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Emergenza abitativa, Merola: "Non esiste una mia lettera alla questura per rinviare gli sgomberi"

Il sindaco scrive una lunga nota stampa nella quale chiarisce punto per punto obiettivi, competenze e 'doveri' dell'amministrazione sul problema casa

E' lo stesso sindaco di Bologna Virginio Merola, quotidiani alla mano, a specificare cosa è vero e cosa non vero sull'argomento 'emergenza abitativa' attraverso una nota che ripercorre obiettivi e compiti dell'amministrazione comunale: "Il Comune sta svolgendo il proprio compito, richiesto dalla legge, cioè quello di occuparsi dell'emergenza abitativa e dei servizi sociali. La Questura e la Procura si occupano di ordine pubblico e giustizia. Per quanto ci riguarda non abbiamo mai avuto dubbi sulla necessità di contribuire alla risoluzione del problema delle occupazioni in stabili privati svolgendo appunto il nostro compito". 

"Lavoro per affrontare e risolvere il problema dell'emergenza abitativa. Un fronte aperto in tutto il nostro Paese, spesso con dimensioni ben più gravi di quelle che si verificano nella nostra città. Perché qui una politica per la casa c'è e perché il Comune ha sempre fatto rispettare le regole. La casa è prima di tutto un diritto e nessuna famiglia deve essere lasciata sola, privata di un percorso di inclusione e di un tetto. Ma solidarietà non significa illegalità, abusivismo o lassismo.  Il Comune di Bologna da alcuni mesi si sta adoperando per trovare un alloggio temporaneo per le famiglie che ne hanno diritto, non agli occupanti". 

Poi continua il sindaco di Bologna: "Perché solidarietà significa rimboccarsi le maniche per trovare una soluzione alla tragedia della mancanza di un alloggio. Questo lo si fa con l'edilizia sociale, con i regolamenti, ma lo si fa anche con l'individuazione di alloggi temporanei che possano offrire un riparo a termine alle persone in difficoltà, in particolare pensando a donne e bambini. Alloggi che rispondano alle emergenze quanto queste si verificano". 

"Oggi a Bologna e in tutto il territorio metropolitano abbiamo decine di famiglie che senza questa soluzione sono per strada o nelle mani di gruppi più o meno politicizzati che li sfruttano. Se vogliamo porre fine a questa indegna condizione ed essere all'altezza del nostro compito dobbiamo farci tutti carico della soluzione. Viceversa chi dovesse operare per il suo fallimento dovrà assumersene tutta la responsabilità, sia esso membro di un'istituzione, di un partito o di un giornale". 

"Stiamo cercando di trovare un alloggio temporaneo per le famiglie che ne hanno diritto, riconosciute e seguite dai servizi sociali, situazioni che meritano il nostro intervento così come previsto dalla legge, per inserire queste persone all'interno di percorsi di integrazione lavorativa e abitativa. Per fare ciò stiamo lavorando su più ipotesi e dialogando con diversi enti pubblici nazionali. A questo proposito non intendo ne' confermare ne' smentire le ipotesi che la stampa ha pubblicato proprio per la delicatezza di questa azione di ricerca. Un'azione che intendo concludere con successo per il bene di tutta la città". 

"Ma la riservatezza ha anche un'altra motivazione. Il nostro lavoro può essere boicottato attraverso l'uso indiscriminato di indiscrezioni e notizie false. Temo che a questo qualcuno interessi di più la politica che la vita reale delle persone. Ebbene si deve sapere che il Sindaco di Bologna non si fermerà fino a quando non avrà fatto fino in fondo il suo dovere verso la propria comunità e verso i più deboli. Operando nella legalità, con rispetto istituzionale ma senza cedere un grammo di umanità". 

RICHIESTA DI RETTIFICA DI MEROLA AL 'RESTO DEL CARLINO'. Il quotidiano “Il Resto del Carlino” in data 4 settembre ha titolato in prima pagina: “Il Comune blocca gli sgomberi. La Questura era pronta all'azione in agosto, contando sull'assenza degli antagonisti. Ma è arrivata una lettera dell'amministrazione: 'Fermi, stiamo trattando' ”.  La lettera datata 31 luglio non contiene nessuna richiesta di bloccare o ritardare gli sgomberi. 

Oggi “Il Resto del Carlino” titola: “Sgomberi rinviati, la lettera che scotta”.  Chiedo a “Il Resto del Carlino” di dare rilievo in prima pagina, con adeguato titolo, al fatto che la lettera che conterrebbe la richiesta di fermare gli sgomberi non esiste, sottolineando che quanto scritto in prima pagina il 4 settembre scorso è sbagliato. In caso contrario mi riservo di tutelarmi nelle sedi più opportune".

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