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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Elezioni Regionali Emilia-Romagna

Regionale, la candidata Quintavalla: "In piazza il vero mondo del lavoro, si cominciano le lotte"

"E ora lo sciopero generale! Ritorniamo al conflitto, siamo tanti e siamo forti" chiede Cristina Quintavalla, candidata presidente dell'Altra Emilia Romagna

"E ora lo sciopero generale! Ritorniamo al conflitto, siamo tanti e siamo forti», chiede Cristina Quintavalla, candidata presidente dell'Altra Emilia Romagna, all'indomani dell'imponente corteo di Roma contro il jobs act. Nel milione di persone confluite in piazza S.Giovanni c'era, infatti, anche uno spezzone con i candidati e gli attivisti della lista di sinistra, scaturita dall'esperienza dell'Altra Europa con Tsipras, appena ammessa alle regionali emiliane del 23 novembre.

«Ieri è sceso in piazza il vero mondo del lavoro, contrapposto alla kermesse della Leopolda popolata da chi, in questi anni, ha impoverito il Paese evadendo le tasse, delocalizzando la produzione, disdettando i contratti nazionali, lasciandosi colonizzare dal capitale straniero, privatizzando i beni comuni. Solo i lavoratori creano ricchezza. Ieri è andato in scena il conflitto tra il paese reale e la finzione del governo che ha utilizzato l'evento della Leopolda per attaccare anche il diritto stesso allo sciopero. Il dato storico che ci consegna quella giornata di lotta è la rottura del mondo del lavoro col Pd: è evidente che questo partito non ha ormai più nulla a che fare con la tradizione della sinistra in cui pretende di avere avuto origine.

"Per noi è ora di ricominciare dalle lotte. Speriamo che la Cgil si mantenga coerente e voglia rappresentare con coerenza le indicazioni provenienti da Piazza San Giovanni. Quando Susanna Camusso ha evocato lo sciopero generale, forse, è stato l'unico momento in cui l'intera piazza ha applaudito all'unisono», conclude Quintavalla che domani incontrerà a Bologna, con gli altri candidati a presidente, i vertici della Cna, «quella Confederazione nazionale degli artigiani, che recentemente ha disdettato il contratto nazionale adottando il modello Marchionne rompendo con le sue stesse origini di confederazione solidale, con i valori fondativi che, all'indomani della Liberazione, la videro nascere per rappresentare e sostenere quei lavoratori espulsi dalle fabbriche perché erano avanguardie delle lotte".

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