Elezioni, la Lega lancia il maggiordomo di quartiere: "Scelti fra i cittadini con un bando, aiuteranno i più fragili"
Lavoro ai disoccupati e aiuto agli anziani allo stesso tempo: "Bologna è una città che sempre di più manifesta la necessità di assistenza per le persone che ad una certa età vivono da sole"
“Quando saremo a Palazzo d’Accursio, introdurremo il ‘maggiordomo di quartiere’, una figura di sostegno al lavoro, che garantisce opportunità vastissime per tutti i bolognesi, specialmente quelli in difficoltà - Andrea Carrino, candidato Lega al Consiglio comunale, annuncia un’innovativa proposta del partito guidato da Matteo Salvini, capace di generare molteplici risvolti positivi - In realtà si tratta di un’esperienza già applicata in altri contesti, anche grazie al sostegno del Fondo Sociale Europeo". In particolare a Genova e in altri comuni della Liguria, la figura del maggiordomo di quartiere esiste già.
Di cosa si tratta? "E' un progetto che consente di dare uno aiuto economico a chi è in difficoltà, in cambio di un lavoro vero e utile.- spiega Carrino - La pandemia ha creato nuove povertà, generando nuovi problemi e acuendo quelli esistenti. L’amministrazione Lepore-Merola non si è adeguata ad affrontarli. Lo faremo noi. Anche istituendo i maggiordomi di quartiere, dislocati nelle aree più densamente popolate, soprattutto da anziani soli. In questi contesti i maggiordomi di quartiere, selezionati fra una platea di cittadini disoccupati che parteciperanno ad un apposito bando, saranno a disposizione di persone fragili e anziane nel disbrigo di piccole faccende quotidiane, nell’evasione di pratiche burocratiche e prenotazioni, per il ritiro di ricette mediche e medicinali, per il monitoraggio delle abitazioni in caso di lunghe assenze, per consigli, sostegno e per raccogliere segnalazioni".
"Bologna è una città che sempre di più manifesta la necessità di assistenza per le persone che ad una certa età vivono da sole. Gli over 65 sono stimati intorno al 25% della popolazione, mentre un nucleo familiare su due è di natura unipersonale. Nelle case popolari questo problema è accentuato: circa il 20% degli alloggi è destinato ad un over 80, non assistito. Di fronte a questa realtà un’Amministrazione deve intervenire. Un modo utile per farlo è quello di avvicinarsi al cittadino nel quartiere ove vive. Magari impiegando chi, con buona volontà e giusti requisiti, ha voglia di mettersi a disposizione, in cambio di un necessario compenso”.