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Elezioni Bologna 2021

Elezioni, Giulio Venturi (capolista Lega): "Più cura per la città e meno proposte mirabolanti"

INTERVISTA. Nipote di Marco Biagi, Venturi ha scelto la politica per: "Respingere ogni fanatismo dopo il terrorismo rosso". Consigliere comunale uscente, promuove alcuni assessori della giunta Merola: "Stima a Conte, Aitini e Lombardo"

Verso le amministrative: un incontro tête-à-tête con il capolista della Lega Giulio Venturi. Già consigliere comunale, Venturi racconta le sue battaglie e la sua visione della Bologna del prossimo decennio: parole d'ordine mobilità, qualità urbana e attenzione alla disabilità.  

Chi è Giulio Venturi capolista della Lega alle prossime comunali di Bologna? 

"Sono nato e cresciuto a Bologna. La città che amo e dove ho scelto di vivere. Ho 38 anni e un percorso lavorativo da Export Manager. Ho deciso di impegnarmi in politica da quando, nel 2002, mi sono dovuto scontrare con il terrorismo rosso, che ha strappato alla vita mio zio Marco Biagi, giuslavorista e massimo esperto del Diritto del Lavoro. Da quel giorno ho deciso di mettermi al servizio della città, respingendo ogni fanatismo, nella convinzione che solo un atteggiamento pragmatico e svicolato dalle ideologie possa risolvere i problemi di una comunità. Mi sono candidato, nelle scorse elezioni, con una lista civica, ricoprendo per cinque anni l’incarico di consigliere comunale e presidente della commissione Bilancio. Adesso mi presento, con la mia anima moderata, come capolista per «Lega - Salvini Premier» in appoggio al candidato sindaco Fabio Battistini, nella speranza di dare seguito alle tante battaglie per le quali mi sono speso nel precedente mandato".

Dopo l'esperienza in consiglio comunale cosa ha capito di questa città e quali sono state le sue battaglie dai banchi dell'opposizione? 

"Come consigliere comunale mi sono concentrato sui temi di mobilità, sicurezza, decoro urbano e disabilità. Ho riservato molta attenzione anche al commercio, soprattutto alla tutela delle botteghe storiche e dei mercati rionali, vere eccellenze locali. Ho compreso come Bologna sia una città dal potenziale enorme ma non opportunamente sfruttato. La nostra città non ha bisogno di grandi progetti o proposte mirabolanti ma di più cura. Occorre una lotta senza sconti al degrado, arginando la movida selvaggia ed eliminando le  tante situazioni che sono fuori controllo. A questo proposito ho proposto di creare una cittadella universitaria nella prima periferia. Un campus non in sostituzione dell’Università, che rimarrà in via Zamboni, ma una struttura dotata di tutti i servizi (alloggi, sale studio, campi sportivi e locali), in modo tale da alleggerire la pressione degli studenti sul centro storico. Inoltre è necessario ripensare integralmente il sistema della mobilità cittadina. I bolognesi non hanno bisogno di un tram, che stravolgerà il tessuto urbano, e che rappresenterà un altro flop come il People Mover. C’è necessità invece di più parcheggi, soprattutto in centro storico. Muoversi in auto, per andare al lavoro o condurre una vita sociale, non deve essere più un incubo, come invece è adesso. Inoltre ritengo sia giunto il momento di aprire le corsie preferenziali al passaggio degli scooter e delle moto".  

Pensa che l'esito delle prossime amministrative sia scontato? Quali le sue previsioni e speranze? Si pone un obiettivo in quanto a voto?

"Come hanno già ribadito in molti, i sondaggi lasciano il tempo che trovano. Io non credo che i bolognesi siano così soddisfatti di come la sinistra ha governato la città in questi dieci anni. Matteo Lepore raccoglie il testimone di Virginio Merola, non per niente molti lo hanno definito il suo «delfino». Il candidato Fabio Battistini è l’unico che può offrire una reale alternativa e sono convinto che abbia tutte le carte in regola per arrivare al ballottaggio. Quanto a me, spero di essere riconfermato in consiglio comunale, almeno per dare continuità al percorso che ho intrapreso".  

Una delle sue proposte per Bologna riguarda i parcheggi: ha un progetto già concreto per risolvere il disagio dei posti auto nel centro storico? 

"Ho rilanciato di recente un progetto sui parcheggi, che avevo presentato in passato ma che è stato rifiutato dall’amministrazione di sinistra, temo per motivi soprattutto ideologici. Io invece credo che tale iniziativa risolverebbe molti problemi soprattutto per chi vive nel centro storico. Si tratta di un piano che prevede l’aggiunta di 1.500 posti auto, interrati e automatizzati, in modo da sopperire alla cronica carenza di parcheggi. Stalli che potrebbero sorgere in tre punti centrali della città. Piazza Roosevelt, dove si può realizzare un parcheggio a più piani dalla capienza di 500 posto auto. Piazza del Baraccano, con un parcheggio pertinenziale e a rotazione di 100 posti. Infine Piazza Saragozza con altri 300 stalli". 

Tre parole chiave del suo programma elettorale? 

"La prima è mobilità. Sogno un futuro nel quale i bolognesi possano spostarsi liberamente, scegliendo il mezzo che preferiscono, senza che l’amministrazione  comunale porti avanti una guerra indiscriminata verso chi usa il mezzo privato per necessità. 
La seconda è qualità urbana. I bolognesi hanno diritto di vivere in una città sicura e pulita. Bisogna fermare la movida selvaggia in modo che i residenti riescano a dormire la notte. Inoltre bisogna combattere il degrado, investendo sulla pulizia dei muri dai graffiti, anche in vista della valorizzazione dei portici, divenuti patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. 
La terza è attenzione alla disabilità. In città esistono ancora troppi ostacoli. Bisogna eliminare le barriere architettoniche e istituire un assessorato ad hoc, che si occupi di rendere la città più vivibile per i disabili". 

Chi salverebbe fra gli assessori della giunta uscente? C'è qualcuno che secondo lei (nonostante la pensiate in modo diverso) ha lavorato proficuamente? 

"Seppur su posizioni diverse, stimo Davide Conte, con il quale ho avuto l’opportunità di lavorare, in quanto presidente della commissione Bilancio. Una persona competente che è riuscita a far quadrare i conti del Comune. Ho apprezzato anche Alberto Aitini, uno dei pochi a sinistra che ha preso sul serio il tema della sicurezza. Peccato che il suo partito non l’abbia voluto ricandidare. Ma, si sa, in politica le cose non succedono mai per caso. Aggiungo infine Marco Lombardo per il modo nel quale ha cercato di risolvere alcune problematiche  legate al tema del lavoro".  
 

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