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Regionali, il toto-nomi per la Giunta: tra nuovi ingressi e riconferme

Incognita Schlein dopo il pieno di voti. Alla cultura si mormora dell'ex direttore della Reggia di Caserta Felicori. Con Pillati in Regione si apre a Bologna la casella scuola: Merola tentato dall'interim

E' ancora presto per il toto-giunta, visto che Stefano Bonaccini si è preso un mese di tempo per imbastire la sua squadra per il bis. Unici punti fermi: sarà un mix di conferme e volti nuovi, non ci saranno "sardine" e sarà per metà composta da uomini e per metà da donne. Il governatore uscente ha detto anche di voler premiare le competenze e le capacità, ma è indubbio che un peso lo avrà anche il consenso conquistato 'sul campo', cioè nelle urne, da coloro che, assessori uscenti o meno, erano candidati.

Prevedibile anche il fatto che Bonaccini provi a dare rappresentanza alle forze della sua coalizione che più sono state premiate dalle urne. Da questo punto di vista le principali novità potrebbero essere Elly Schlein (Emilia-Romagna Coraggiosa) che si è presa la bellezza di 22.000 preferenze tra Bologna e Reggio Emilia, e Mauro Felicori, ex direttore della Reggia di Caserta in quota Italia Viva, capolista della lista Bonaccini a Bologna, 5.370 preferenze. Già prima del voto Felicori veniva indicato come possibile assessore alla Cultura al posto dell'uscente Massimo Mezzetti.

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Tra gli assessori uscenti ricandidati hanno avuto buoni risultati nelle file Pd anche Raffaele Donini (altro bolognese) Palma Costi, Andrea Corsini ed Emma Petitti. Difficile che vengano tutti confermati però: tra i dem che potrebbero subentrare si segnalano il segretario regionale Paolo Calvano, che ha rinunciato alla candidatura a Ferrara per curare la prestazione complessiva del partito (ed è uno dei vincitori di oggi) e l'ex parlamentare Davide Baruffi, già oggi nello staff del presidente.

Ad un posto in giunta potrebbe ambire anche Manuela Rontini, consigliera faentina del Pd molto votata nella provincia di Ravenna (la stessa dell'attuale titolare del Turismo Corsini), mentre tra gli assessori uscenti non candidati meritano una menzione il prodiano Patrizio Bianchi, che si è  occupato del citatissimo patto per il lavoro e del 'cervellone' al Tecnopolo di Bologna e Simona Caselli, oggi titolare dell'Agricoltura.

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Da risolvere ci sarà però soprattutto il nodo sanità, l'assessorato forse più pesante fino ad oggi assegnato al 'tecnico' Sergio Venturi. Tra le alternative si cita quella del medico Claudio Vicini, candidato nella lista Bonaccini a Forlì-Cesena: non è entrato in assemblea ma ha conquistato la bellezza di 4.419 preferenze. (Bil/San/ Dire)

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E' Elly Schlein, capolista a Bologna, la nuova 'lady preferenze' delle regionali 2020. L'esponente di Emilia-Romagna Coraggiosa, in coalizione con Stefano Bonaccini, è la eletta più preferita di tutti i neo consiglieri, con 15975 voti. 

Seguono nelle prime cinque posizioni tutti neo-consiglieri in quota Partito democratico: Alessio Mammi (15015 preferenze), l'assessore uscente ai trasporti Raffaele Donini (13786), la vicesindaco di Bologna con delega alla scuola Marilena Pillati (10231) Ottavia Soncini (9485). Per trovare il primo consigliere di opposizione bisogna scendere fino alla sesta posizione con Marco Lisei, consigliere comunale a Bologna e migrato da Forza Italia a Fdi, con 9383 preferenze. Segue a un passo Matteo Rancan con 9272 voti espressi nel nome.

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A Bologna l'affluenza è andata sopra il 70 per cento, con il Pd che ha quasi doppiato la Lega in numeri assoluti. Nel complesso però sono in tutto 14 i seggi regionali assegnati ai 'bolognesi'. Seggi che pesano di più in Regione: nel 2014 i consiglieri bolognesi erano 11.

Nella provincia di Bologna queste elezioni offrono otto seggi al centrosinistra e quattro alla destra, che raddoppia i seggi bolognesi in Regione. Stabile il M5S con un seggio rispetto alla scorsa tornata. Guardando alle percentuali di voto, la coalizione del centrosinistra cresce fino al 59 per cento (51 nel 2014) ma non quanto la destra, che dal 25 delle elezioni precedenti porta a casa dieci punti in più (35). I grillini invece tracollano e passano dai 13 punti percentuali del 2014 a tre.

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28 consiglieri eletti al Pd, 14 alla Lega. E' la spina dorsale della nuova composizione dell'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, che con l'esito delle elezioni regionali 2020 fissa così nomi e cognomi sugli scranni di viale Aldo Moro.

50 sono in tutto i posti da consigliere regionale, tutti spartiti solo in nove tra le 17 formazioni politiche che si erano presentate con le liste elettorali alla vigilia.

Fuori dal parlamentino regionale rimangono tutte le liste minori: (a sinistra) Altra Emilia-Romagna, Potere al Popolo, Partito comunista, Volt, ma anche (a destra) la lista Borgonzoni, il Popolo della famiglia, Giovani e ambiente e infine il movimento freevax M3V. Nessuno di questi ottiene un posto da consigliere.

Ottengono invece posti nel consiglio regionale il Partito democratico (22 seggi), la Lega (14), Bonaccini presidente (3), Fratelli D'Italia (3), Emilia-Romagna Corsaggiosa (2), Movimento 5 Stelle (2), Forza Italia (1) ed Europa verde (1). Oltre a questi anche due seggi spettanti ai primi due classificati (Bonaccini e Borgonzoni).

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