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Elezioni Bologna 2021

Piero Fassino tifa Lepore ma prende le distanza dal ricorso contro i dem che appoggiano Conti

L'ex ministro e segretario Ds a Bologna per un incontro su Dante: "Lo vedo come un candidato che ha tutte le caratteristiche per essere un ottimo sindaco. Mi auguro che le primarie confermino questa scelta"

Piero Fassino si schiera con Matteo Lepore, ma prende apertamente le distanze dal ricorso contro i dem che hanno scelto di sostenere la sfidante Isabella Conti: "Credo che i problemi politici si affrontino con gli strumenti della politica. Sono sempre stato diffidente verso chi ai problemi politici oppone risposte di carattere puramente disciplinare o ancora peggio giuridiche", dice Fassino.

L'ex ministro e segretario Ds, a Bologna ad un evento organizzato alla Fondazione 2.000, la presentazione dell'autobiografia di Dante Stefani accanto al sindaco Virginio Merola e al segretario regionale Pd Paolo Calvano, si augura comunque una vittoria di Lepore alle primarie di domenica 20 giugno: "A me pare- dice il democratico- che Lepore per la sua storia personale, per l'esperienza che ha accumulato da amministratore e il rapporto che ha con la società bolognese e i giovani sia un candidato che ha tutte le caratteristiche per essere un ottimo sindaco. Mi auguro che le primarie confermino questa scelta".

Stop, invece, a chi come l'assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori vede nel voto a Conti una occasione per superare il "sistema Bologna", facendo riferimento proprio alla "Ditta" di Pierluigi Bersani (altro ospite della serata, ma in videoconferenza). "Mi sembra proprio sia il modo di rapportarsi alle primarie sbagliato", commenta Fassino in proposito.

Il problema, aggiunge Fassino, "è garantire la scelta di un candidato sindaco che abbia il profilo, le caratteristiche e l'esperienza per fare il sindaco. Non si vota per fare dispetto e non si vota contro". E da questo punto di vista Fassino non esita a citare il caso torinese che lo ha riguardato da vicino: "Potrei dire che l'esperienza di Torino e' una buona dimostrazione. La parola d'ordine era 'votiamo per cambiare' e dopo cinque anni i cittadini torinesi sono tutti assolutamente delusi da cosa è stato il cambiamento. Cambiare per cambiare non è una politica".

(Dire) 

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