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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni Bologna 2021

Elezioni, Davide Celli nella lista Europa Verde: "Un ecologista in Comune: farmi ascoltare sarà un'impresa"

INTERVISTA. Il suo nome di battaglia (Daniza) è la dedica a un orso abbattuto e le sue battaglie per Bologna saranno: "Verde urbano e trasporti. Rivedere la raccolta porta a porta e incentivare l'energia solare"

"Mi chiamo Davide Daniza Celli, sono nato a Bologna nel 1967 e sono un attivista ecologista (figlio di Giorgio Celli ndr), in questi ultimi anni mi sono battuto per la salvaguardia degli orsi trentini". Così si presenta brevemente il candidato in testa di lista per Europa Verde. Da cosa deriva il secondo nome "Daniza"? Daniza è il nome dell’orsa abbattuta in trentino durante un tentativo di cattura: "L’ho scelto come nome di battaglia e da allora tutti mi conosco come Davide Daniza Celli. E questo mi ha fatto diventare un transpecista, sono oltre ogni genere e definizione, sono un uomo che si è mutato in un’orsa". 

Chi è Davide Daniza Celli, il candidato sindaco di Europa Verde alle prossime elezioni amministrative di Bologna?

"Mi occupo di comunicazione, sono un disegnatore, scrivo racconti che diffondo sui social. Da ragazzo sono stato un attore. Ho debuttato con Roberto Faenza nel film si Salvi chi vuole e ho preso parte a numerosi film di Pupi Avanti fra i quali ricordo Gita scolastica, Festa di laurea, Noi tre. Ho lavorato anche con Daniele Lucchetti e Gabriele Muccino. Come vignettista ho lavorano per circa cinque anni per il Corriere di Romagna sotto la direzione di Michele Bovi. Sono stato dirigente locale e consigliere federale dei Verdi a fasi alterne, infine sono stato eletto consigliere comunale nel 2004, quando fu eletto Sindaco Sergio Cofferati.

Perchè ha deciso di candidarsi? Cosa serve alla nostra città?

"Ho deciso di candidarmi per via di quell’abisso che si è creato fra le parole e i fatti. Si parla tanto di ecologia, eppure continuano ad accanirsi sul verde urbano tagliando interi viali, e non risparmiano neanche la vegetazione ripariale dei corsi d’acqua e nemmeno i boschi che circondano Bologna. Tutto queso accade malgrado le montagne, da verdi che erano, incominciano a diventare marroni per via degli alberi che si seccano. I fiumi, penso al Sambro che ho visitato recentemente, sono completamente secchi.

Il Setta è ai suoi minimi storici, metà del lago di Castel dell’Alpi è sparito. Le api, quest’anno, hanno prodotto pochissimo miele, gli apicoltori le hanno dovute nutrire e dissetare per non farle morire, non ci sono più fiori a sufficienza per sfamarle. Dal cielo piove grandine grande quanto un uovo di struzzo. Ci rendiamo davvero conto di cosa sta succedendo? La crisi climatica è sotto gli occhi di tutti, bisogna agire, e bisogna farlo in fretta. Da un lato è necessario gestire l’emergenza, rafforzare la protezione civile, comprare canadair, rivedere tutto il sistema della gestione e dell’uso dell’acqua, dall’altro bisogna portare avanti politiche di ripristino, protezione e rewild per l’Appennino e per Bologna.

Se Bologna è davvero una città metropolitana deve incominciare ad estendere le sue politiche ambientali verso i comuni che la circondano, in montagna servono maggior tutele per gli ambienti boschivi e gli alvei fluviali, in pianura bisogna puntare tutto sull’agroecologia, in città la parola d’ordine deve essere “forestazione urbana”. Se Bologna mantiene ancora un po’ di vivibilità lo deve a ciò che la circonda, le montagne da una parte e le campagne dall’altra. Credo nel potere della parola e ritengo che sia importante portare in consiglio comunale il punto di vista di un ecologista. Quanto a farmi ascoltare sarà davvero un’impresa, ma ci proverò ugualmente, promesso".

Quanto Bologna è verde e quanto (e come) si dovrà lavorare sui temi ambientali?

