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Elezioni regionali Emilia-Romagna 2019

Merola all'attacco: "Non sa nulla di amministrazione, basta assecondare il delirio di Borgonzoni"

Primo cittdino furioso oggi all'assemblea dei delegati di Cgil, Cisl e Uil

"Qualcuno che non sa nulla di amministrazione, che si chiama Borgonzoni, che dice che dobbiamo preoccuparci di quei pochi migranti che ci sono in Emilia-Romagna". Un attacco frontale quello del sindaco Virginio Merola oggi all'assemblea dei delegati di Cgil, Cisl e Uil di Bologna. "Se dobbiamo assecondare questo delirio, io francamente non lo accetto".

Naturalmente la "partita" che si gioca è quella delle elezioni regionali del 26 gennaio: "Non accetto che sia faccia una discussione sull'Emilia-Romagna dicendo che qui si gioca il governo giallorosso. Se lo decidano a Roma il governo giallorosso", sbotta il sindaco che appare inarrestabile "abbiamo la possibilità, facendo parlare i fatti, di dimostrare che c'è un'altra Italia possibile", assicura

In una regione che prospera grazie alle relazioni internazionali, semmai, "si decide se rimane aperto un varco europeo in questo Paese, parlandone con i fatti e incazzandosi un pochino", testuale "di fronte al signore che mi va a fare i video delle case di edilizia residenziale pubblica dove c'e' il nome di un cittadino bolognese straniero per dire che gli alloggi vanno solo agli immigrati, è arrivato momento di reagire. Noi assegnamo le case in base al reddito, non al colore della pelle", taglia corto.

"Loro dicono 'la casa solo ai bolognesi', ma siccome esiste una Costituzione, l'unica possibilità che hanno è di allungare periodo di residenza (nel Comune, a Bologna tre anni, ndr): significa che oltre agli immigrati tengono fuori anche lavoratori del nostro mezzogiorno e delle altre parti d'Italia. La logica del prima è senza fine", avverte il primo cittadino. "Questa roba qui ci condanna al declino. Ridurre le tariffe dei nidi solo ai bolognesi nati 'doc', è psichiatria generalizzata", sentenzia Merola.

Il presidente della Regione Bonaccini oggi ha detto "No al modello lombardo per la sanità' emiliano-romagnola" in risposta a Borgonzoni che aveva detto: "Se arrivo, io modello lombardo". Ma "Qui la centralità della sanità deve essere pubblica", scandisce Bonaccini all'assemblea "Uno povero deve essere curato come uno ricco", conclude. "La Lombardia? Una Regione che non fa decidere niente ai Comuni, una regione che è peggio dello stato centrale", conclude il sindaco. (dire)

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