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Elezioni comunali 2016

Il candidato "millenials" Silvano Bertossa: ‘cervello in fuga’ tornato in città, con tante idee per rilanciare Bologna

La sua è la generazione 'perduta', ma nonostante tutto, dopo un periodo all'estero, è tornato a Bologna e si è presentato nella lista del PD. Una critica a Merola? "La gestione approssimativa del piano del traffico"

A meno di un mese dalle elezioni amministrative che decideranno chi guiderà Bologna per i prossimi 5 anni, la campagna elettorale è nel suo pieno svolgimento e le liste dei candidati consiglieri per i 9 aspiranti sindaci sono state presentate: sono 17 e all'interno di quella del Partito Democratico c'è Silvano Bertossa. Nelle prossime settimane BolognaToday cercherà di far conoscere agli elettori alcuni dei 'volti nuovi' delle varie liste. 

C'è chi lo definisce il 'pupillo' di Benedetto Zacchiroli (il consigliere comunale appena 'trasferitosi' a Roma per entrare nello staff del presidente del consiglio Matteo Renzi): si chiama Silvano Bertossa ed è un giovane candidato al consiglio comunale di Bologna alle elezioni comunali del prossimo 5 giugno. La sua generazione (ha 31 anni) è quella dei "millenials", la famosa generazione perduta, quella schiacciata dalla crisi economica e dal problema del lavoro: per questo l'intervista che ci ha rilasciato in piena campagna elettorale verte proprio sulle problematiche più sentite dai giovani. 

Nato a Pianoro nel 1985, ha frequentato il liceo classico e dopo il diploma ha studiato in Italia, in Spagna e in Inghilterra: un 'cervello in fuga', ma che poi è tornato nella sua Bologna. Silvano Bertossa è consulente informatico. Durante la sua permanenza in Spagna è stato coinvolto nelle iniziative della Plataforma de Apoyo a Zapatero e il suo coinvolgimento politico in Italia è iniziato con la partecipazione alla campagna elettorale di Benedetto Zacchiroli per le Primarie del Centrosinistra del 2011.

Chi è Silvano Bertossa e per quali motivi si candida?

Ho 31 anni e sono nato a Pianoro. A 20 anni mi sono trasferito in Spagna e poi in Inghilterra. Ora condivido un appartamento con amici nel centro storico. Bologna è la città nella quale ho scelto di tornare dopo le mie esperienze all’estero. Mi candido perché so che questa città ha tutte le carte in regola per tornare ad essere un esempio di ottima amministrazione, deve solo avere il coraggio di guardare un po’ più lontano, ai buoni esempi che vengono dalle città d’Europa e del mondo, e in questo sono sicuro di poter offrire il mio contributo. Inoltre mi riempie di speranza la candidatura di Manuela Marsano, per la quale provo grande stima e affetto: insieme abbiamo fatto la campagna per Benedetto Zacchiroli nel 2011.

Il suo modello di politico nazionale e locale?

A livello nazionale penso immediatamente a Monica Cirinnà, alla sua attenzione per l’ambiente e i diritti. Con lei abbiamo organizzato un incontro ai Giardini Margherita. Con la legge che porta il suo nome stiamo facendo un primo passo verso il matrimonio egualitario. A livello locale il mio modello è Benedetto Zacchiroli: ci lega una amicizia quasi ventennale e abbiamo fatto spesso attività politica insieme. Di Zac ammiro la capacità di coinvolgere persone con percorsi di vita molto diversi. Sono felicissimo che la sue competenze siano state riconosciute e valorizzate con un incarico importante a Palazzo Chigi.

Quali sono le priorità per la città secondo lei?

Bologna ha un disperato bisogno di recuperare una visione d’insieme e a lungo termine. Ha una grande università, ma sta perdendo i suoi giovani: andiamo all’estero a cercare contesti che valorizzino le nostre competenze. Da troppo tempo non c’è un progetto organico sulla mobilità. Gli ultimi interventi di largo respiro al piano del traffico sono stati fatti ai tempi di Vitali, dopo, solo rammendi. Bisogna garantire la qualità del servizio di trasporto pubblico. Qualità è puntualità, gentilezza, ma anche una rete facile da usare e accessibile, che permetta a tutti, anche a chi non può camminare, di raggiungere facilmente tutti i punti della città. Negli ultimi anni si sono messi a bilancio molti chilometri di piste ciclabili, ma non basta dipingere una linea su un marciapiede.

E' nato negli anni '80. Una classe che deve fare i conti con il problema lavoro: ha delle proposte in merito? Quale il confronto con l'estero e le buone pratiche che avrà avuto modo di conoscere durante i suoi periodi oltre confine?

In Inghilterra non si ha timore di affrontare il tema del lavoro: fin dagli anni dell’università si viene coinvolti in molte iniziative di orientamento, tirocini pagati, corsi per sviluppare abilità specifiche. I corsi di laurea non sono definiti per legge e le scuole e le università hanno maggiore libertà di creare percorsi di studio adatti al mondo contemporaneo. Dobbiamo applicare questo modo di pensare, investendo nell’orientamento scolastico e universitario in modo da valorizzare il tessuto produttivo del nostro territorio, che ha delle potenzialità altissime.

Partiamo sempre dai suoi dati anagrafici. E' giovane e avrà un pensiero sulle questioni legate alla movida (convivenza locali/residenti): cosa crede sia stato fatto di buono e quali invece le direzioni sbagliate?

Quello della sicurezza e del decoro è un problema che vivo tutti i giorni, vivendo nel centro storico e frequentando la zona universitaria. Credo che l’intervento di riqualificazione di via Petroni sarà un successo: ho seguito la fase di progettazione partecipata e sono state coinvolte persone molto competenti. Per lo stato attuale di alcune piazze del centro in orari notturni si può fare meglio: con ordinanze molto severe sugli orari di apertura dei locali ci siamo trovati con strade buie, un fortissimo mercato nero dell’alcol e meno sicurezza. È difficile risolvere i problemi con i divieti.

Sostiene la candidatura di Merola: un suo grande merito, ma anche una tirata d'orecchi su qualcosa che avrebbe potuto fare meglio in questi 5 anni?

Virginio è riuscito a dirottare i fondi per il metrò, più di trecento milioni di euro, sul servizio ferroviario metropolitano e sulla rete di filobus, due sistemi fondamentali per il territorio. Una tirata d’orecchi invece per la gestione approssimativa del piano del traffico. Vorrei proporgli di fare una gita insieme a Madrid, città in cui ho vissuto a lungo, per mostrargli come hanno fatto convivere pedonalizzazioni e accessibilità.

I suoi coetanei andranno a votare? Come li convincerebbe a farlo?

Ai pochi disillusi dico che chi non vota poi non si può lamentare, ma i miei coetanei votano quasi tutti: i giovani bolognesi sono sensibili ai temi politici. Quando ho parlato agli amici della mia candidatura ho trovato un grande entusiasmo, tanto che posso contare su un gruppo di più di venti volontari che mi aiutano nei volantinaggi e nell’organizzazione di eventi.

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