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Venerdì, 19 Aprile 2024
Elezioni

Europee, Salvatore Caronna: "In Europa cambiare le maggioranze di conservatori"

In corsa con il PD, Caronna descrive la 'sua' Europa: "Oggi è unita solo formalmente e pensa solo alla finanza, a far quadrare i bilanci. Dobbiamo riportare l'UE alla sua idea originaria"

Alle urne per eleggere i nostri Europarlamentari il 25 e il 26 maggio: in corsa per Bruxelles anche Salvatore Caronna, candidato del Partito Democratico. Ma chi è Salvatore Caronna politico? Nel 1999, dopo la sconfitta del centro sinistra a Bologna, viene eletto segretario della Federazione dei Democratici di Sinistra, incarico che mantiene fino al giugno 2006. In questo periodo il centro sinistra ritorna a governare Bologna passando dal 46,49% al 57,46%, mentre l'Ulivo ottiene il 43,44%. È consigliere regionale E-R dal 2005 al 2009. Alle Primarie del 2007 è stato eletto segretario regionale del PD. Alle elezioni del 2009 è stato eletto deputato al Parlamento Europeo. E' titolare nella Commissione Sviluppo regionale (REGI) nella Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni (LIBE) e nella Commissione Criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro (CRIM). 

Ecco l'intervista di BolognaToday a Salvatore Caronna. Abbiamo posto le stesse domande anche agli altri candidati Giuliano Cazzola e Paolo Gottarelli.

L'Europa, così com'è, le va bene?
L’Europa unita è nata come un progetto ambizioso per dare una prospettiva di stabilità e progresso ad un continente martoriato da guerre fratricide. L’immagine che oggi purtroppo dà di sé è tutt’altro, un’Europa che è unita solo formalmente, che pensa solo alla finanza e a far quadrare i bilanci. Dobbiamo riportare l’Unione europea alla sua idea originaria, e farla ritornare un progetto che coinvolga ed appartenga a tutte le cittadine e cittadini europei.

Cosa bisogna cambiare?
Bisogna fare un salto culturale, bisogna far camminare quell’idea sulle gambe degli uomini. Ma bisogna anche scommettere su chi quest’idea la porta avanti. Intanto bisogna cambiare le maggioranze. Questi ultimi cinque anni sono stati dominati dalla destra conservatrice sia in Parlamento che in Consiglio e questi sono i risultati: austerità e crescita dell’anti-europeismo. Una maggioranza di centro-sinistra e un presidente della Commissione come Martin Schulz, che è il nostro candidato,  potranno finalmente riportare al centro dell’agenda europea i grandi temi come lo sviluppo sostenibile, la crescita, l’occupazione e la difesa del nostro ambiente nonché dei nostri diritti civili.

"Operazione Mare Nostrum": secondo lei l'Italia deve uscirne? Perché?
Non credo che dovremmo terminare l’operazione “Mare Nostrum”. Credo piuttosto che l’UE debba e possa fare di più, coinvolgendo tutti gli Stati membri nella gestione dei flussi migratori verso il nostro continente. Qualcosa è già stato fatto, ma è necessario che i Paesi trovino il coraggio di condividere le competenze in questo campo con l’Unione altrimenti il problema non troverà soluzione. E’ nell’interesse di tutti i cittadini europei.

Uno degli argomenti più caldi: come far fronte alla nuova ondata di immigrati? L'Europa cosa dovrebbe/potrebbe fare?
L’Europa può fare molto. E’ assolutamente necessario che il problema venga affrontato coordinando tutti gli Stati membri, perché nessuno di essi può sentirsi non toccato dal problema. L’UE ha già fatto qualcosa in quest’ ultima legislatura come la riforma del sistema Schengen e la riforma della richiesta comune di visto. Dobbiamo però sforzarci ulteriormente non solo nel migliorare la nostra accoglienza verso queste persone in cerca di un mondo migliore, ma anche cercare di impostare un grande piano di investimenti nel paesi vicini in difficoltà.

