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"Giù le mani dai nostri figli", le famiglie Arcobaleno in piazza a Bologna

Obiettivo convincere sindaci e sindache dei comuni della nostra regione a riconoscere gli atti di nascita: "Abbiate il coraggio di stare dalla nostra parte, dalla parte giusta". Intanto l'UE ha alzato la voce

"Il Governo Meloni non solo non ha intenzione di emanare una legge per il riconoscimento delle figlie e dei figli e figli* delle famiglie omogenitoriali o di uniformarsi alle proposte europee in tal senso, ma sta facendo pressione su quei pochi sindaci responsabili perché interrompano i riconoscimenti e le trascrizioni de* nostr* bambin* e per annullare quelle già effettuate". E' l'annuncio della manifestazone "Giù le mani dalle nostre figlie e dai nostri figli, giù le mani dalle (s)famiglie arcobaleno Emilia-Romagna" in progamma per domenica 2 aprile dalle ore 16 in PIazza Maggiore che vede già l'adesione di decine di associazioni non solo cittadine. 

Dopo la circolare della Prefettura di Milano che ha messo lo stop alle trascrizioni all’anagrafe di bimbi e bimbe nati da coppie omogenitoriali, il sindaco Matteo Lepore ha fatto asse con il primo cittadino di Milano, Beppe Sala: “Quello del riconoscimento è un tema controverso sul piano giuridico, ma assolutamente fondamentale per la vita e i diritti di tante persone. Per questo credo sia urgente affrontare con una legge che riconosca la parità di diritti e la pienezza di cittadinanza per tutte le bambine e tutti i bambini”, aveva commentato. Palazzo D'Accursio quindi continuerà, come accade dal  2018, quando l’allora sindaco Virginio Merola per la prima volta registrò un bimbo figlio di due madri, anche se a Bologna non sarebbe arrivata alcuna indicazione dalla Prefettura. 

"Io continuerò a riconoscere i figli delle coppie omogenitoriali: non solo i figli delle coppie composte da due mamme, ma anche i figli di quelle composte da due papà", ha dichiarato la sindaca di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti. 

Nel frattempo ha alzato la voce anche il Parlamento Europeo che ha condannato le istruzioni impartite dal Governo a Milano di sospendere la registrazione delle adozioni delle coppie omogenitoriali.

Per le Famiglie Arcobaleno si tratta di attacchi "inaccettabili. Non avere o perdere la registrazione o la trascrizione degli atti di nascita de* bimb* con due mamme o due papà - osservano - significa cancellare uno dei due genitori, che ha desiderato, che ama e che si prende cura quotidianamente del* su* bimb*, esattamente come ogni altra mamma o papà. Ma non avere il riconoscimento significa soprattutto non tutelare e negare dignità a* bambin". 

Il 2 aprile scendono quindi in piazza "anche perché vediamo che questa è solo la punta di un iceberg. L’azione di questo governo e la generale incapacità di leggere la realtà da parte della politica non colpisce solo i bimb* delle famiglie arcobaleno, ma nega tutela e valore alle famiglie monogenitoriali o cogenitoriali omolesbobitransqueer, disconosce i ragazz* gender variant, nega l'autodeterminazione de* ragazz* neurodivergenti e condiziona l’accesso alla cittadinanza italiana a* bimb* e ragazz* di famiglie migranti. Tutte queste realtà che costituiscono la nostra società e si incrociano generando infiniti tipi di sfamiglie i cui diritti sono negati". 

Perche S-famiglie?

"Le sfamiglie sono le nostre - spiegano - sono quelle dei compagni di scuola dei nostri figli, sono quelle dei nostri colleghi di lavoro, sono quelle che ci costruiamo con le nostre relazioni di amicizia, affetto, cura, nella migrazione interna ed esterna in un Paese e in un mondo segnati dall’omofobia e dalla disuguaglianza economica. Rifiutiamo la rappresentazione edulcorata e antiquata della famiglia che il governo vuole promuovere nella sfera pubblica e politica, quando proprio loro, la presidente del Consiglio e tanti dei suoi ministri e alfieri, nella sfera privata vivono relazioni e famiglie del tutto al di fuori delle insulse e violente norme morali che vorrebbero imporre.
Rivendichiamo con orgoglio la favolosa imperfezione delle nostre (s)famiglie, libere, vere, felici, aperte a ogni contaminazione culturale e sociale. E non permettiamo a nessuno di farci morale, tanto meno da questo governo di estrema destra". 

Morale che, scrivono nella nota "non si professa a parole, ma la pratichiamo ogni giorno negli affetti, nel rispetto, nel sostegno, nel prenderci cura delle persone a noi care, di chi ha bisogno, delle comunità allargate in cui viviamo. Per questo rivendichiamo non solo gli stessi diritti delle famiglie eterosessuali, ma molti più diritti per tutt*, all’anagrafe, sui documenti ma anche nella materialità dei diritti sociali. Perché vogliamo un mondo in cui tutt* possano costruire e vivere i propri affetti senza essere oppressi dai pregiudizi, dalle discriminazioni, dalla mancanza di casa, dalla stanchezza estenuante prodotta dallo sfruttamento lavorativo o dalla mancanza di servizi a sostegno del lavoro di cura delle persone non autosufficienti di tutte le età" e denunciano "cattiverie e insulti  indegni rappresentanti delle istituzioni non scalfiscono la nostra determinazione ad andare avanti per ottenere un riconoscimento pieno delle nostre (s)famiglie. Nonostante le nostre preoccupazioni, combattiamo questa battaglia con il sorriso, cercando di mantenere la serenità de* nostr* bimb* che è minata dalle gravi mancate scelte politiche presenti e passate

La piazza del 2 aprile

"Vogliamo che la piazza del 2 aprile serva anche a questo: convincere l* sindac* dei comuni della nostra regione a riconoscere gli atti di nascita de* bambin* nati nelle famiglie omogenitoriali. Abbiate il coraggio di stare dalla nostra parte, dalla parte giusta! - chiedono - Quando il governo vuole impedirvi di riconoscere i diritti dei bambini e la condizione di fatto di tante famiglie, è il governo che disobbedisce e tradisce la nostra Costituzione, che all'articolo 3 dice che tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali di fronte alla legge senza discriminazione: in questa situazione, la vostra disobbedienza civile è un atto di responsabilità e di fedeltà alla legge fondamentale dello Stato. L'associazione Famiglie Arcobaleno, tutta la collettività del Rivolta Pride Bologna e tutte le associazioni della regione che aderiscono a questa chiamata continueranno a lottare finché tutte le nostre (s)famiglie, * bambin*, tutte le mamme e tutti i papà avranno pieno riconoscimento in tutto il paese e da ogni punto di vista: legislativo, ma anche sociale e culturale". 

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