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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Elezioni 2021, intervista al candidato Fabio Battistini: "Oltre i posizionamenti destra-sinistra "

L'imprenditore cattolico si racconta e racconta su cosa si fonda la sua candidatura alle prossime Amministrative: "Voglio pormi in una posizione di ascolto e di dialogo. Mi hanno definito il candidato che parla con tutti e mi ci ritrovo"

Fabio Battistini è ufficialmente candidato sindaco per le prossime elezioni amministrative a Bologna. Non ha una tessera di partito (anche se è vicino al centrodestra) ed è membro del movimento civico "È". "Sono nato a Bologna 64 anni fa, sposato con Caterina, ho quattro figli e di mestiere faccio l'imprenditore. Da sempre sono impegnato nel sociale, un'esperienza che mi ha portato ad essere cofondatore e presidente della Consulta delle Associazioni familiari del Comune di Bologna e presidente dell'associazione Impegno Civico fino ad essere indicato come assessore alla Famiglia e alla Scuola, dal candidato civico Alfredo Cazzola, alle amministrative 2009. Inoltre, da anni m'incontro con un gruppo di amici e di amiche, per parlare di Bologna e dei suoi problemi, ma anche delle sue tante risorse, per trovare e proporre azioni e riflessioni capaci di migliorare la vita di noi bolognesi. Il gruppo si chiama E, una congiunzione, perché vogliamo unire, non dividere, includere, non isolare, fare cultura e politica nei piccoli gesti della vita di ogni giorno.

Quel passo avanti per la città: "Non temo le responsabilità e lo faccio per amore di Bologna"  

La decisione di fare un passo avanti per le prossime Amministrative a Bologna: ancora più impegnativa visto che usciamo da un anno difficilissimo e la politica avrà molte responsabilità nei confronti dei cittadini...di cosa pensa ci sarà maggior bisogno? Non le fa paura tutto questo? "La mia decisione è un atto di responsabilità e d'impegno determinata da un percorso politico cittadino iniziato ormai tanti anni fa. Non temo le responsabilità, la mia vita familiare, professionale e civica parlano da sé. Il mio è un atto di amore per Bologna, la città dove sono nato, dove lavoro e dove vivo con la mia famiglia. 'Bologna mi piace'. Ci vivo e ci viviamo mediamente bene. Ma credo, ed è opinione condivisa, che abbia bisogno, direi necessità, di una spinta amministrativa ben diversa, più incisiva, che sappia guardare ai tanti problemi e alle criticità di oggi, sempre con uno sguardo al futuro.

'Sazia e disperata' è la definizione del Cardinale Biffi, anche se oggi purtroppo Bologna è meno sazia. “Bisognosa di unione”, dice il Cardinale Zuppi: ecco, la mia esperienza col gruppo E va proprio in quella direzione. Io e te, noi e voi. Non io contro di te, no a divisioni tra schieramenti politici, no ai classici posizionamenti destra-sinistra, ma uniti, in una visione per la Bologna dei prossimi venti anni. Questo è il mio obbiettivo, da candidato sindaco, da cittadino, da padre.

Ma lo sa che nelle classifiche sulla qualità di vita, Bologna è al terz’ultimo posto alla voce sicurezza, ed è ancora priva di un settore sicurezza dedicato? E che su 107 città siamo al 60° posto per demografia, un vero e proprio flagello in una visione sociale prospettica e per la salute?
E quando Mario Draghi, pensando a come sostenere le imprese in periodo di Covid, dice che sotto il profilo dell'occupazione e dello stato di salute del mondo imprenditoriale, siamo “sul bordo di una scogliera”, chi risponde? Abbiamo forse presente qualche pronunciamento operativo significativo da parte della nostra amministrazione uscente? Maggiore flessibilità del lavoro femminile, aiuti per l'ingresso al lavoro dei giovani (la strage degli ‘stagisti’), pur negli ambiti che competono ad un'amministrazione comunale, abbiamo forse udito parole forti?  E, ancora, aiuti alle giovani coppie, servizi in più per le madri…

A Bologna si vive mediamente bene, si dirà. Ma il mio punto di riferimento non può essere la qualità della vita raffrontata con quella di Crotone o di Isernia, con tutto il rispetto per territori che affrontano altre mille difficoltà. Io voglio che Bologna guardi alle più significative città europee, con una visione ed un modello di sviluppo concreto e dedicato! È la sua storia, la sua cultura, la parte migliore delle eccellenze imprenditoriali, la capacità dei bolognesi, che lo impongono.

