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Elezioni 2018

Daniele Manca: "Il PD sconta il fatto di essere al governo"

L'INTERVISTA. L'ex sindaco di Imola ora in corsa al Parlamento: "Manterrò la promessa del massimo impegno sui temi a me più congeniali: imprese e sviluppo economico, famiglie e welfare. E attenzione altissima per il mio territorio"

Daniele Manca, neo ex sindaco di Imola, è candidato PD al Senato al plurinominale per Bologna e la Romagna. E mentre nel suo comune si è insediato il commissario Adriana Cogode, la campagna elettorale procede tappa dopo tappa, con l'obiettivo, lo dice Manca: "di convincere la gente a votare Partito Democratico". L'approfondimento con Daniele Manca arriva dopo le interviste ai candidati Lucia Borgonzoni, Vasco Errani, Galeazzo Bignami, Michela MontevecchiMarco Rizzo

Quando ha preso la decisione di mettersi a disposizione del PD per le prossime Politiche? E' stata una decisione naturale, condivisa con colleghi e persone a lei vicine?

"In realtà mi sono sempre sentito a disposizione del PD. I tempi hanno fatto il resto: sia la legislatura che il mandato amministrativo scadono nel 2018 e io, con l’approvazione del Bilancio di previsione e degli strumenti urbanistici nell’ultimo consiglio comunale del 2017 e la messa in sicurezza dei finanziamenti per le opere viarie attraverso gli accordi firmati con il Ministero delle Infrastrutture, la Regione, la Città Metropolitana e Autostrade per l’Italia, ho ritenuto che il mio compito a piazza Matteotti fosse da considerare sostanzialmente concluso. Pertanto ho deciso di dimettermi per non trascinare inopportunamente il Comune in campagna elettorale".

Come e quanto aver governato una città come Imola fa da fondamenta per il 'salto' politico al quale si appresta?

"Mi sono candidato proprio perché convinto che la mia esperienza di governo, sia da sindaco che attraverso gli incarichi svolti in un’area più vasta, possa essere utile al PD e al paese. Tra l’altro penso che i traguardi raggiunti (la salvaguardia dei servizi, il dimezzamento dell’indebitamento, la ripresa degli investimenti dopo anni difficili) siano importanti e incontrovertibili. I numeri parlano per noi".

Qual è lo stato di salute del Partito Democratico? Previsioni sulla campagna elettorale e commenti sui dati e i sondaggi che i media stanno già diffondendo?

"Il Partito Democratico sconta il fatto di essere al governo: chi fa è più facile da criticare, chi sta all’opposizione non ha nulla da perdere. E’ la normale dinamica democratica. E’ vero però che il PD ha i fatti dalla sua: le riforme approvate, in particolare nel campo dei diritti, i posti di lavoro recuperati grazie al Jobs Act, le misure sociali come gli 80 euro e il reddito d’inclusione per sostenere i più svantaggiati, solo per fare alcuni esempi. La concretezza e la sostenibilità contro chi promette sapendo di non poter mantenere. I sondaggi non li commento, il mio obiettivo è convincere la gente a votare e a votare Partito Democratico".

Torniamo per un attimo alla città di Imola. Dopo la notizia delle dimissioni tanti incoraggiamenti, ma anche tante critiche dall'opposizione: cose di cui va fiero (progetti portati a termine, ecc.) e magari qualche rimpianto? Come descrive la città che lascia e chi spera possa prendere il suo posto per continuare il suo lavoro?

"Tra le cose realizzate in 10 anni ce ne sono tante che mi rendono fiero: la piazza Matteotti completata, la riapertura del parco dell’Osservanza, le scuole inaugurate, un Autodromo tornato ad ospitare grandi eventi, i servizi addirittura ampliati (penso alla Casa Alzheimer) malgrado la crisi economica. Il rimpianto? Mi sarebbe piaciuto fare più investimenti negli anni in cui, soprattutto per via del patto di stabilità, i margini per intervenire erano davvero ridotti. Ma negli ultimi anni siamo passati da 500.000 euro di opere pubbliche a 17 milioni nel 2017: siamo ripartiti ed è stata una grande soddisfazione".

La sua campagna elettorale è iniziata: in che modo l'ha organizzata e la sta vivendo? Cosa le chiedono le persone quando la incontrano?

"Sto cercando di curare i due canali, quello tradizionale delle iniziative sul territorio (visite nelle aziende, piazze, aperitivi), incontrando più persone possibili e quello social, sempre più importante visto il tempo che la gente passa navigando su internet. Le persone sono confuse, spesso fanno prevalere le ragioni della pancia rispetto a quelle della ragione, non si fidano e sono disorientate davanti alle promesse mirabolanti che arrivano da destra e sinistra. Il PD è l’unica forza che ha dalla sua le cose realizzate, l’affidabilità e la concretezza di fronte a chi dipinge un irrealizzabile paese dei balocchi. Sono convinto che parlare con chiarezza di quello che abbiamo fatto, numeri alla mano, possa ridare speranza e fiducia alla gente".

Il 4 marzo viene eletto: quali promesse cercherà di mantenere il prima possibile?

"La promessa del massimo impegno sui temi a me più congeniali: le imprese e lo sviluppo economico, le famiglie e il welfare. E un’attenzione per il mio territorio che resterà sempre altissima".

Il tema dell'immigrazione è uno degli argomenti più caldi di questa campagna elettorale: quale la sua posizione sui fatti che hanno scosso Macerata e quali le eventuali responsabilità della politica o di una parte della politica?

"Sono distante tanto dalla violenza razzista, quanto dalla strumentalizzazione dei fatti di cronaca più drammatici a fini politici ed elettorali. Auspico che la giustizia faccia il suo corso: chi delinque deve essere punito. Tuttavia non ho nulla da spartire con le forze politiche che fomentano l’odio razziale. Ognuno deve assumersi la responsabilità dei suoi gesti e delle parole che pronuncia, soprattutto quando è un personaggio pubblico".

A chi fra i suoi avversari si sente di fare un augurio sincero?

"Un augurio non si nega a nessuno, ma si corre per vincere. Dunque buona campagna elettorale a tutti, ma il 5 marzo vincerà il PD".

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