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Dimissioni Zingaretti, le Sardine: "Oggi al Nazareno come semplici cittadini"

Alle 12 saranno a Roma, nella sede del Partito Democratico: "C’è una sfida politica enorme che ci attende e serve un nuovo colpo di reni. Frammentati non si va da nessuna parte"

Se il PD non va al Paese... "Andremo al Nazareno. Non ci andremo come sardine, ma come semplici cittadine, attivisti, militanti di altri partiti, lavoratrici, disoccupati, antifasciste, femministe, pensionati e disillusi". Lo hanno scritto ieri le Sardine sul loro profilo Facebook, saranno quindi "le stesse persone che riempivano le piazze un anno fa. Un corpo eterogeno come è l’elettorato di un partito che dovrebbe rivolgersi anche a noi ma la cui voce spesso non arriva oltre le stanze dei bottoni. Non ci andremo sfondando le porte ma chiedendo di aprirle. Se il PD non va al Paese, il Paese andrà al PD". 

Per il movimento "le dimissioni di Nicola Zingaretti si possono leggere in tanti modi, ma il punto rimane. Se Piazza Grande e l’allargamento del partito non si è mai realizzato è anche colpa di tanti di noi che hanno atteso un invito troppo a lungo, che hanno finito per innamorarsi delle proprie etichette esattamente come i dirigenti di partito si innamorano dei loro blocchi di potere. Possiamo fare di meglio, possiamo fare di più, lo facciamo tutti i giorni nelle nostre battaglie POLITICHE sul clima, sul diritto all’abitare, per la difesa dei rider e nelle vertenze sindacali, nel dare voce agli invisibili e alle vittime della cattiva politica, nelle parrocchie, nei centri sociali e nei centri diurni. Ci sporchiamo le mani ogni giorno, ma non basta. C’è una sfida politica enorme che ci attende e serve un nuovo colpo di reni. Frammentati non si va da nessuna parte, insieme possiamo spostare montagne". 

Proporranno a Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto e presidente del PD "di portare il partito nel mare aperto del confronto, di aprire le porte delle sezioni, a partire dalla sede nazionale. Di non accontentarsi di siglare l’ennesima resa tra correnti tralasciando gli 'esclusi'. Di invitare a priori per evitare di dover spiegare a posteriori. Se il Partito Democratico non è capace di essere il perno della ricostruzione del campo progressista, può almeno favorirne la ricostruzione. Non siamo forza di Governo né lista elettorale, conosciamo bene il nostro ruolo, ma siamo bravi negli inviti e il PD, così come tanti altri partiti, ha un disperato bisogno di tornare a fare inviti credibili. Senza forze fresche non si cambia l’inerzia del gioco.  Domani avremmo tutti di meglio da fare, noi per primi. Ma il dialogo non è una questione teorica, è un fatto pratico. C’è una pandemia in atto, ne siamo consapevoli. Ma non è più tempo per la politica da social e tra vent’anni vogliamo poter dire che almeno ci abbiamo provato, invece che trovarci nel 2040 a lamentarci del nuovo ventennio subito passivamente in cerca di una sinistra che tutti vogliono ma che nessuno crea. Sarà un flop? Non dipenderà da noi. L’invito è lanciato, ciascuno deciderà per sé. Ma il momento è ora.
Ci vediamo alle 12 al Nazareno (possibilmente tamponati!)". 

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