Matteo Renzi ha detto che non rispetterà il vincolo di bilancio...secondo lei bisogna andare in Europa o rinegoziare il debito?
I patti possono anche essere interpretati diversamente quando la realtà in cui si devono applicare è cambiata drasticamente come di fatto è successo questi ultimi 25 anni. Quello di cui abbiamo bisogno oggi sono gli investimenti. Investimenti per la crescita, per i giovani, per l’ambiente e la ricerca. Sarebbe già un grande passo avanti se ad esempio gli investimenti di questo tipo fossero esonerati dal patto di bilancio.

Appello ai cittadini: perché devono andare a votare per le Elezioni Europee? Perché votare per lei?
Devono andare a votare, prima di tutto, per ridare forza a quell’idea di pace, sviluppo e solidarietà dei popoli europei nata dopo la seconda guerra mondiale; e poi perché per la prima volta potranno scegliere chi indicare come presidente della Commissione europea.
Perché a prescindere da tutto, il Parlamento è l’unico organo che rappresenta direttamente i cittadini in Europa, che fa i loro interessi e difende i loro diritti ed è dal Parlamento che dovranno arrivare le risposte e le riforme necessarie al cambio di passo dell’Unione Europea.
Con queste elezioni si deciderà quale direzione prenderà l’Europa nei prossimi anni, perché non è vero come sostiene qualcuno che “sono tutti uguali”. C’è chi vuole semplicemente distruggere tutto quello che è stato costruito fono ad oggi, chi vuole continuare con le politiche di austerità che hanno generato ed aggravato la crisi economica europea e poi c’è la famiglia dei Socialisti, progressisti e democratici che vuole cambiare le politiche dell’Unione senza demolirla.  
Per quel che mi riguarda credo di avere fatto un buon lavoro in questi ultimi 5 anni, impegnandomi costantemente nel portare l’Europa e le sue istituzioni vicino ai cittadini del mio territorio, attraverso corsi, dibattiti e iniziative. Mi farebbe piacere poter continuare a impegnarmi sui temi che mi sono stati cari durante questo mandato come la lotta alla criminalità organizzata, i diritti civili in Europa, lo spreco alimentare e i fondi europei per le regioni.

Cosa l'Europa dovrebbe imparare dall'Italia?
Non sono un esterofilo e sono convinto che, nonostante tutto, abbiamo molte cose da insegnare a tutti. Ma credo che in questo momento dove soffiano preoccupanti venti anti-Europei sia soprattutto importante dire cosa possiamo fare noi per l’Europa. E la prima cosa è ridargli forza per cambiarla. Noi chiediamo il voto proprio per questo, non per lasciare l’Europa così com’è. Cambiarla profondamente (ad esempio veicolando fondi per lo sviluppo e la competitività, garantendo standard di sicurezza dei prodotti e degli alimenti a protezioni dei consumatori, proteggendo l’ambiente e promuovendo la cultura europea) sapendo però che uscire dall’Europa sarebbe una follia, una grave danno per i cittadini, per il loro benessere e per la pace.

Le sue prime tre priorità da Europarlamentare?
Lavoro! Lavoro! Lavoro! In modo particolare per i giovani, ma anche per tutti coloro che a 40-50 anni si ritrovano oggi senza una prospettiva. Abbiamo bisogno di ridare una speranza prima di tutto ad una generazione che rischia di vedere il futuro solo come qualcosa di negativo ed anche a tutte quelle persone che oggi sono in difficoltà a causa della crisi economica. Il lavoro è la chiave e l’Europa deve essere il luogo dove si crea e si sviluppa lavoro, ad esempio svincolando gli investimenti per crescita, occupazione e sviluppo dai patti di bilancio, impegnandoci affinché le regioni possano sfruttare al meglio i fondi strutturali.

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