Guerra e geopolitica, Prodi: "Non penso a una pace, ma prego per una tregua"
Romano Prodi, il Cardinale Arcivescovo Zuppi e il direttore di Limes Lucio Caracciolo in una Salaborsa gremita di pubblico per dare uno sguardo su quello che è tutto l'altro mondo che stiamo vivendo
"La Guerra Grande affonda noi europei. Polonia super-star a stelle e strisce. Germania-Russia-Cina, trio perdente?" Da qui si è partiti con il direttore di Limes Lucio Caracciolo per dare uno sguardo al mondo, che è di fatto "Tutto un altro mondo", come il titolo dell'ultimo numero della pubblicazione di geopolitica presentato e dibattuto ieri sera in Salaborsa davanti a una platea numerosa, attenta e concentrata sulle voci di Romano Prodi e del Cardinale Arcivescovo Matteo Maria Zuppi.
"La situazione attuale è la più cattiva che abbia visto in vita mia - ha detto Romano Prodi, Presidente della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli - ma oggi finalmente hanno cominciato a parlarsi Joe Biden e Xi Jinping, che sono quelli che comandano il mondo e quindi un minimo di speranza c'è. Cosa può succere adesso? Non penso a una pace, ma prego per una tregua". L'ex presidente del consiglio fa riferimento al meeting fra i due leader tenutosi alla vigilia del G20 di Bali.
"Una fase bulimica di informazioni che non possono essere semplificate in filo-putiniani e filo-zelenskiaani: è necessario studiare la storia. - ha detto Zuppi - Dobbiamo trovare qualcosa che unisca e cercare un'identità che possa raccogliere intuizioni perchè l'Europa è frutto della diversità. Il disordine è incapace di trovare risposte, ma speriamo che anche una debolezza possa diventare forza".