"Bologna, come tutte le città, è un ecosistema urbano, per cui stiamo parlando di un ambiente artefatto e fortemente indebolito che bisogna ricostruire attraverso l’istituzione di pratiche ecologiche. Se guardiamo la pianta della città dall’alto ci accorgiamo che i Colli Bolognesi sono come un grande scoglio sul quale si abbatte l’Appennino e cioè un ambiente ancora, e per fortuna, ricchissimo di biodiversità. Dato che la prima causa di estinzione nel mondo è la frammentazione ambientale è diventato assolutamente necessario mettere in connessione l’Appennino con la pianura, per esempio sfruttando i corsi d’acqua che, se tutelati a dovere, e non depredati della vegetazione, possono diventare degli importanti corridoi ecologici. Triplicare la massa arborea cittadina significa raffreddare la città durante l’estate sollevando gli anziani da uno stress che ha delle devastanti conseguenze sulla loro salute. Questa è una vecchia idea dei Verdi che continuiamo a sostenere in tutte le città d’Italia in cui ci presentiamo. Infine bisogna pensare ad un altro tipo di verde, se da un lato chiediamo di incrementare i parchi urbani, e di trovare il modo di connetterli così da creare una rete verde, dall’altro chiediamo anche l’istituzione di aree di riequilibrio ecologico (o Stepping stones). Zone della città in cui si lascia che la natura si manifesti senza l’intervento dell’uomo. Purtroppo si tratta di un principio poco conosciuto dai cittadini, sono le aree incolte che ospitano il maggior numero di animali e di piante e per questo sono importanti serbatoi di biodiversità. Tanto per fare un esempio, 2/3 delle specie che vivono in un bosco hanno bisogno di legno marcio, un elemento vitale che nei parchi pubblici viene regolarmente eliminato. Ciò non significa che queste aree saranno interdette alla cittadinanza, anzi, diventeranno dei veri e propri laboratori didattici a cielo aperto destinati ai bambini e al loro apprendimento".

Quali le vostre battaglie per la città?

Se Bologna vuole diventare una città a 'misura di bambino' deve agire in due direzioni, la prima, quella dedicata al verde urbano l’ho già illustrata, l’altra riguarda i trasporti. Il servizio metropolitano ferroviario, per esempio, deve aumentare le corse fino ad offrirne almeno due ogni ora, se poi si riuscisse a farle diventare tre, sarebbe ancor meglio. Le sale d’attesa devono diventare zone confort dove si può ordinare un caffè e leggere il giornale, o un libro, per ingannare l’attesa. Poi bisogna darsi da fare per aumentare la produzione di energia solare partendo dalle zone industriali. Molti tetti di capannoni possono prestarsi in modo egregio a questo compito, si tratta solo di creare dei bandi che rendano l’installazione dei pannelli appetibile ai proprietari. Al momento i bandi sono davvero poco attraenti. Infine, la raccolta differenziata, deve essere rivista assolutamente. Così non funziona. Mia madre abita in via Mascarella, non si possono costringere gli anziani a vivere in casa con i rifiuti. E tutte quelle montagne di sacchi sotto i portici sono davvero indecenti. Quando mia madre ha traslocato da Unione a Mascarella abbiamo messo in strada dei sacchi pieni di vecchie carte (per fortuna) poco importanti, la mattina dopo erano stati rotti i sacchi e c’era gente che prendeva in rassegna il contenuto, leggeva le lettere, vecchie ricette, agende. C’è anche un problema di privacy quindi. Sul bike sharing direi che Merola ha fatto un ottimo lavoro. Mio figlio, che abita a Bologna, usa la bici tutti i giorni. Mi piacerebbe veder nascere altre iniziative come questa.

Avete iniziato la raccolta firme: quali sono le previsioni? Come dialogate con gli elettori?

"Per scaramanzia non facciamo previsioni. La raccolta firme va abbastanza bene. L’accoglienza mi pare buona anche se la pandemia ha gettato la cittadinanza in un clima di scoramento generale. Il mondo della politica deve metterci più energia, ritrovare la fiducia persa, instillare ottimismo nei cittadini.

Cosa pensate degli altri candidati e in generale di come si sta svolgendo la campagna elettorale? Quale sarebbe la prima cosa che chiederebbe al nuovo sindaco di Bologna?

"La nostra lista di candidati è ricca di personalità che provengono del mondo universitario. Professori e ricercatori. Per la prima volta gli ecologi, gli scienziati che si occupano di ecologia, si sono uniti agli ecologisti e cioè agli attivisti ambientalisti che tentano di far entrare l’ecologia nelle istituzioni. In questo modo Europa Verde ha raccolto il pensiero di mio padre, Giorgio Celli, che riteneva che i Verdi dovessero possedere delle solide basi scientifiche per fronteggiare la complessità dei fenomeni ecologici. Stiamo andando in questa direzione.

I verdi appoggiano Lepore come sindaco, ma se allude a cosa gli chiederei se dovesse essere eletto, oltre alle cose di cui ho già parlato, gli domanderei di decuplicare il numero di orti messi a disposizione dei bolognesi, mi è stato detto che ci sono lunghe liste d’attesa. Prodursi il cibo da soli, magari con tecniche naturali, avvicina le persone all’ambiente che le circonda, le rende più buone e rispettose nei confronti della natura, lo sosteneva  Wilson, uno dei più importanti ecologi del nostro tempo. Senza contare tutta l'energia che si risparmia, il combustibile che non viene bruciato per trasportare gli ortaggi al punto vendita, indubbiamente, fare un orto è un atto rivoluzionario".

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