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Defranceschi: “No alla chiusura de L’Unità. Grillo infuriato

Il capogruppo dei Grillini in Regione firma la risoluzione per scongiurare la chiusura del quotidiano. Grillo e i militanti del M5S insorgono: "Se ne vada nel PD"

Un inizio 2012 “a tutto Grillo”. Tra le 30 testate a rischio chiusura per la riduzione dei contributi pubblici all’editoria, annunciata da Mario Monti nella conferenza di fine anno, sembra esserci anche il quotidiano l’Unità. Ben prima che Beppe Grillo brindasse alla strenna e ribadisse il suo apprezzamento per la possibile chiusura dei giornali ritenuti “cani da guardia dei partiti e finanziati con i soldi pubblici”, con una risoluzione post-natalizia il Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle Andrea DeFranceschi aveva già chiesto alla Giunta Errani di intervenire per salvaguardare posti di lavoro e professionalità del quotidiano fondato da Antonio Gramsci nel 1924.

L’ATTACCO DI GRILLO. Attacco frontale del comico-blogger e dei militanti che chiedono a chi non è d’accordo e a Defranceschi di ritirarsi passando al PD con l’accusa di aver tradito il mandato elettorale e le invettive lanciate durante i V-day. Il Consigliere, pur ribadendo la propria contrarietà ai finanziamenti pubblici alla stampa, dichiara sul sito del Movimento di essere “dalla parte dei lavoratori che rischiano il posto” e di aver agito nello stesso modo quando si è trattato di salvare i dipendenti in esubero di e-Tv o di Fiat-Maserati.

Nessun tradimento quindi per Defranceschi, ma sulla rete, tanto amata da Grillo e dai grillini, si susseguono le critiche dei colpevolisti, che gli danno del voltagabbana chiedendone le dimissioni, e degli innocentisti che giudicano il suo un atto di democrazia e Beppe Grillo, non come portavoce, ma come capo/padrone del Movimento.

Mario Monti sui contributi all’editoria nella Conferenza di fine anno. “I finanziamenti pubblici all’editoria non saranno tagliati, ma ridotti e selezionati“, ha dichiarato il neo Premier che conferma “il fondamentale ruolo della stampa indipendente”. Bisognerà scegliere dunque e verranno “selezionate le testate che sembreranno più idonee e meritevoli di ricevere i finanziamenti”, in altre parole conteranno il numero di giornalisti impiegati e la diffusione reale dei giornali.
 

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