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Venerdì, 19 Aprile 2024
Elezioni regionali Emilia-Romagna 2019

Elezioni Regionali, Mirko De Carli: "Mi candido per i moderati e i cattolici"

Popolo della Famiglia Emilia-Romagna, per le elezioni di gennaio fa un passo avanti De Carli: "Il cancro che affigge la nostra terra: l’inverno demografico"

Verso le elezioni regionali: un passo avanti per Mirko De Carli, Popolo della Famiglia. Il Coordinatore Nazionale Alta Italia del Popolo della Famiglia ce lo comunica in un'intervista nel giorno in cui Matteo Salvini annuncia che sarà a Bologna a sostenere Lucia Borgonzoni il prossimo 14 novembre

Come vede lo scenario in E-R e la situazione politica nazionale in generale? Un focus sul centrodestra? Come vede il nuovo partito di Renzi? "In Emilia-Romagna la situazione è decisamente fluida: dopo le vittorie del centrodestra in roccaforti storiche della sinistra come Forlì e Ferrara ci sono tutte le condizioni per una cambio di colore politico alla guida della Regione. Oltre a questo occorre sottolineare che l’accordo Pd e 5 Stelle che quasi certamente si riproporrà dopo l’Umbria rende più debole e incerta la candidatura di Bonaccini. La partita si giocherà sul filo del rasoio e dunque ogni voto potrebbe essere decisivo. A livello nazionale c’è un governo preoccupato unicamente alla gestione del potere per i prossimi tre anni: la finanziaria di galleggiamento con l’unica preoccupazione, tipica della sinistra, di affibbiare agli italiani l’etichetta di evasori ne è la conferma. Purtroppo le nomine dei prossimi anni sono importanti (fino all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica) e quindi staranno in carica fino a fine legislatura. Renzi? Uno stratega di palazzo formidabile ma con un consenso ormai minoritario: sicuramente proverà a essere il Craxi della Quarta Repubblica".

Elezioni regionali: quando si vota in Emilia-Romagna

Qual è l'elettorato a cui si rivolge? "Prima di tutto ci tengo a precisare che la mia candidatura è di puro servizio per aprire un dibattito nel centrodestra sulla necessità di allargare la base elettorale attuale a tanta parte di mondo cattolico che chiede un candidato presidente capace di accogliere le istanze più prossime alle famiglie, ai giovani che non lavorano, al sostegno di chi soffre ed è solo e alle imprese familiari che sono l’ossatura sofferente dell’economia italiana e regionale. Mi rivolgo in particolare a quelle tante donne che oggi dalla politica vengono considerate come bandiera da sventolare solo per le quote di genere o per un’emancipazione nel mercato del lavoro che rasenta spesso lo sfruttamento più becero (penso a chi lavora come commessa nei centri commerciali anche la domenica e i giorni di festa e chi è costretta spesso a firmare le dimissioni in bianco per essere assunta): occorrono strumenti come il reddito di maternità per dare un’indennità alla donna che sceglie di fare la mamma a tempo pieno, maggiore conciliazione lavoro-famiglia attraverso una legge ad hoc sul part-time e maggiori servizi in azienda per chi ha figli e retribuzioni paritarie rispetto agli uomini per le donne che hanno i medesimi incarichi. Ripartiamo dalla donna, mamma e lavoratrice, per ridare speranza a questa regione".

Elezioni in E-R, Bonaccini: "Fate i conti senza l'oste" 

Quali le priorità che secondo lei vanno messe davanti a tutto nella nostra regione? "Prima di tutto serve un piano regionale per la famiglia capace di sconfiggere il cancro che affigge la nostra terra: l’inverno demografico. Occorre dunque una fiscalità che premia la famiglia che fa figli attraverso il quoziente familiare con particolare attenzione ai nuclei monoreddito. Poi incentivi mirati a garantire l’accessibilità a determinati beni che riguardano le famiglie con figli (auto più grande, casa più grande...). Introdurre anche un fondo di garanzia regionale per aiutare i giovani che non possono accedere al mercato dei mutui per la prima casa, costretti dunque a non avere le condizioni minime per mettere su famiglia. Oltre a questo una forte ed incisiva campagna sanitaria tesa a ripristinare i punti nascita chiusi in questi anni (sopratutto quelli che erano presenti nelle comunità montane) e aprirne degli altri dove necessario. Per le imprese? Abolizione dell’Irap, l’imposta più odiosa che ci sia, compensandola nel bilancio regionale con l’introduzione dei costi standard per i servizi sanitari".

Toto-candidati: cosa pensa dei suoi competitor in questa sfida emiliana-romagnola? "Penso che Bonaccini potrebbe farcela, anche ad ottenere l’appoggio dei grillini. Per quando riguarda il centrodestra la Lega ha sicuramente il pallino in mano: la mia candidatura vuole essere da pungolo per dare sempre maggiore spazio e riconoscimento ai moderati e ai cattolici che non posso trovarsi a casa in una coalizione sbilanciata troppo a destra. Per questo, come extrema ratio, siamo pronti ad andare da soli".

Previsioni sull'Umbria, che ci precede sul calendario? "Vincerà il centrodestra. Non con i numeri che vediamo nei sondaggi, ma vincerà Tesei".

Quanto conosce l'Emilia-Romagna da 1 a 10? "Otto per due semplici motivi: la Romagna perché sono romagnolo e l’Emilia perché sono stato all’università a Ferrara e a Bologna per lavoro. Non dico dieci perché non si finisce mai di imparare e questa campagna elettorale sarà una preziosa occasione".

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