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Elezioni 2022

Elezioni, l'avvocata La Torre: "File uomini/donne lesive della privacy, ma chiamano la polizia"

La denuncia della legale che ha chiesto di mettere a verbale la richiesta di dividere diversamente l'elettorato per rispettare le persone trans e non binarie

La divisione in file per genere viola la riservatezza delle persone trans, l'avvocata Cathy La Torre vuole farlo verbalizzare e al seggio scatta la polemica. È quanto racconta la stessa legale sui social, riferendo di aver querelato uno scrutatore per diffamazione.

"Seggio numero 16, Bologna: uno scrutatore mi ha insultata e diffamata davanti a tutti. Entro, chiedo di poter verbalizzare che la divisione in file fra maschi e femmine viola privacy e riservatezza delle persone trans così costrette a fare un coming out davanti a tutti", scrive La Torre sui social.

"La presidente mi dice che lo chiedo ogni anno ma non cambia mai nulla, io rispondo che se sono a votare è perché credo ancora che serva e così la penso per ogni singola battaglia. Uno scrutatore sentendomi insistere di mettere al verbale quanto detto chiama le forze dell'ordine. Non contento mi diffama chiamandomi ad altissima voce pazza", prosegue.

"Lo scrutatore  – conclude l'avvocata – è appena stato querelato, ma che a un seggio si abusi così di potere e legge è un fatto che non possiamo accettare. Le file uomini e donne sono lesive della privacy di chi sta facendo una transizione di genere e io non sono pazza se chiedo di metterlo a verbale".

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La campagna 'Io Sono, Io Voto'

Seggi elettorali accessibili, inclusivi e rispettosi per tutte le identità Trans. È quello che chiedono diverse realtà che si occupano del riconoscimento dei diritti delle persone transgender che già da tempo hanno lanciato una petizione (al momento si contano 6mila firme) per cambiare le procedure di voto che ad oggi, di fatto, rappresentano una limitazione all’esercizio del diritto di voto per migliaia di persone transgender e non binarie costringendole a coming out forzati.

"Le attuali procedure di accesso ai seggi elettorali – si legge – non tengono conto della complessità delle vite delle persone transgender. Migliaia di persone aventi diritto al voto in questo momento in Italia non sono in possesso di documenti conformi alla propria identità, questo a causa dell’ormai obsoleta legge 164 del 1982 che regola in Italia il processo di rettifica anagrafica dei documenti e richiede alle persone lunghi tempi della burocrazia nei tribunali italiani per poter ottenere un documento che le riconosca nei propri rapporti sociali quotidiani".

"Essendo espressamente richiesto di collocarsi in una lista, fila o presso un registro 'distinto per uomini e donne', a seconda del mero sesso anagrafico indicato sul documento, si costringono di fatto le persone transgender a violare la propria privacy in pubblici contesti non preparati ad accogliere un coming out, con l’evidente risultato di comprometterne la partecipazione democratica alla vita pubblica", prosegue il testo della campagna.

"Secondo i dati del TMM Trans Murder Monitoring di TGEU – Transgender European Network l’Italia da anni si posiziona tra i primi paesi in Europa alla pari della Turchia per il numero di crimini d’odio nei confronti delle persone transgender, anche l’ultimo report di ILGA Europe – International Lesbian Gay Association conferma che l’Italia è scivolata al 35° posto nella Rainbow Map che traccia episodi di omo-lesbo-bi-transnegatività".

"Costringere la comunità trans a coming out forzati in ambienti non preparati ad accoglierli, significa esporre le persone alla non remota possibilità di divenire bersaglio di ostilità, discriminazioni e violenza in virtù della propria identità di genere".

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