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Governo Draghi, Galeazzo Bignami (FdI): "Sarebbe una maggioranza troppo eterogenea"

Il deputato bolognese del partito di Giorgia Meloni: "Se si fosse preso atto della crisi già a dicembre, quando Renzi iniziava il suo logorio contro Conte, oggi avremo un Governo stabile, in carica, legittimato dal voto popolare"

Governo, oggi ultimo giorno di colloqui per Mario Draghi. Consultazione dopo consultazione sta prendendo forma il "Progetto Draghi", che ieri si è concentrato su quattro punti: sanità, ambiente, scuola e lavoro. Giorgia Meloni, dopo il suo no a una maggioranza troppo allargata ed eterogenea, ha inviato all'ex numero uno di Bce, in vista del secondo giro di incontri, sei schede sintetiche con le principali proposte di Fratelli d'Italia sulle grandi priorità per il Paese. Galeazzo Bignami, deputato bolognese di FdI, fa il punto sulla posizione del suo partito partendo proprio da qui. 

La maggioranza di Draghi che maggioranza sarebbe? La pensa come Giorgia Meloni, che l'ha definita "sgangherata" o "ammucchiata"?

"Non è in discussione l'autorevolezza del Presidente del Consiglio incaricato, Draghi. I nostri dubbi attengono alla tenuta di una maggioranza troppo eterogenea per affrontare emergenze ed esigenze che impongono una risposta chiara. Se già la maggioranza giallo rossa non riusciva a trovare accordi pressoché su nulla, con una maggioranza rosso rosa giallo azzurra verde non oso pensare cosa accadrà. Su temi come giustizia, quale sarà la sintesi tra i giustizialisti manettari alla Bonafede e il garantismo degli amici di FI; sull'immigrazione prevarrà la linea Boldrini o quella di Salvini? E cito solo due casi...".

Secondo lei quale sarebbe stata la strada giusto per uscire dalla crisi di governo? Elezioni come e quando in tempo di pandemia?

"Elezioni subito. Se si fosse preso atto della crisi già a dicembre, quando Renzi iniziava il suo logorio contro Conte, oggi avremo un Governo stabile, in carica, legittimato dal voto popolare che in democrazia, piaccia o no, è quel che conta. Invece ci è stato detto che per la pandemia non si può votare per i rischi contagi. Mi pare infondata come giustificazione: a novembre hanno votato 150 milioni di persone nella più grande democrazia occidentale, gli USA; a settembre si voterà in Germania; in mezzo ci sono Portogallo, Israele, Olanda e potrei anche qui continuare a lungo". 

Quale gruppo o leader politico l'ha colpita/stupita particolarmente in questo periodo tumultuoso per incoerenza o altro? 

"Ormai non faccio più classifiche. Certamente i grillini che chiamavano Dracula Draghi, dicevano mai più con Renzi, si battevano il petto per Conte e tuonavano contro il Partito di Bibbiano fanno una bella gara con lo stesso PD che giurava che non avrebbe mai governato col M5S, che pure diceva che dopo Conte c'era solo il voto e dopo neanche una settimana lo hanno già dimenticato".

Secondo lei quali sono i reali rischi per il nostro Paese se le cose andassero come non vorrebbe?

"Che non si diano risposte concrete che invece è ciò che serve. Il rischio di trovarsi in una situazione di stallo costante, in cui questa ampissima maggioranza non trova una sintesi su nulla, è evidente. E visto che la nostra non è una Repubblica Presidenziale, ma parlamentare, anche l'autorevolezza del Presidente del Consiglio Draghi temo non potrà supplire a questo rischio". 

Una domanda più local. Non se ne parla moltissimo ma a primavera si vota per le amministrative. Come la vede?

"Direi che non le vedo, purtroppo. D'altronde sarebbe a dir poco singolare e contraddittorio che ci dicano che non si può votare a livello nazionale per il Covid, ma che il Covid non esista per quei 10 milioni di italiani che dovrebbero rinnovare i propri sindaci. Troveranno qualche scusa per non consentire alla gente di esprimere il proprio voto, anche perchè diversamente ci dovrebbero spiegare ancor di più perché non è possibile votare per il Governo della Nazione". 

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