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Schlein, il politologo Ignazi: "Un fiume in piena e uno sguardo internazionale"

Il professore Piero Ignazi analizza le primarie del PD: "Al sud ha prevalso Bonaccini, al nord Schlein. Dopo la ridefinizione interna il partito può finalmente dedicarsi unicamente alla politica"

Le primarie del Partito Democratico, lo sappiamo bene, hanno eletto Elly Schlein nuova segretaria nazionale, una donna per la prima volta dalla data della fondazione, quindici anni fa: c'è chi se lo aspettava e chi invece dava per scontata la riconferma di Stefano Bonaccini. Un'analisi l'abbiamo chiesta al politologo Piero Ignazi, per il quale questo risultato non rappresenta certo un fulmine a ciel sereno: "Ho sempre affermato che sarebbe stata una partita all'ultimo minuto, un evento con un elemento di sorpresa, ma non certo imprevedibile. - ha spiegato l'esperto di politica comparata - La vittoria di Schlein era insomma nell'ordine delle possibilità e quello che salta agli occhi è l'enorme differenza fra gli iscritti al partito e i partecipanti alle primarie". 

Una bella scossa per il Partito Democratico?

"Ovviamente tutte le novità sono salutari per un organismo un po' affaticato e una personalità dinamica e capace come quella di Schlein non può che essere rivitalizzante e di forte trascinamento. Adesso il partito potrà finalmente dedicarsi alla politica dopo cinque mesi di questioni interne".

Cosa pensa di Elly Shlein?

"La vedo un po' come un fiume in piena, ha una biografia politica ricca (è già stata europarlamentare e ha poi avuto un grande consenso alle Regionali) e un livello culturale elevato oltre che uno sguardo internazionale. Sappiamo per esempio che era andata negli Stati Uniti per seguire la campagna di Obama da attivista. Il vero errore sarebbe considerarla una giovane arrivata da chissà dove e senza competenza perché i fatti ci dicono che è esattamente il contrario". 

Chi ha votato Schlein e chi ha votato Bonaccini? 

"Questa è una domanda difficile perché bisognerebbe avere informazioni più dettagliate, che ancora non abbiamo. Possiamo dare solo delle indicazioni molto di massima e osservare come nelle regioni del nord abbia prevalso Schlein e come nelle regioni del sud, a eccezione della Sicilia, abbia invece ottenuto più voti Stefano Bonaccini, grazie a mio avviso al sostegno dei presidenti di alcune regioni come Puglia e Campania ed evidentemente anche grazie a una rete di eletti che funziona da collettore. Come se ci fosse un Pd del nord e un Pd del sud insomma. Ci sono poi le 'zone rosse' come l'Emilia-Romagna nella quale Bonaccini giocava in casa". 

Adesso il PD farà un'opposizione più dura? E la destra? 

"Questo è un altro argomento. Certamente il Partito Democratico ha terminato questo suo lungo processo di ridefinizione interna (delle cariche e del profilo) e finalmente può dedicarsi non solo a se stesso, ma a fare politica dopo cinque mesi di assenza. Tornerà quindi centrale nelle opposizioni al Governo.  La Destra chiaramente è inquieta, perché capisce che è in atto una rivitalizzazione del PD con un leader capace e cerca di dire tutto il male possibile". 

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