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Fine vita, Giovanardi: “C'è sempre modo per uscire di scena. Perchè come medico devo io uccidere qualcuno?” | VIDEO

Il fratello dell’ex senatore del Partito della Libertà ha parlato di fine vita e anche di cannabis a margine della fiaccolata per la pace organizzata a Bologna da Italexit

“Il paziente può sempre uscire di scena con l’aiuto delle persone che ha attorno. Non deve decidere lo Stato. Come tanti sono morti di overdose, anche un paziente terminale può morire di overdose: ci vuole un attimo. Quando un paziente è in fase terminale c’è sempre qualcuno che lo può aiutare in modo, come posso dire, “amorevole” per farlo uscire di scena. Ma  non vogliono farlo, vogliono una legge che lo consenta. Questa è una battaglia ideologica. Quando una cosa diventa legale poi possono succedere cento mila cose. Lo Stato non può obbligare il medico: se il paziente lo desidera può farlo un amico. Lo uccida lui”. Con queste parole ha affrontato la questione del fine vita Daniele Giovanardi, ex Direttore del Pronto Soccorso al Policlinico di Modena e fratello di Carlo Giovanardi, ex senatore del Partito della Libertà, ex Vicepresidente della Camera ed ex Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Nello specifico, Giovanardi ha commentato la proposta di referendum sull’eutanasia legale, poi bocciata dalla Corte Costituzionale poiché ritenuta “inammissibile”. 

Cannabis, Giovanardi: “È una droga che modifica il cervello: è provato”

A margine della fiaccolata per la pace organizzata dal partito Italexit, Giovanardi ha commentato anche la proposta di referendum sulla cannabis legale: “Io sono seguace di Gratteri, Falcone e Borsellino, i quali hanno sempre detto che la legalizzazione dell’hashish ha fatto un grandissimo piacere alla mafia. La cannabis dà dipendenza, è una droga e dà assuefazione. Specialmente negli adolescenti la cannabis modifica il cervello, è provato”.

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