Hera, FI: 'Spending review da presa in giro, 135mila euro di risparmio su un bilancio da 5miliardi'
Insorge il centrodestra di Imola sulla politica di tagli nella multiutility: 'Non si toccano gli stipendi dei dirigenti che sfiorano i 500mila euro l’anno, non si toccano i loro premi di risultato, nonostante i risultati negli ultimi anni siano stati ridicoli in termini di servizi al cittadino'
Era il 30 aprile 2013 quando, all’interno dell’assemblea dei soci della multiutility Hera fu approvata una delibera di orientamento per chiedere alla società una riduzione della parte variabile dello stipendio di presidente, amministratore delegato e alta dirigenza. Presente anche il sindaco di Imola, Daniele Manca, presidente del patto di sindacato di Hera che, all’epoca, annunciò all’elettorato la sua politica di spending review. Quello che invece oggi apprendiamo, non corrisponde agli intenti iniziali e a noi sembra il solito specchietto per le allodole. Così lamenta il centrodestra imolese. secondo cui "una spending review vera va intrapresa con logica, partendo dall’alto, e non come vorrebbe propinarci il Pd partendo dal consiglio di amministrazione, riducendo da 19 a 14 il numero dei consiglieri e lo stipendio da 75mila a 60mila (cifra ancora ampiamente spropositata per sedersi qualche ora dentro un cda)".
La stessa riduzione dei consiglieri "è una presa per i fondelli gigantesca - affonda il capogruppo di FI Imola Simone Carapia - Forse nessuno si è accorto infatti che, dopo la fusione Hera-Acegas, i consiglieri di amministrazione passarono già da 13 a 16 e poi ancora a 19 (numero attuale). Adesso ci vogliono propinare che una riduzione da 19 a 14 (e quindi un consigliere in più rispetto al periodo ante-fusione) sia una spending review, quando già nel 2012 molte furono le richieste di portare il cda addirittura a 9 unità, visto che ci sono molte aziende anche più grandi di Hera che operano con un numero ridotto di consiglieri. Prima i 13 consiglieri di amministrazione, pagati 75mila euro l’uno, costavano 975mila euro (75 x 13), adesso i 14 consiglieri, pagati 60mila euro all’uno costeranno 840mila euro (60 x 14). Un risparmio di appena 135mila euro in un bilancio miliardario come quello di Hera e dove solo i due stipendi delle figure al vertice superano insieme il milione di euro".
In questo progetto di spending review - sottolinea ancora FI - "non si toccano gli stipendi dei dirigenti di Hera che sfiorano i 500mila euro l’anno, non si toccano i loro premi di risultato, nonostante i risultati negli ultimi anni siano stati ridicoli in termini di servizi al cittadino. Costi esorbitanti e monopolistici (si pensi al Teleriscaldamento), disagi, sanzioni dell’Antitrust, indagini in corso, per non parlare del taglio delle utenze alle famiglie disagiate e chi più ne ha più ne metta. Il vero nodo della questione qui è che il Partito democratico, da tempo immemore, ha perso la sua credibilità rispetto a qualunque azione di spending review, che si rivela la solita farsa, visto che queste società partecipate sono solo un poltronificio per amici compiacenti del sistema".