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Giovedì, 25 Aprile 2024
Verso il voto

Civati candidato a Bologna: "Al fianco di Casini sì. Ma per clima, salario minimo e diritti civili"

INTERVISTA "Una campagna elettorale 'lampo' che passeremo a spiegare come si vota con il Rosatellum". Il capolista al plurinominale della lista Sinistra-Verdi nella circoscrizione di Bologna è scettico sul meccanismo di voto

Un ritorno. Giuseppe (Pippo) Civati, già deputato dal 2013 al 2018, è candidato capolista al plurinominale della lista Sinistra-Verdi nella circoscrizione di Bologna. Il nome del fondatore del partito Possibile, che aveva lasciato il PD nel 2015, sarà sulla scheda elettorale dei bolognesi: "Ho sempre guardato con curiosità, affetto e simpatia al territorio nel quale sono candidato, sia da un punto di vista culturale che, naturalmente, politico. Una sfida che raccolgo con umiltà. Come ho già dichiarato, è un onore e sono molto ripsettoso del fatto di non essere bolognese. Dalla crisi di governo in poi si è mosso tutto a grande velocità e stiamo programmando le tappe della campagna elettorale: per ora c'è l'appuntamento del 4 settembre a Reggio Emilia, ma ovviamente ci vedremo anche a nel capoluogo". Pippo Civati, classe '75, è (fra le altre cose) un sostenitore della giustizia sociale/ambientale, dei diritti sociali e civili, si batte per il salario minimo, per la legalizzazione della Cannabis e la laicità della scuola, crede nella forza di un'Europa più giusta e unita". 

Civati, ci sono delle parole chiave per la sua campagna elettorale? Priorità assolute per il nostro Paese in questo momento? Insomma, chi vota Civati, cosa vota?

"Sì, ci sono tre parole chiave: clima, salario minimo, libertà. La questione climatica, ormai lo hanno capito tutti, è centrale e la conversione ecologica è anche politica industriale; è importante stabilire che un'ora lavorata deve essere pagata una certa cifra. Libertà: davvero decideranno per noi come vivere e comportarci?". E a proposito del primo punto, quello 'verde', Civati aveva già messo nero su bianco un manifesto nel quale ha stilato una serie di proposte per il prossimo governo, a partire da quella che chiama la 'sala verde', nella quale avviene un confronto permanente sulle soluzioni e gli investimenti da mettere in campo per la questione ambientale. Quella che descrive è una conversione ecologica che è però anche politica industriale. 

Civati e Casini, una strana accoppiata. Eppure...

"E' il 'campo largo' a cui fa riferimento Enrico Letta che si realizza in queste candidature. Pier Ferdinando Casini é riconoscibile, ma in una coalizione e l'obiettivo è non far passare la Destra. Colpirà forse l'abbinamento ma non è inconsueto. Casini verrà eletto di sicuro ma se c'è sostegno alle ragioni di Sinistra un motivo in più per votarci".

Ci sono alcuni temi a cui la associamo e che fanno sempre discutere: legalizzazione della Cannabis e la questione dell'ora di religione/crocifisso in classe...

"La Cannabis dobbiamo legalizzarla e anche Letta se ne è convinto. Si tratta anche di un discorso sanitario. Il punto chiave é che nessuno sostiene e potrebbe sostenere il consumo di sostanze che fanno male alla salute, ma se si darebbe così una regola laddove non esiste controllo. La scuola credo debba essere laica come la società, senza usi strumentali da parte dei politici su questi temi. Dovremmo vivere con molta serenità temi come questi, il tono di cupezza che sento non va bene. Penso che si possa essere più spensierati nell'affrontare alcune questioni e più seri per altri". 

Osservando la campagna elettorale ad oggi ha notato qualche caduta di stile? Cosa pensa di quello che dicono i sondaggi? 

"Non credo che la campagna elettorale sia ancora cominciata davvero. Detto questo, trovo curioso il tentativo dell'estrema destra di attaccare tutte le istituzioni e la moneta unica, mentre nessuno poi sembra esprimere posizioni chiare sulla questione Putin. Isondaggi contano, certo. Ma se abbiamo scelto di stare in questa coalizione è perchè pensiamo di farcela". 

Rischio astensionismo e partecipazione dei giovani alla politica. Come la vede? 

"Per quanto riguarda noi, posso dire che siamo travolti da un entusiasmo pazzesco e sfatando i luoghi comuni, ci sono tanti giovani che si appassionano alla politica oggi. Vero è che stanno diventando vecchi anche i giovani. Il problema sta in questa legge elettorale, nel Rosatellum: un vero pasticcio che come noto, non mi è mai piaciuto. Alla fine dovremo passare il tempo della campagna elettorale a spiegare alla gente come funziona. Preferisco di gran lunga il sistema proporzionale". 

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