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Elezioni Bologna 2021

Maximiliano Ulivieri candidato con Schlein e Clancy: "Non solo disabilità. Al centro la qualità della vita di tutti"

"L'assessorato alle Pari Opportunità̀ sarebbe l’approdo più naturale e coerente con l'attivismo sociale legato ai diritti esigibili e al contrasto di ogni forma di abilismo e discriminazione. Un tema che mi sta particolarmente a cuore è l’accessibilità"

Maximiliano Ulivieri ha riscoperto l'amore per la politica e si candida alle prossime elezioni al fianco di due donne: Elly Schlein ed Emily Clancy, unite in Coalizione Civica Coraggiosa Ecologista e Solidale. Lo fa per "Far sentire meno solo chi spesso non si sente ascoltato. Fosse anche una sola persona". Ulivieri, toscano di origini e ormai bolognesissimo (era in lista con Emilia-Romagna Coraggiosa anche alle Regionali del 2020) è una figura conosciuta in tutta Italia per alcune grandi battaglie, prima fra tutte  per l'assistenza sessuale per le persone con disabilità. Ma non c'è solo questo. E tutto il resto ce lo racconta direttamente Maximiliano. 

Quando e perché ha deciso di candidarsi?

"Ci ho pensato un po’. Dovevo sentirmi certo che la mia candidatura fosse utile alla cittadinanza e in una lista che sentivo realmente affine. Provengo da una candidatura alle regionali con Emilia-Romagna Coraggiosa fortemente voluta da Elly Schlein e Igor Taruffi che mi convinse a fare un passo avanti. Sapevo che non avrei avuto molte possibilità di salire in Regione, sia perché gli argomenti che porto sono un po’ di nicchia, sia perché eravamo di supporto ai capilista. Mi è rimasto però il calore di quei 398 voti presi a Bologna e la mia candidatura è adesso anche in loro onore"

Quali battaglie porterà avanti al fianco di Coalizione Civica e Coraggiosa unite in Coalizione Civica Coraggiosa Ecologista e Solidale?

"Lo slogan su cui è nata Coalizione Civica è Bologna città meno diseguale d’Europa e questa comunità, anche per come sta formando le liste, dimostra di avere un’attenzione alle disuguaglianze in un’ottica intersezionale. Come dice spesso Emily Clancy 'non esiste giustizia sociale senza giustizia ambientale'.

Mi piacerebbe pensare che non ci sia una divisione tra battaglie condivise e battaglie personali. Non è perché io sono una persona con disabilità che non posso interessarmi alla transizione ecologica e una persona non disabile non può interessarsi ai negozi accessibili a chi è in carrozzina. Una buona amministrazione deve avere a cuore la qualità di vita di tutta la comunità.

Se ho scelto di candidarmi in questa lista è perché condivido tutte le battaglie che entrambe le liste unite portano avanti e sento che è così anche per loro nei miei confronti. Di sicuro dare molto spazio a tutto ciò che possa rendere la vita di qualità a chi ha più difficoltà ad autodeterminarsi.  Cercare di abbattere barriere fisiche e culturali. Dare maggior ascolto alle associazioni. Continuare a pensare e progettare per una vita indipendente dando libertà di scelta a ogni persona con disabilità di scegliere come vivere la sua vita.

E infine aggiungerei sostenere le assemblee deliberative come metodo di partecipazione della cittadinanza".

Cosa manca a Bologna in termini di accessibilità e quali livelli secondo lei si possono raggiungere? Diamo un voto alla città in base a questo parametro?

"Premesso che ho ripetuto spesso che per la mia esperienza Bologna è una delle città più accessibili d’Italia, anche aiutata dalla sua caratteristica principale: i portici. Quel che manca in accessibilità in realtà è una mancanza generica in tutto il Paese: la fruibilità dei negozi, dei locali in genere. Questo lo trovo molto discriminatorio. Se una categoria di persone, anche se non mi piace dividere le persone per categorie, non permetti di accedere in maniera autonoma in un contesto pubblico, cos’è se non discriminazione?

Un voto? Diciamo da 1 a 10 diciamo 7. Molto c’è ancora da fare e sono certo che portare nella nuova giunta più attenzione a questo tema".

Al fianco di Elly ed Emily: cosa si aspetta dalla vostra squadra? Chi vi voterà?

