la parola d'ordine è inclusione e un grande lavoro di scambio di esperienze farà fiorire grandi opportunità per tutti noi. Mi piacerebbe fare un lavoro di comunità partendo dalla scuola". 

Ci spiega quali sono i compiti di un assessore all'agricoltura e alle risorse idriche (che conossciamo tutti molto meno rispetto alla scuola)? Quali sono le peculiarità del nostro territorio in tal senso: cosa va sfruttato e cosa preservato? 

"Una delega arrivata un po' a sorpresa ma molto gradita, soprattutto in luce del fatto che di professione sono un agronomo. E questo tema a Bologna non è marginale come sembra, basti pensare alle colline e a tutti i cunei agricoli che abbiamo intorno: ci sono grandi possibilità di sviluppare un'agricoltura di prossimità fornendo dei servizi e sviluppando una riconnessione fra ambito urbano e agricolo. Credo che il sindaco Lepore intenderà utilizzare questa delega in relazione con tutta la Città Metropolitana, che si prende cura del territorio anche dal punto di vista turistico". 

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