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Elezioni comunali 2011

Bernardini chiede strumenti anti-ghetto: “Meno Kebab, più botteghe tradizionali”

Il candidato della Lega Manes Bernardini firma il progetto di legge del Carroccio per evitare che si creino concentrazioni di negozi gestiti da extracomunitari in alcune zone: niente più "Bolognine"

Primo firmatario del progetto di legge che mira a intervenire sulle concentrazioni di esercizi commerciali gestiti da stranieri, Bernardini chiede degli strumenti in grado di frenare la “ghettizzazione”, di mettere fine a casi coma la Chinatown in Bolognina o il “fenomeno Kebab” o “alimentari pakistano” in zona universitaria. Il candidati vorrebbe “evitare che intere zone delle città siano caratterizzate da eccessive concentrazioni di negozi gestiti da extracomunitari. Fenomeno che induce alla “ghettizzazione” di intere zone urbane e che preoccupa molti italiani”.

Il Comune dovrebbe perciò poter frenare l’apertura di nuovi esercizi etnici in zone già sature. Tra i requisiti richiesti per le nuove gestioni c’è anche, per esempio, “l’obbligo, per i commercianti stranieri, di conoscere la lingua italiana e di affiggere indicazioni e cartelli pubblicitari e informativi comprensibili”, che diano la priorità alla nostra lingua.

CERVELLATI: L’urbanista Pierluigi Cervellati, già assessore Pci nella giunta di Guido Fanti e di recente vicino a Bernardini commenta: “Il giro di vite sui negozi etnici lascia perplesso. Limitando la regolamentazione più restrittiva ai negozi etnici, si rischia di scivolare nel razzismo”. Dal punto di vista urbanistico - continua l’architetto - la liberalizzazione (la cosiddetta Legge Bersani) è controproducente nei centri delle città storiche. L’iniziativa di Bernardini sarebbe quindi giusta se venisse appunto estesa a tutte le attività commerciali. Dalle boutique di lusso ai bar, dalle jeanserie alle banche”.


 

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