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Elezioni Bologna 2021

Elezioni, il candidato sindaco Federico Bacchiocchi: "Il nostro è un programma di riscatto della classe lavoratrice"

L'INTERVISTA. "Un voto al Partito Comunista dei Lavoratori e al suo programma rivoluzionario, l’unico all’altezza della drammaticità del momento, è un segnale fondamentale per andare proprio in quella direzione"

Il candidato sindaco per la città di Bologna del Partito Comunista dei Lavoratori è Federico Bacchiocchi. Un'intervista per conoscere il suo programma elettorale e le battaglie che vuole portare avanti per la città. Come sarà Bologna fra 10 anni? Per il candidato le prospettive sono due: "Diventare sempre più una vetrina del capitalismo italiano, una cartolina buona per le agenzie turistiche e dimenticare i ceti popolari, oppure sviluppare a partire proprio da essi e dalle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori una nuova stagione di solidarietà sociale che possa essere da traino a tutto il Paese". 

Chi è Federico Bacchiocchi, il candidato sindaco per il Partito Comunista dei Lavoratori? 

"Sono nato a Senigallia in provincia di Ancona il 20 agosto 1970. Dall’1989, anno in cui mi sono iscritto alla facoltà di veterinaria di Bologna, risiedo a Bologna e provincia. Nel 1997 mi sono laureato in medicina veterinaria e dopo varie esperienze lavorative, tutte nel settore pubblico, e molti anni di precarietà lavorativa, sono stato assunto dal Ministero della Salute quale veterinario ispettore degli animali e alimenti in ingresso nel territorio della UE. Vivo con la mia compagna e con i miei due figli, di 10 e 7 anni di età, di cui vado molto fiero. Sono un vecchio attivista politico, fin dall’età di 16 anni, quando ho maturato una coscienza rivoluzionaria, anche per l’esempio che mi avevano dato i miei genitori, e la consapevolezza di dovermi battere per le ragioni del mondo del lavoro.

Iscritto prima alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), del PCI, poi dopo la famigerata svolta della Bolognina, al PRC dopo l’ingresso nel governo Prodi di questo Partito, ho contribuito a fondare il Partito Comunista dei Lavoratori dove attualmente mi onoro di militare ricoprendo diversi ruoli tra cui quello nella segreteria Nazionale. Ritengo di avere avuto un percorso di maturazione e attivismo politico coerenti, collocandomi sul terreno del marxismo rivoluzionario, in particolare seguendo l’insegnamento di Lenin e Trotzki".

Quando e perché ha deciso di candidarsi?

"La decisione di candidarmi è stata attentamente valutata nel quadro della discussione nel Partito, che ha deciso di presentarsi nelle maggiori citta al voto, a parte Napoli, ossia oltre Bologna, anche a Roma, Milano e Torino. Questo impegno il Partito lo ha assunto per cercare di intervenire con la sua proposta programmatica rivoluzionaria in un frangente drammatico per la classe lavoratrice italiana, colpita allo stesso  tempo in maniera massiccia dalla pandemia, con il suo doloroso carico di malati e deceduti, dai licenziamenti, già a centinaia di migliaia prima dello sblocco del governo, con il mancato rinnovo dei contratti precari, e poi dall’ondata a cui stiamo assistendo oggi e a cui in modo straordinario si sono opposti le operaie e gli operai della GKN;  inoltre la classe operaia è vittima  di un’impressionante sequela di morti sul lavoro, come ci ricorda la triste cronaca quotidiana, e un immiserimento di massa che si è sovrapposto a quello provocato dalle crisi del 2008 e del 2013.

Abbiamo ritenuto nostro dovere presentare un programma di riscatto alla classe lavoratrice, essendo i soli che potevano farlo senza dover rendere conto dei tradimenti del passato come la partecipazione a governi, quelli di centro-sinistra, che hanno varato la precarietà lavorativa con il lavoro interinale, le privatizzazioni, i tagli alla sanità e alla scuola, una gigantesca detassazione dei profitti (IRES dal 34% al 27,5%) a vantaggio degli industriali e dei banchieri. Per non palare del voto alle missioni militari, Afghanistan incluso, dei bombardamenti su Belgrado e la parificazione tra scuola pubblica e scuola privata.

Noi proponiamo all’attenzione di tutta la classe lavoratrice e agli elettori dei comuni dove ci presentiamo queste rivendicazioni generali: il blocco dei licenziamenti e nazionalizzazione senza indennizzo delle aziende che licenziano, sotto controllo operaio (a partire da GKN e da Whirlpool), la riduzione generale dell’orario di lavoro a parità di paga (30 ore pagate 40), la cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, il raddoppio dell’investimento nella sanità pubblica e un grande piano di nuovo lavoro in opere di pubblica utilità. Queste misure possono essere lautamente finanziate da una patrimoniale straordinaria di almeno 10% sul 10% più ricco (400 miliardi) e dalla cancellazione del debito pubblico verso le banche, la nazionalizzazione delle banche e loro concentrazione in un’unica banca pubblica.

Nessuna altra forza politica a sinistra è oggi in grado di presentare oggi questo programma agli elettori e all’insieme della classe lavoratrice.

Inoltre, un motivo importante che mi ha spinto a candidarmi, è la constatazione che le altre forze politiche a sinistra, in opposizione al PD, per motivi che ritengo di opportunismo elettorale, hanno deciso o di candidare persone degnissime , come Dora Palumbo, ma lontane, per storia politica, dal movimento operaio e dalla tradizione della sinistra comunista oppure, come Marta Collot, che hanno nel codice genetico della propria proposta politica il rifiuto della costruzione del partito rivoluzionario della classe lavoratrice e dell’obbiettivo politico del governo dei lavoratori, l’unico che possa effettivamente affrontare la questione sociale dal punto di vista della classe lavoratrice nell’interesse delle classi popolari e della grandissima maggioranza della popolazione".

