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Ilaria Giorgetti lascia il Nuovo Centro Destra: "A Bologna troppo conservatorismo"

La presidente del Quartiere Santo Stefano fonda il gruppo 'Progettiamo Bologna': "Chiamatela lista civica se volete. Nasce per fare e si vuole fondare sulle idee"

Il presidente del Quartiere Santo Stefano Ilaria Giorgetti ha lasciato l'Ndc, il Nuovo Centro Destra: lo ha annunciato in queste ore motivando la sua scelta in un'intervista (ecco come era cambiato lo scenario politico bolognese con la nascita del partito di Alfano). E' così che nasce Progettiamo Bologna "Un laboratorio politico legato al quartiere, che lavora per il bene comune. Una connotazione senza bandiera, nella quale contano le idee. Chiamatela lista civica, se volete".

Quali sono le ragioni di questa decisione?

Avevo aderito a Nuovo Centro Destra perchè era rappresentato da componenti politici che mi sono sempre piaciuti. Politici come Angelino Alfano. Il progetto politico di cambiamento presentato a Roma mi ha attratta e coinvolta, ma se questo atteggiamento a livello nazionale è reale, a Bologna no: qui si respira conservatorismo. Sul territorio io grandi progetti non li ho sentiti e invece bisogna fare. L'espressione del centrodestra è molto vasto, l'elettorato confuso andava orientato, ma non solo con i proclami. E' cambiato il modo di fare politica, aldilà dei giovanilismi. Penso si debba partire dai territori, e se a livello nazionale Ncd ha un suo perchè, qui sembra di no.

Che rapporti ci sono ora con il partito?

Ncd, Fratelli d'Italia, Forza Italia...i rapporti fra noi continuano, ci mancherebbe. Ci sono persone molto valide, ma bisogna cominciare a lavorare insieme. Noi siamo qua, ciò che vale a Roma non vale a Bologna come ho già sottolineato. C'è bisogno di un progetto concreto fatto con più mani, seguendo un lavoro di squadra dove ognuno ha un ruolo bel definito. Non posso stare in un partito che tendeva a includere poco e senza progettualità. Nel mio caso specifico la cosa più importante è ascoltare i cittadini, da loro si capisce davvero di cosa c'è bisogno, con loro si discute dei problemi reali studiando le possibili soluzioni. Io ho capito di cosa hanno bisogno i bolognesi rispetto alle scelte sbagliate dell'Amministrazione Merola.

E a proposito di Merola...resta acceso, dopo le dichiarazioni del sindaco durante la conferenza stampa sul 'piano casa' il dibattito su "Atlantide". A che punto siamo?

Anche nel caso di Atlantide il proclama non serve. E' bello chiacchierare, ma poi bisogna mettere in pratica quello che si predica, ci vogliono proposte. Con il sindaco Merola ci incontreremo la prossima settimana, proprio per discutere sulla questione del Cassero di Porta Santo Stefano: devo dire la verità, non so se credere o meno a quello che viene annunciato visto un giorno si dice una cosa e poi se ne dice un'altra: questo almeno è quello che è accaduto fino ad ora. La mia è una funzione a tempo e nel caso di Atlantide porto avanti porto due esposti: uno fatto dalla sottoscritta e l'altro è dei cittadini. Sono state raccolte 400 firme in 8 ore e non mi sembra poco. Evidentemente il disagio c'è. C'è poi stato un aspetto contraddittorio:  Merola fece un'ordinanza con il via entro un mese dall'emissione: l'ordinanza in questione diceva che gli occupanti causavano problemi di ordine pubblico. Quindi i problemi di ordine pubblico allora ci sono? Siamo in contrasto con quello che ha dichiarato alla conferenza. Cassata dall'Assessorato alla Cultura e quindi da Ronchi. arriva poi il messaggio che l'Atlantide è un valore aggiunto per la città. Schizofrenia?  So in ogni caso che il sindaco farà il possibile per sciogliere il nodo.

Come immagina di poter utilizzare il Cassero di Porta Santo Stefano? Cosa le piacerebbe che ospitasse lo spazio?

Una volta c'era il centro giovanile dei Giardini Margherita...e il Cassero lo avevamo immaginato così, ma è molto malmesso ed è per questo motivo che lo avevamo esso a bando: per come la vedo io non esiste un diritto acquisito a vita, è giusto che ci siano turnazioni a tempo limitato. Se lo dovessi immaginare in funzione del quartiere, visto che dopo il terremoto alcuni uffici del Baraccano, in particolare i servizi sociali, sono stati 'spostati' in alcuni spazi in via dei Lamponi (a convivere con la Municipale), beh, perchè non trasferirli al Cassero? E' solo un'idea che potrei proporre al comandante. In ogni caso lo spazio era stato assegnato a due associazioni meritevoli poi costrette a rinunciare. Una sceneggiata che dura tre anni...

Quartieri di serie A e di serie B...quando le lamentele sul degrado arrivano dai cittadini del Santo Stefano i residenti delle altre zone li prendono sotto gamba perchè un quartiere "bene"...

Sorrido sempre davanti commenti come questi. Con grande onestà intellettuale, dobbiamo chiarire che il Santo Stefano ha sempre avuto per connotazione storica di un certo tipo: abbiamo l'Archigiannasio, il Baraccano, complessi monumentali bellissimi, una prima collina con belle residenze e ville. Il dato oggettivo è che il quartiere è sempre stato di un livello medio-alto. Anche le attività economiche (Quadrilatero, zona Murri...) in passato non hanno mai avuto grossi problemi. Adesso però la situazione non è più così rosea: ci sono famiglie in difficoltà, flusso di stranieri, case del Comune anche da noi con problemi di convivenza fra etnie e degrado dilagante all'interno del centro storico. Anche noi abbiamo problemi di spaccio, graffiti e imbrattamenti, zone poco illuminate, due occupazioni nel giro di pochi metri (caserma di via Orfeo e Atlentide), abbiamo tantissimi anziani e ci tocca il problema della mobilità con i T-Days.

Quali le più grandi soddisfazioni da presidente di quartiere?

La più grande soddisfazione ce l'ho quando arrivano i residenti contenti e capisco che mi vogliono bene, che mi apprezzano. Mi sento una mamma. Sono davvero felice anche dei dipendenti del quartiere, danno tantissimo. Il quartiere in sè è già una grande soddisfazione. sta per partire. Sono particolarmente fiera poi di un progetto di prevenzione per la miopia dei bambini...siamo il primo quartiere di Italia. Quello su cui riusciamo poco sono quelle aree per cui non abbiamo deleghe: mobilità e attività produttive.

Progetti?

Molti. La festa di via Rialto per esempio, che mi piacerebbe diventasse la strada delle botteghe e del mercato dei fiori, magari la domenica mattina.

E il famoso parcheggio al Baraccano?

Noi lo abbiamo detto in tutte le salse, sosteniamo che manchino i parcheggi e che si debba fare. Se lo Staveco è intasato un motivo ci sarà, bene il mezzo pubblico, ma non tutti si convertono al bus per varie ragioni. Il "metropolitano" a Bologna è ancora solo un concetto. Bisogna progettare, bisogna vederla a lungo termine, abituare i cittadini ai cambiamenti in modo democratico.

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