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"Prima i temi": ma la destra si arena proprio sul nome del candidato

Da settimane i referenti dei partiti che dovrebbero comporre il campo sfidante a Matteo Lepore stanno rinviando la scelta definitiva. In un primo momento è sembrato che questo dipendesse dall'esito delle primarie del centrosinistra, ma ora lo stallo è decisamente politico

Chi è il candidato sindaco per il fronte del centrodestra a Bologna? Se lo stanno chiedendo in tanti, da settimane, sotto le Torri, e con buona pace del 'prima i temi, poi i nomi' sancito alla vigilia degli stati generali di aprile, patrocinati dal centrodestra al gran completo. Tra temi e nomi, col senno di poi, la quadra si trova sicuramente non solo con i primi, ma necessariamente con i secondi.

Il candidato del centrodestra manca, stenta a decollare, prigioniero di mai ufficializzati ma evidenti veti incrociati tra le diverse forze dello schieramento che vede insieme Forza Italia, Lega e Fratelli D'Italia. Ogni settimana un incontro, ogni settimana una data, poi puntualmente rinviata di un'altra settimana. Così si è andati avanti per oltre un mese, mentre le casella delle altre grandi città, seppur faticosamente, andavano in porto.

Per agevolare la trattativa sottotraccia, nelle settimane scorse era stata avanzata anche una idea di un tridente, con sindaco, vicesindaco e assessorato di peso in quota rispettivamente ognuno a un partito della potenziale coalizione. Non se ne è saputo più nulla, anzi nei giorni successivi i nomi hanno ricominciato a rimbalzare, a tal punto che dalle parti del centro qualcuno ha pensato di rintuzzare pure le lusinghe a Gian Luca Galletti, pilastro e icona di quel centro moderato bolognese tendente alla destra che in tanti vorrebbero rappresentare.

L'ultima data messa in agenda è il 19 luglio, indicata da Salvini che, insieme a una visita spot per i referendum sulla giustizia, arriverà anche con il nome del candidato sindaco per il centrodestra. Nome che però non è ancora dato sapere, come più volte successo, e come più volte è successo che ne sia stata annunciata una data di consacrazione, puntualmente poi rinviata, di settimana in settimana.

L'attrito maggiore si registra tra Forza Italia, che porta in dote il senatore Andrea Cangini e la Lega, che preferirebbe un civico, e si fa il nome dell'imprenditori già candidato civico Fabio Battistini. In corsa rimarrebbe anche l'editore Roberto Mugavero, ben visto dalle parti di Fratelli D'Italia.

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Certo, nel tempo non può non aver pesato il percorso tortuoso delle primarie del centrosinistra a trazione Pd. Lì il dubbio su chi candidare ha effettivamente trovato fondamento, poiché a seconda di chi sarebbe uscito dalla consultazione dem -questo il ragionamento- si sarebbe trovato un candidato di centrodestra adeguato a fare da contraltare, se più conciliante o aperto al centro, oppure un volto battagliero per incalzare un eventuale competitor più timido.

Ma oggi il candidato del centrosinistra c'è, ed è pure abbastanza ingombrante: Matteo Lepore, che oltre a simboleggiare la 'Ditta', è anche considerato il Delfino di Merola e in qualche modo legato in continuità con la Giunta in scadenza. Per di più, l'impronta progressista che Lepore sta dando alla sua campagna, farebbe propendere per una opposizione più decisa nello storico campo avversario, e quindi una facilità maggiore nella scelta del nome. Viceversa, con Conti in campo nell'altro schieramento, il discorso sarebbe stato più problematico.

Ma così non è. E non è neanche l'attesa per la definizione delle candidature nelle città maggiori, dato che una dopo l'altra sia Roma che Milano che Napoli hanno visto una designazione dei rispettivi candidati di centrodestra.

A questo punto solo Bologna rimane in attesa, ferma al via per un'evidente tatticismo interno alle forze puramente politico e di nome, non certamente programmatico e di temi. Tutto ciò sotto le Torri non sembra essere molto ben visto, soprattutto da quella fetta di elettorato che vorrebbe non dover scegliere nell'urna ancora tra la continuità e l'irrilevanza.

Sul nome del candidato del centrodestra si continuerà quindi a discutere, e probabilmente non ci sarà una frattura insanabile. La domanda, a ogni modo, rimane: discutere ancora per quanto?

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