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Elezioni Bologna 2021

Elezioni, Paruolo sulla lista PD che tiene fuori i 'ribelli': "Un precedente pericoloso"

Il consigliere regionale dem parla di epurazione: "Tutti coloro che hanno contribuito a questa pagina nera si sono assunti una grave responsabilità"

"Che Lepore possa aver deciso l'epurazione non mi stupisce, perché conoscendolo sapevo che ne era capace, e proprio per quello ne ho combattuto la candidatura. Ma che il partito lo abbia assecondato in questo è un fatto che mi ha stupito e che trovo il più grave di tutti", e che stabilisce "un precedente pericolosissimo". Non usa mezzi termini il consigliere regionale emiliano-romagnolo del Partito democratico, Giuseppe Paruolo, per commentare - in un post sul suo sito web - l'esito dell'assemblea di questa mattina, in cui è stata votata la lista dem per le elezioni comunali di Bologna.

Nel post, Paruolo dice: "Non mi interessa sapere se la complicità è stata piena e proattiva oppure imbarazzata, o se si è trattato di ignavia o codardia: i fatti parlano, e dal segretario Luigi Tosiani ai notabili complici, dal segretario nazionale Enrico Letta all'ultimo dei dirigenti locali e dei militanti che col suo assenso, il suo silenzio o il suo voto ha contribuito alla realizzazione di questa epurazione, tutti coloro che hanno contribuito a questa pagina nera si sono assunti una grave responsabilità".

La lista: "Votata solo da una parte degli aventi diritto"

Dalla lista del PD presentata ieri dopo l'assemblea sono infatti rimasti esclusi gli esponenti dem che hanno sostenuto Isabella Conti alle primarie, e che oggi non hanno partecipato al voto, con il risultato che la lista è stata approvata all'unanimità, venendo però votata solo da una parte degli aventi diritto. Nel suo lungo post, il consigliere sintetizza quanto accaduto scrivendo che "Fatte le primarie, nonostante il riconoscimento del risultato da parte di tutti coloro che avevano sostenuto la Conti, e nonostante la lealtà nel mettersi a disposizione del partito, Lepore ha deciso l'epurazione dalle liste di chi non l'aveva sostenuto alle primarie, e il partito gli ha tenuto bordone". 

Rizzo Nervo "amareggiato" dalle parole di Giuseppe Paruolo: "Nessuna epurazione"

"Sono stupito e amareggiato nel leggere che un dirigente politico come Giuseppe Paruolo, che certo non difetta di esperienza, nella giornata di lancio della campagna elettorale del Partito democratico, il suo partito fino a prova contraria, non trova di meglio da fare che pronunciare un anatema contro il gruppo dirigente per aver fatto esprimere l'assemblea cittadina, che ha votato una lista piena di competenze".

Questa la replica di Luca Rizzo Nervo, deputato dem bolognese, al post pubblicato dal consigliere regionale sul proprio sito, in cui si accusa il partito di aver avallato "l'epurazione" (così la definisce Paruolo), decisa dal candidato sindaco Matteo Lepore, di chi alle primarie ha sostenuto Isabella Conti. Una ricostruzione che Rizzo Nervo rispedisce al mittente, dichiarando che "non risponde al vero che si è escluso chiunque non avesse votato Lepore alle primarie", e che in lista ci sono candidai "che certo non hanno sostenuto" l'aspirante primo cittadino. Peraltro, aggiunge il deputato, "è bene sapere che ancora fino a ieri sera è stata proposta la ricandidatura a consiglieri uscenti che hanno sostenuto Conti alle primarie, e che questa proposta è stata rifiutata".

Dunque "nessuna epurazione- chiosa Rizzo Nervo- ma la scelta democratica degli organismi dirigenti di un gruppo di candidati capaci di garantire, nella pluralità dei punti di vista, una forte coerenza e la lealtà con il progetto di Lepore per la città". Questo, conclude il parlamentare, "interessa i cittadini bolognesi, mentre credo che nulla interessi loro delle polemiche e discussioni sulle poltrone". Di questo "abbiamo parlato anche troppo, ora si parla solo del futuro di Bologna".

Alessandro Alfieri (senatore PD): "Preoccupato, spero intervenga il segretario nazionale"

"La decisione di non candidare i due assessori uscenti Aitini e Gieri rischia di danneggiare quella vocazione plurale e inclusiva che è alla base del Partito Democratico, oltre a vanificare il senso delle Primarie. Primarie che a Bologna sono state un'importante e partecipata opportunità di discussione sul futuro della città. E sarebbe un grave errore se da strumento di partecipazione e inclusione si trasformassero in occasione per mettere in atto rese dei conti. Intendiamoci: il futuro sindaco avrà tutto il diritto di scegliersi la squadra di governo che riterrà più adatta; ma non si comprende perché due assessori uscenti che hanno ben operato per la loro comunità non possano essere candidati nelle liste del partito in cui militano da anni. Ho stima di chi guida il partito sul territorio e a livello nazionale. Ne conosco la fatica e gli sforzi, avendo fatto questo lavoro in Lombardia per tanti anni, dove mi hanno sempre guidato due principi guida del Partito Democratico: la ricerca di uno spirito unitario e il rispetto del pluralismo. Per questo, pur nel rispetto dell'autonomia dei territori, non si può che essere molto preoccupati per quanto sta avvenendo. E auspico che il segretario nazionale intervenga per un chiarimento che ristabilisca le basilari regole di pluralismo politico e culturale della nostra comunità". Questa la dichiarazione di Alessandro Alfieri, coordinatore nazionale di Base Riformista, l'area dem che fa capo a Luca Lotti e Lorenzo Guerini.

(Dire) 

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