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'Si sta arricchendo con la politica': Casaleggio querela Giovanni Favia

Secondo l'ex 5 Stelle il boom elettorale del M5S è coinciso con il suo aumento di reddito: "I conti del blog di Grillo non tornano, il M5S non è scampato da un dubbioso intreccio tra soldi e politica"

Gianroberto Casaleggio ha querelato per diffamazione l'ex grillino Giovanni Favia per un articolo apparso su "Il Tempo" a firma dello stesso consigliere regionale.

"Di querele in questi anni ne ho ricevute diverse e fino a oggi non ho mai perso una causa" fa sapere Favia in una nota "ma, leggendo il testo di questa, sono scoppiato a ridere. Un’accusa così infondata non l’avevo mai ricevuta. Solitamente un consigliere di opposizione viene querelato da soggetti che hanno interessi particolari da difendere e utilizzano la querela a scopo intimidatorio. In questo caso il guru dei guru non si discosta dalla media".

Inoltre, Favia ricorda che Beppe Grillo ha sempre sostenuto che "la querela per diffamazione va depenalizzata. E se si richiede un indennizzo economico, chi fa la querela dovrebbe depositare in anticipo l'intera somma richiesta su un conto a disposizione del Tribunale. Se perde la causa, il deposito servirà a risarcire il querelato. Troppo comodo infangare, spaventare e cavarsela con le sole spese processuali. Di solito si querela la verità, mai la menzogna".

Secondo l'ex 5 Stelle il boom elettorale del Movimento è coinciso con il rapido aumento di reddito di Casaleggio: "I conti del blog di Beppe Grillo ancora non tornano, coperti da uno spesso strato di opacità. Non solo i partiti classici, anche il M5S non è scampato da un dubbioso intreccio tra soldi e politica". Inoltre proprio Grillo sarebbe stato il salvatore dell'imprenditore "detto il grande manager. Peccato che questo grande manager, dopo il divorzio commerciale con Di Pietro (2010-11), avesse il conto in rosso" (si era occupato anche del blog di Antonio Di Pietro - ndr).

L'ARTICOLO. "Una macchina da soldi e potere. Secondo il «non-statuto» il blog beppegrillo.it è la sede del M5S. Delle sedi di partito più o meno nei bilanci dei partiti si sa tutto. Ad oggi invece della sede del M5S non si conoscono né le entrate né le uscite. Di sicuro c’è che non lo finanziano i cittadini con piccole donazioni, come vorrebbe far credere la propaganda grillina della politica a costo zero, ma con i pagamenti di una multinazionale come google, che sul sito pubblicizza di tutto, dalle banche ai tanto vituperati concessionari del gioco d’azzardo. Chiedere conto dell’ammontare di queste cifre e della loro destinazione fiscale è considerato lesa maestà. Nei rari casi in cui ha dovuto rispondere sull’argomento, Grillo ha rimandato la questione proprio ai bilanci della Casaleggio Associati, i quali però sono scritti in maniera tale da non far comprendere quale sia il flusso finanziario legato al blog. La legge fiscale italiana impone per i siti commerciali l’obbligo della partita iva in fondo al sito, cosa conosciuta a Casaleggio che infatti la pubblica per tutti i siti che gestisce, quali «la Fucina» o «Tze Tze», tutti tranne Beppegrillo.it. Dove sono allora questi soldi? Non parliamo di bruscolini. Al 2011 il blog registrava 5.200.000 utenti unici mensili, 3,5 pagine medie aperte per visitatore. 80 e più milioni di visite al canale YouTube, secondo in Italia solo alla Rai nella categoria «Notizie e politica». Oggi i numeri sono notevolmente cresciuti. Analisti del settore hanno stimato l’incasso tra i 5 e 12 milioni di euro. Grillo ha detto che il suo modulo 730 è zero, ma con grande arguzia non ha parlato del 740. È paradossale che un movimento che accusa la politica di scarsa trasparenza non sia in grado di fornire uno straccio di bilancio leggibile dei propri conti".

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