La lista di Bacchiocchi per le amministrative 2021

Quali sono i punti fondamentali del suo programma elettorale e come sta organizzando gli incontri con i cittadini? 

"Il nostro programma elettorale per il Comune di Bologna declina gli obbiettivi generali del Partito sul terreno dell’amministrazione locale. Il mio programma per Bologna pertanto è il seguente: in tema di lavoro l’abolizione no alla precarietà nella pubblica amministrazione, regolarizzazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori precari. Ed un no assoluto ai licenziamenti in qualsiasi forma; riguardo la tutela della salute, il potenziamento dei servizi comunali a cominciare da quelli socio-sanitari e di assistenza alle persone fragili anche per assicurare il contrasto del contagio da Covid; per la difesa dello stato sociale, la re-internalizzazione e potenziamento della fornitura dei servizi comunali, come quelli forniti per gli asili, le scuole (ad es. la refezione scolastica), gli istituti di assistenza, ecc.., con conseguente assunzione stabile di tutto il personale che vi opera; il potenziamento del trasporto pubblico, anche mediante requisizione di quello privato, a cominciare da quello adibito al trasporto degli studenti, anche per garantire la sicurezza da contagio da Covid; per il diritto alla casa e all’abitare, la loro salvaguardia mediante la requisizione degli appartamenti sfitti, la promozione di affitti a canone concordato, il rilancio dell’edilizia popolare; riguardo la scuola, l’abolizione del finanziamento alla scuola privata, potenziamento dei sevizi comunali per gli istituti, gli asili e le scuole pubbliche; a tutela dell’ambiente la drastica riduzione delle emissioni mediante la chiusura al traffico e l’istituzione dell’area pedonale in tutto il centro storico, l’inviolabilità dei polmoni verdi della città come I Prati di Caprara, il contrasto alle grandi opere inutili e impattanti (passante nord), la restituzione alla proprietà pubblica l’erogazione del servizio di distribuzione dell’acqua; per la solidarietà sociale, politiche attive di accoglienza di chi fugge da fame e guerre (migranti) fornendo risorse umane, materiali (fondi) e immobiliari (abitazioni), e promozione di scambio con le culture di appartenenza, blocco della speculazione edilizia a partire dalla salvaguardia degli spazi già adibiti ad uso sociale (centri sociali), destinazione degli immobili di proprietà pubblica ad uso sociale e culturale, rimozione dell’intitolazione di strade e piazze, a personaggi compromessi con il regime fascista, nonché ad autori di crimini razzisti, coloniali, e nei confronti dei minori (ad es. Indro Montanelli)

Tutte queste misure si possono finanziare: con l’imposizione di una tassa comunale straordinaria fortemente progressiva sui grandi patrimoni e con l’abolizione del debito comunale verso il capitale finanziario. Insomma solo lo un’amministrazione locale che si basi sul consenso e la forza delle lavoratrici e dei lavoratori, che lavori a stretto contatto con le loro organizzazioni di riferimento (sindacati, comitati e associazioni), può assicurare questi obiettivi, e fare di Bologna una città solidale. Per portare a conoscenza questo programma stiamo organizzando numerosi volantinaggi nei quartieri popolari, sui posti di lavoro e nei luoghi di aggregazione della classe lavoratrice".

Crede che il risultato di queste Comunali 2021 sia scontato? Lei è uno dei candidati "meno conosciuti": cosa dice a chi parla di "dispersione di voti"?

"I sondaggi sembrano indicare come molto probabile la vittoria di Lepore, nel segno della continuità delle politiche di smantellamento dello stato sociale, di privatizzazione dei servizi e della sanità, di speculazione edilizia accelerata e di precarizzazione del lavoro fin dentro la pubblica amministrazione. Allo stesso tempo segnalano anche una grande fetta di indecisi e una probabile alta astensione, segno che i ceti popolari si sentono poco coinvolti da questa competizione elettorale.

Certamente noi siamo una piccola forza politica, ma riteniamo, per le ragioni che ho esposto prima, di avere il dovere di dire alle lavoratrici e ai lavoratori di Bologna un grande verità: che solo il loro riscatto, la costruzione di un grande fronte unitario di lotta può determinare un cambiamento della vicenda sociale nel nostro paese.

Un voto al Partito Comunista dei Lavoratori e al suo programma rivoluzionario, l’unico all’altezza della drammaticità del momento, è un segnale fondamentale per andare proprio in quella direzione. In questo senso, non è assolutamente un voto disperso, ma l’unico veramente utile alle ragioni del mondo del lavoro".

Come immagina la Bologna dei prossimi 10 anni? Cosa sarà importante fare o on fare nel prossimo mandato? 

"Bologna nei prossimi anni ha due prospettive: o diventare sempre più una vetrina del capitalismo italiano, una cartolina buona per le agenzie turistiche e dimenticare i ceti popolari, oppure sviluppare a partire proprio da essi e dalle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori una nuova stagione di solidarietà sociale che possa essere da traino a tutto il Paese.

Nel prossimo mandato sarà fondamentale restituire Bologna ai settori popolari, alle operaie e agli operai che l’hanno costruita perché non fosse la citta dei padroni delle banche, e dei ricchi, delle belle vetrine e delle piazze magari pulite ma vuote, ma la citta che tra le prime portò la bandiera rossa a sventolare sul municipio, seppe liberarsi dal fascismo e riuscì ad essere crogiuolo dei grandi movimenti di emancipazione del secondo dopoguerra. Su queste basi si può costruire una citta umana, solidale, vivibile e aperta".

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