A quale elettore si rivolge il candidato Battistini

A quale elettore si rivolge? Con quali priorità e differenze rispetto all'amministrazione uscente? "Mi rivolgo ovviamente a tutti coloro che hanno a cuore la città e la qualità della vita, ma in primo luogo a chi vive situazioni di difficoltà e sofferenza. Alle tantissime famiglie con lavoratori in cassa integrazione, ai giovani che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro, ai tanti commercianti stretti da una morsa, che mette a rischio la loro capacità di continuare. Voglio pormi in una posizione di ascolto e di dialogo. Mi hanno definito "Il candidato che parla con tutti”, Ecco, mi ci ritrovo. “Il candidato della persone e dei fatti”: questo vorrei rappresentare".

Quali sono state le reazioni all'annuncio della sua candidatura? Cosa le dice e le chiede la gente? "Oltremodo positive, anche in maniera inaspettata. La disponibilità di ascolto sia da parte di singoli che di gruppi di cittadini, delle associazioni e delle altre realtà del Terzo Settore, di persone che si sono messe già al lavoro per un nuovo modello di città, è un fatto di per sé straordinario e commovente al contempo. Un primo vero segnale per un rinascimento cittadino che, date le caratteristiche dei bolognesi e della loro delusione per la politica, in realtà a pensarci bene non deve sorprendere.  Mettere in luce quanto di buono c’è in città, non perdere energie nelle lamentazioni: questo mi stanno insegnando tanti bolognesi, con un effetto a dir poco trascinante".

A chi si ispira? "A prescindere dalle scelte operative, che oggi potrebbero non trovare attualità in un mondo profondamente cambiato da allora, con esigenze e dinamiche profondamente diverse - si pensi al ruolo fondamentale dell'impresa per lo sviluppo del territorio - se volessi pensare ad un afflato per la politica, una politica vicino ai più bisognosi, indegnamente potrei guardare a La Pira".

Il centrodestra e le candidature civiche 

Secondo lei come si muoverà il PD bolognese e quali saranno alla fine i candidati? E sul centrodestra che ci dice?  "Come si muoverà il PD? Ah, saperlo! Il problema vero, con cadute gravi sulle spalle di noi cittadini tutti, credo sia che non lo sanno neanche loro!  La scommessa, per il centrodestra, penso sia quella di uscire da un ruolo di mera opposizione e mettersi in un atteggiamento di ascolto. Il fatto che il centrodestra, per le prime cinque città italiane protagoniste delle prossime amministrative abbia aperto a candidature civiche, è un fatto davvero incoraggiante, che potrebbe ribaltare gli schemi e gli esiti di un voto tradizionale, schiavo delle contrapposizioni. Un aspetto e una novità che dire interessante è riduttivo".

E la pandemia? "Non c'è da stare allegri" 

Non possiamo non parlare della pandemia e dell'inizio della campagna dei vaccini: quale la sua posizione, secondo lei si poteva e si può fare meglio? "Far meglio sembra una battuta, se non fosse che stiamo assistendo ad una tragedia sanitaria ed economica. I vaccini sono certo una speranza, ma visti i primi passi della loro distribuzione e della difficoltà di approvvigionamento, non c’è da stare allegri. La raccomandazione, lo dico da padre di famiglia, dev'essere ancora quella di un'attenzione ai distanziamenti, agli assembramenti, seguendo le più elementari norme di prudenza".

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