"Tutti! Scherzo. Di sicuro tutti coloro che desiderano un’amministrazione vicina a ogni cittadino, nessuno escluso. Coloro che tengono al miglioramento della qualità di vita e del vivere in città. Alla difesa dell’ambiente. Tutti coloro che vogliono sentire Bologna come fosse una casa ideale in cui vivere, invecchiare, far crescere i propri figli".

Che assessorato sentirebbe suo? 

"Credo che poter replicare le preferenze ottenute alle precedenti elezioni regionali o addirittura potersi sedere in Consiglio Comunale, sarebbe già motivo di enorme soddisfazione, non solo personale, per il fatto di essere stato votato ma anche perché significherebbe che molti elettori siano così sensibili da condividere determinate tematiche che riguardano non solo le persone disabili ma anche tutte quelle che, quotidianamente, devono affrontare disagi e discriminazioni legate alla propria condizione. Che sono poi le tematiche oggetto delle battaglie che da decenni porto avanti con associazioni e attivisti.

Onestamente e umilmente, metterò a disposizione della nostra agguerrita e validissima squadra, tutte le conoscenze e competenze in mio possesso e dedicherò tutto il tempo che sarà necessario. Se poi, per qualche congiuntura astrale favorevole, dovesse accadere (NdR: di diventare assessore) non mi tirerò indietro.  A questo proposito, citerei Don Milani 'Non esiste ingiustizia più grande che fare parti uguali tra disuguali' perché credo che l’assessorato alle Pari Opportunità̀ (se non quello per i Servizi Sociali e la Famiglia) sarebbe l’approdo più naturale e coerente con l'attivismo sociale legato ai diritti esigibili e al contrasto di ogni forma di abilismo e discriminazione. Un tema che mi sta particolarmente a cuore è anche l’accessibilità, senza la quale non ci sarebbero pari opportunità per tutti.

Creare pari opportunità per tutti significa anche poter mettere nella condizione chi vive una situazione di «svantaggio», di poter usufruire di una condizione di vantaggio rispetto a chi si trova in una condizione «normale». Pensando, come similitudine, all’evento olimpico appena conclusosi è un po’ come succede per gli atleti impegnati nelle gare di velocità in cui i blocchi di partenza dei corridori degli anelli più esterni sono posizionati più avanti rispetto a quelli che percorrono gli anelli più interni, in modo che tutti abbiano lo stesso numero di metri; in caso contrario, gli atleti degli anelli più esterni non potrebbero mai competere alla pari.  Per consentire alle persone in una situazione di svantaggio di esprimersi, oltre che sul piano lavorativo e formativo, anche sul piano socio-relazionale e socioeconomico, occorre spostare in avanti i blocchi di partenza, superare la mentalità mediterranea, secondo cui è l’individuo che si deve adattare alla società e avvicinarsi di più alla mentalità nordica-anglosassone, secondo cui è invece il contesto che si deve modellare sulle esigenze dell’individuo".

Come immagina Bologna nel mandato dopo la pandemia?

"Intanto, speriamo che questo 'dopo' pandemia arrivi il prima possibile. Io sono stato fortunato. È vero che non ho potuto girare l’Italia come al solito in convegni e corsi di formazione ma ho potuto lottare e lavorare anche da casa e poi in pieno Covid è nata mia figlia Sophie. Una gioia talmente infinita e impegnativa che mi ha alleggerito il peso di questo momento così difficile. Mi auguro che come spesso accade durante le tragedie, porti più senso civico, consapevolezza che per molti cittadini queste limitazioni di movimento esistevano anche prima della pandemia".

Se ti chiedessero perché si dovrebbe votare Max Ulivieri?

"Per il suo attivismo da 30 anni in difesa dei diritti delle persone con disabilità. Per il suo peso mediatico che può far smuovere la giunta nel caso di posizioni di stallo verso certi diritti. Perché́ averlo in consiglio garantirebbe il controllo delle promesse fatte dai candidati eletti e dal sindaco. Perché́ affronta temi spesso ignorati e fortemente nascosti. Perché́ non si accontenta delle promesse. O come scrisse una mia cara amica durante le elezioni regionali: uno di quelli che forse non vorresti a cena ma vorresti proprio in Regione a rompere tantissimo i coglioni a difendere i diritti delle persone con disabilità con la faccia tosta che nessuno ha".

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