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Elezioni comunali 2016

Elezioni 2016, Ermanno Lorenzoni: il candidato che mette al centro il lavoro

Merola? "Ha continuato ad appoggiarsi sui poteri forti: costruttori, banchieri, Lega delle Cooperative. Lobbies fortissime, che non possono che condizionare qualsiasi politica, pur timida, di rinnovamento"

Ermanno Lorenzoni è il candidato sindaco per il Partito Comunista per i Lavoratori. E' quindi fra gli otto che correranno per la sfida con il primo cittadino uscente Virginio Merola (ecco chi sono gli altri sette) anche se non è stato, fino ad ora, troppo sotto i riflettori. 

Esperienza politica, programma elettorale, concetti chiave sui quali svilupperà la sua campagna elettorale. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio: 

Chi è Ermanno Lorenzoni?

Ho 63 anni,sono un ex ferroviere,ora in pensione. Mi interesso di questioni politico-sociali fin da quando ero ragazzo.  Sono un immigrato, se così possiamo dire. Infatti provengo da Ancona, città nella quale ho vissuto i primi 20 anni della mia vita, poi sono "emigrato" appunto, prima per frequentare l'università (sono laureato in Scienze Politiche), poi per lavorare nelle Ferrovie dello Stato. Ho svolto attività sindacale per tanti anni,anche in ruoli dirigenti e lì ho avuto modo di conoscere meglio i problemi e le richieste dei lavoratori,spesso insoddisfatti dalle risposte che danno le organizzazioni politiche e sindacali.

Quali sono i punti cardine del suo programma elettorale? Tre parole chiave della sua campagna?

Visto il mio curriculum, è facile immaginare che al primo punto del mio programma elettorale non può che esserci il problema del lavoro. Anche un Sindaco, seppure in modo marginale rispetto al Governo centrale del Paese, può contribuire su questo tema:ad esempio rendendo stabili i lavoratori comunali precari, magari da decenni. Ce ne sono tanti. In secondo luogo: accoglienza per tutti coloro che vivono la città, che contribuiscono quindi a renderla ciò che è sempre stata,se non altro nell'immaginario nazionale. La terza parola è declinata al plurale: servizi,perchè non è possibile che una città storicamente famosa per la qualità del suo stato sociale sia ridotta al punto in cui la vediamo:famiglie che dormono sotto i portici(e meno male che ce ne sono quasi 40 km.), quartieri che sono pochissimo serviti dai mezzi pubblici,apertura di poliambulatori privati,mentre si chiudono quelli pubblici.

Come sindaco di Bologna, quali sarebbero le sue priorità per la città?

Mi sembra che il problema casa sia diventato urgentissimo. Risolverlo eviterebbe tante tensioni,non soltanto con la popolazione immigrata da altri Paesi del mondo. In fondo,abitare in un alloggio decente dovrebbe essere un diritto sancito dalla Costituzione. A Bologna esistono aree con ex caserme ormai in  disuso,che cadono a pezzi e nessuno le vuole. Ci vuole tanto a preparare un piano di ristrutturazione per farne alloggi a canone convenzionato per lavoratori e pensionati a basso reddito e disoccupati? E gli alloggi ACER,molti dei quali sono sfitti? E i tanti edifici costruiti da imprese private invenduti a causa della crisi?

Come valuta il mandato di Merola? Meriti e colpe? In cosa poteva fare di più?

Merola ha continuato ad appoggiarsi sui poteri forti di questa città: costruttori, banchieri, Lega delle Cooperative (che non sono certo le cooperative di quando è nata la cooperazione). Sono lobbies fortissime, che non possono che condizionare qualsiasi politica, pur timida, di rinnovamento (che peraltro Merola non ha mai neanche lontanamente cercato di attuare). Del problema casa ho già parlato. Posso solo aggiungere che in 5 anni di mandato l'attuale Sindaco non ha investito NULLA,ma proprio nulla, sugli alloggi. Non parliamo poi delle scuole private,sul cui finanziamento pubblico si è svolto un referendum che,benchè consultivo e quindi non vincolante,il Sindaco ha bellamente ignorato. Ma in generale sono la spocchia e l'arroganza con le quali Merola tratta chi non è d'accordo con le sue politiche che danno ai nervi. E non lo dico soltanto io. Gli affibbierei un bel 2!

Cosa pensa degli altri candidati? Chi voterebbe se non si candidasse lei stesso?

Non vedo tra gli altri candidati chi possa impensierire davvero l'attuale Sindaco,che è stato bravo(questo bisogna riconoscerglielo)a pararsi a "destra" con gli sgomberi di case e con la campagna sulla legalità(in questo aiutato molto dai poteri dello Stato,quali magistratura e polizia)e a "sinistra"(coinvolgimento di aree vicine al Sindacato e al volontariato cattolico e non,che hanno formato liste di appoggio a Merola). Non mi sembra che il Movimento 5 Stelle rappresenti una grossa spina nel fianco di Merola qui a Bologna. Né vedo una vera alternativa nella Coalizione Civica,che si è spaccata prima ancora di presentarsi alla prova del voto,tant'è vero che i maitre-a-penser  di questa operazione ne sono usciti,perchè non vi si riconoscevano più. Ormai è rimasta soltanto SEL ad animarla,ma chi garantisce che questa formazione politica farà opposizione a Merola? Per 4 anni e mezzo SEL è restata nella giunta,uscendone soltanto negli ultimi 5 mesi!!! Non parlo della Lega Nord,perchè sono talmente tante le questioni che ci dividono che non voglio pensare neanche per un momento che i Bolognesi possano votare un sindaco come Lucia Borgonzoni. Sarebbe una cosa gravissima! La mia risposta, quindi, è che non voterei nessuno.

Come si sta svolgendo la sua campagna elettorale? Cosa le chiede la gente e quali sono i problemi che premono maggiormente agli elettori?

Durante la raccolta firme per la presentazione alle elezioni ho potuto constatare la grande disillusione presente tra gli elettori di quello che una volta veniva definito "popolo della sinistra". Il PD ha perso moltissimo consenso durante gli anni e moltissime credo saranno le astensioni dal voto. Forse andrà a votare una percentuale superiore di quel 37,8% delle regionali del 2014,ma comunque temo che non si arriverà ad una quota superiore al 50%. I disastri combinati dal PD(in ciò influiscono anche le politiche del governo centrale)si sentono anche a Bologna. Con il Partito Comunista dei Lavoratori che mi candida ho pensato di tenere una campagna elettorale che parli alla gente delle periferie,dei quartieri,perchè le contraddizioni che si registrano in quei luoghi sono i problemi che determinano la vera cifra di una campagna elettorale. Non sono velleitario,so bene che non concorro veramente alla carica di sindaco. I rapporti di forza rispetto ai miei avversari sono impari,non dispongo oltretutto di risorse finanziarie da investire. Penso però che valga la pena far conoscere ad un pubblico più vasto anche il punto di vista dei comunisti,notoriamente sfavoriti negli ultimi anni in campo elettorale,sulla crisi politica,sociale ed economica che stiamo attraversando e,non vorrei sembrare troppo audace,sui modi per uscirne. La cosa che non mi stancherò mai di dire è che senza un nuovo protagonismo dei lavoratori e di quelli che subiscono la crisi,non potremo mai uscire dalle secche in cui la sinistra è impantanata.      


 

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