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Il giorno decisivo per il Governo, Bignami: "Fratelli d'Italia primo partito, ecco perché non vogliono votare"

Chiare le posizioni dei dem bolognesi che chiedono a Draghi di andare a avanti, mentre FdI, forte dei sondaggi, chiede le elezioni

E' arrivato il 20 luglio, giornata decisiva per sanare la crisi o decretare la fine del Governo guidato da Mario Draghi. Come annunciato, il presidente del Consiglio parlerà al Senato e si voterà la fiducia in serata. 

Nella giornata di ieri si sono susseguiti gli incontri con i leader dei partiti: il centrodestra, Lega e FI, vorrebbe continuare, ma senza i 5 Stelle che non hanno votato la fiducia al ddl aiuti e che potrebbero però votarla oggi, chi può dirlo. Quanto al PD, il segretario Enrico Letta si dice fiducioso. Al voto vuole andare invece Giorgia Meloni per la quale la legislatura si è conclusa. 

Draghi quindi alle 9:30 parla in Senato, quindi è previsto il dibattito e la replica del presidente del Consiglio nel pomeriggio. Segue il voto di fiducia con la chiama dei senatori intorno alle 18.30. 

Intanto a Bologna

Chiare le posizioni dei dem sulla volontà di andare avanti con l'esecutivo. Il sindaco Matteo Lepore è tra i sindaci che hanno firmato la lettera perchè Draghi ritiri le dimissioni. Sulla stessa linea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che spera in un ripensamento di Conte, che tra le tante grane è stato anche ricoverato in ospedale per una possibile intossicazione alimentare, anche se è già stato dimesso. 

“Il presupposto di un governo di unità nazionale è che forze politiche che la pensano in maniera diversa, a volte molto diversa, siano mature, responsabili e leali per il bene del paese. Il movimento 5 stelle, invece, ha dato una grande prova di immaturità - ha detto la senatrice Anna Maria Bernini, presidente del gruppo di Forza Italia al Senato - Il problema c’è ed è politico: noi dobbiamo lavorare per il paese, non per fare fatturato elettorale tra sei mesi".

Italia Viva ha lanciato una petizione e ha aperto le porte della sua sede bolognese per firmare perchè Draghi resti a Palazzo Chigi, mentre il segretario di Azione Bologna, Marco Lombardo, parla di "crisi politica. Secondo me parte da lontano, dalla mancata elezione di Draghi alla Presidenza della Repubblica, e si è accelerata dopo la sconfitta di M5S e Lega alle elezioni amministrative di giugno.La responsabilità diretta è di Conte e del M5S, ma la complicità è di molti altri partiti". 

Al voto vuol andare invece Fratelli d'Italia, forte dei sondaggi: " Gridano che la stragrande maggioranza degli italiani vuole Draghi. Poi i sondaggi dicono che Fratelli d’Italia è il primo partito. Ecco perché non vogliono votare. Il resto sono chiacchiere" ha scritto in un post il deputato bolognese, Galeazzo Bignami e che contesta ai dem di voler rimanere "incollati alla poltrona". 

Certo è che qualsiasi Governo, votato o meno, si troverà di fronte a parecchi nodi: l'inflazione che corre, la guerra russo-ucraina, il post-pandemia e ancora la crisi del grano, il clima, la siccità. 

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