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Elezioni comunali 2011

Gli scivoloni dei politici, quello che i candidati non sanno

Liberazione di Bologna, Dossetti, parcheggi, Civis, delibere. Nessuno dei candidati sindaci ottiene il massimo dei voti dopo l'interrogazione "a caldo" fatta loro da Il Corriere di Bologna

La richiesta arriva dagli elettori e la redazione di Bologna del Corriere della Sera la accoglie: le versioni integrali delle interviste ai candidati (fatta eccezione per Corticelli) lasciano molto a desiderare su temi che dovrebbero essere portanti, perché legati indissolubilmente alla città, nella sua storia e nella sua contemporaneità: Università, Musei, Dossetti e tanto altro ancora.
Microfono, telecamera e 14 domande: gli “scivoloni” di Merola, Bernardini e Aldrovandi, che fra le altre cose, spiegano a modo loro il patto di stabilità, sono on-line in versioni “ridotte”. Dalla Liberazione di Bologna al Civis, nessuno ottiene il massimo dei voti. La militanza politica è contata per Virginio Merola che si è dimostrato ferrato sui temi politici con meno errori di Bernardini e Aldrovandi. Anche sui trasporti, il controverso Civis e sul basket (dopo la gaffe sul calcio).

Il civico Stefano Aldrovandi ha convinto su politica e amministrazione, ma non sui servizi.
Lasciando alla voracità degli elettori le risposte alle domande su sport, costo del pane e dei tortellini, Aldrovandi che punta sul rilancio dell’università, non conosce le sedi delle facoltà.
Il leghista Manes Bernardini non ha saputo elencare 5 musei di Bologna e ha risposto con un laconico “tutta Bologna è un museo” e Dossetti? “… un’eminenza”.
Tallone d’Achille il Civis. Solo Merola sa quali linee sostituirà il tram su gomma, ma è all’oscuro sul servizio notturno come gli altri 3.

LE RISPOSTE ESATTE - Alcuni fra i lettori hanno chiesto un servizio con le risposte corrette sospettando forse che anche gli altri tre sapessero di più del patto di stabilità. O che Merola e Aldrovandi non avessero elencato cinque musei, come richiesto. O, chissà, che Bernardini non conoscesse le sedi universitarie. “E sospettando che tutti questi scivoloni degli altri politici avremmo preferito coprirli – chiarisce il Corriere - per mettere in ridicolo qualcuno e promuovere altri. Naturalmente non è così e non era certo questa la nostra intenzione. Il criterio del confezionamento delle notizie è tutto giornalistico e non promozionale. Il servizio può essere considerato giusto o sbagliato, interessante o noioso, ma è comunque orientato al massimo equilibrio.

MEROLA E LA LIBERAZIONE - Ai microfoni di Città del Capo-Radio metropolitana, ieri, Virginio Merola ha spiegato che la risposta sul 21 aprile 1945 (Liberazione di Bologna) è frutto di un errore dato dalla formulazione della  domanda: «Se uno ti chiede il giorno della Liberazione in Italia è il 25 aprile». Non afferma, sia chiaro, che ci sia stato un tentativo costruito ad hoc per coglierlo in fallo a tutti i costi. Ma per fugare ogni dubbio: ecco pubblicato, alla fine del video, tutto lo scambio domanda-risposta in cui Bologna è esplicitamente citata. «Se la voleva sapere a Bologna – ha detto il candidato PD in radio – è il 21 aprile”

 

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