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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Elezioni Regionali Emilia-Romagna

Regionali, deluso il nuovo Presidente Bonaccini: "Ma l'Emilia Romagna è rossa"

Dall'inchiesta sulle spese 'pazze' ai rapporti incrinati con i sindacati. L'astensione boom e l'exploit della Lega che "va a demolire FI che quasi scompare". Bonaccini fa il bilancio della tornata elettorale e promette: 'Ora si cambia, lavoro la priorità'

Deluso il muovo Presidente dell'Emilia Romagna, il candidato del Pd, Stefano Bonaccini, eletto con il 49% di preferenze. A vincere, in realtà ieri alle urne, è stato l'astensionismo. Solo un elettore su tre, infatti si è recato alle urne. A pesare sul risultato la tensione a livello nazionale tra il Governo Renzi e i sindacati "qualcosa ha pesato" anche sul voto in Emilia-Romagna. Soprattutto "nelle dichiarazioni di alcuni esponenti. Bruno Papignani della Fiom ha espressamente e pubblicamente detto di dare un segnale a Renzi non votando per me: ne prendo atto". In ogni caso, "si votava per l''Emilia-Romagna". Così parla Bonaccini, non facendo mistero dell'influenza dello scontro tra Pd e sindacati, in particolare con la Cgil. E lancia un avvertimento anche alla minoranza interna al Pd: "Credo che i processi interni non aiutino mai". Sul Jobs act, ricorda Bonaccini, "ci sarà discussione nelle prossime ore. Io ho difeso la riforma, poi qualche correzione sarà giusto farla". Però, ribadisce, "qualcuno lo ha voluto trasformare in un voto contro il Governo". In ogni caso, assicura Bonaccini, il lavoro sarà la priorità". "La prima cosa che farò sarà chiamare le parti sociali insieme ai sindaci- assicura il neo presidente- per scrivere in pochi mesi un nuovo patto sociale per la crescita, perchè questo è centrale".

Intanto l'entourage di Bonaccini dribbla la polemica con Roberto Balzani, lo sconfitto delle primarie che ha commentato in maniera durissima l'astensione-record in Emilia-Romagna. "Bisogna aprire un ciclo nuovo di governo, con Stefano Bonaccini", replica il segretario del Pd bolognese Raffaele Donini, arrivato in viale Moro poco prima del neo-presidente della Regione. Certo, l'affondo di Balzani nei confronti del gruppo dirigente Pd fa si che la nuova fase si apra sotto il segno della lite interna. "Ripeto: bisogna inaugurare un ciclo nuovo, con atti concreti- risponde Donini- Stefano ha detto cose importanti durante la campagna elettorale. Saranno concretizzate in atti di governo. Insieme inaugureremo una nuova stagione per questa Regione. Nessuna polemica con Balzani". Tra le promesse di Bonaccini c'era anche quella di un forte rinnovamento del gruppo dirigente ed è evidente che il flop alle urne condizionerà le prime scelte di Bonaccini, a partire dalla sua squadra.

"Non si può essere soddisfatti di una partecipazione così bassa". Ammette Bonaccini, alla luce della partecipazione abbondantemente sotto il 40%. "Sapevamo da un lato che avremmo pagato l'inchiesta (quella delle spese 'pazze' in Regione, ndr), ma dall'altro c'è un pezzo di Pd che ha voluto dare un segnale restando a casa senza cercare un'alternativa a sinistra", dice Bonaccini, appena arrivato in Regione. Secondo Bonaccini "bisogna leggere lucidamente questo voto, il distacco da Fabbri rimane attorno ai 20 punti, non è questo in discussione. Abbiamo cinque anni per dimostrare di fare bene. Bisogna portare un grande cambiamento".

RISULTATI: TUTTI I CANDIDATI ELETTI

"Se mi sento legittimato? Assolutamente. Quando si vince, e si vince con un distacco netto, si è legittimati dall'elettorato", comunque tiene a precisare il neo-presidente. Certo, aggiunge, "è un elettorato molto basso rispetto a quello che ci attendavamo e spevavamo". Ma "adesso toccherà a me, e chi con me guiderà questa Regione, dimostrare di essere capace di ripartire e di riportare fiducia in coloro che non sono venuti a votare. Se questo è un giudizio sul Governo Renzi? Ma no, credo che abbiamo pesato diverse cose". Secondo Bonaccini però un dato è chiaro: "va ricostruita la fiducia con un pezzo di elettorato che ha voltato le spalle al voto", anche se l'astensione "ha colpito tutti" e l'exploit della Lega "va a demolire Forza Italia che quasi scompare".

Il punto, non a caso evidenziato subito dall'ex sfidante delle primarie Pd Roberto Balzani, è che adesso bisogna cambiare davvero. "Credo- dice Bonaccini- che in questi casi non ci si possa fasciare la testa, si dicono le cose come stanno, non ci si gira intorno, si guardano in faccia i problemi. Però adesso abbiamo la responsabilità di aprire una nuova stagione e saranno i fatti e le scelte di governo a dimostrare se saremo in grado di intercettare una parte di malcontento e riportarlo verso di noi e dare speranza a coloro che sono venuti a votare".

COME HANNO VOTATO I BOLOGNESI: RISULTATI COMUNE PER COMUNE

"Non penso che sia finita ne' l'Emilia rossa ne' il centrosinistra radicato qui. Penso che qui adesso i cittadini si aspettino uno scatto in avanti". Parola del neo-presidente. "Ai politologi e ai commentatori prima di tutto dico di andarci cauti", risponde alle prime analisi del voto. "Cinque anni fa, quando ci furono le dimissioni del vicepresidente della Regione", cioè Flavio Delbono, l'allora sindaco di Bologna dimessosi in seguito al cosiddetto Cinzia-gate, "ci dicevano che non avremmo mai rivinto a Bologna poi vincemmo le elezioni al primo turno. Quando perdemmo a Parma molti ci dissero che il Movimento 5 stelle ci avrebbe travolto e oggi ha percentuali quasi come quelle di 5 anni fa. A maggio qui abbiamo stravinto le elezioni. Ci vuole pacatezza, serenità e leggere bene i risultati", è l'invito di Bonaccini. Però, sottolinea il democratico, "credo ci sia un tema di rapporto con l''istituzione Regione da ricucire, sia per ciò che è accaduto e ha riguardato tutti quanti sia perchè le Regioni sono sentite come un ente un po' lontano".

(agenzia Dire)

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