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Immigrati, Salvini vs Morandi: 'Dia il buon esempio, paghi di tasca sua'

Il segretario federale del Carroccio e il consigliere regionale Alan Fabbri 'dissentono' con il cantante. Prendono invece le difese De Maria (PD), il leader di Sel Nichi Vendola e Alleva, portavoce dell'Altra Emilia-Romagna

Il messaggio di Gianni Morandi postato sulla sua pagina Facebook in cui, dopo le tragedie dei migranti che si susseguono nel Mediterraneo, ha ricordato i tanti italiani partiti per trovare un lavoro e un futuro migliore, continua a far discutere. Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini è intervenuto sui social, invitandolo a dare il buon esempio, ad accoglierli e a pagare "di tasca sua, visto che non gli mancano soldi e case".

LA LEGA. Dello stesso tenore, l'opinione del consigliere regionale del Carroccio Alan Fabbri che scrive al cantante una lettera aperta: "Ho sempre apprezzato, in tanti anni della Sua lunga carriera" ma "paragonare questa forma di immigrazione totalmente sregolata, rispetto a quella di tanti italiani che si recavano in paesi stranieri, in una fase di sviluppo industriale caratteristico dell’età moderna, mi pare anacronistico". Secondo Fabbri "gli Stati Uniti d’America (un Paese nato dall’immigrazione), meta principale della migrazione di tanti italiani, erano una nazione con particolari condizioni e sarebbe un errore storico fare un parallelo tra le due situazioni. Perché le condizioni, in un sistema ormai mondializzato, dove emergono nuove economie e dove la crisi impoverisce il tessuto economico dell’Italia, sono mutate profondamente". Non solo crisi e scarse risorse per il consigliere del Carroccio, ma anche "un problema di carattere culturale: gli italiani si recavano in Paesi laici o con fondamentali religiosi cristiani, come cristiano-cattoliche sono le radici anche della nostra stessa società. Ospitare centinaia di migliaia di extracomunitari di cultura islamica" con difficoltà di integrazione "vuol dire alimentare nuove tensioni. Tutti noi abbiamo radici cristiane e crediamo nel valore della solidarietà e della carità, ma questo non significa che uno Stato sovrano, che deve garantire gli interessi di tutta la collettività, debba dimenticare le proprie priorità". Anche per Fabbri Gianni Morandi, essendo facoltoso la vivrebbe "in maniera diversa da chi, quotidianamente, incontra cittadini il cui destino e futuro è visto come qualcosa di minaccioso, e non più come un’opportunità"

Sta invece con Morandi il deputato PD Andrea De Mariai: "E' facile cavalcare il razzismo e l'intolleranza in anni di crisi economica e sofferenza sociale. È piu' difficile dire parole di solidarietà e umanità, come ha fatto Gianni Morandi. I valori fondanti della democrazia italiana, quelli che abbiamo celebrato ieri a Marzabotto - ha scritto - sono quelli che ci ha ricordato Morandi, non quelli della propaganda di Salvini, che peraltro non risolve ma aggrava i problemi. Come ci insegna la storia- aggiunge De Maria- il coraggio di combattere le battaglie giuste e' l'unica scelta che nel tempo dimostrera' di essere all'altezza delle sfide che oggi l'Italia e l'Europa hanno di fronte".

"Gianni Morandi ha detto una cosa talmente ovvia e vera dal punto di vista storico sull'emigrazione di 60 milioni di italiani all'estero, che ogni persona normale non può che essere d'accordo con lui - ha detto il senatore Carlo Giovanardi di Area Popolare - purtroppo davanti a problemi giganteschi come quelli che nascono da una mondo dilaniato dalle guerre e dal fanatismo ideologico i politici normali cercano soluzioni possibili, gli altri gridano ed insultano per raccattare qualche voto in più'.

Prendere le difese del cantautore anche la lista Tsipras in Emilia-Romagna. "Riguardo la sollecitazione di Salvini a Gianni Morandi di ospitare i profughi a casa sua, la cosa da comprendere è che nelle tasse che ogni cittadino italiano paga sono già compresi gli oneri che derivano al nostro paese dagli obblighi internazionali", afferma in una nota il consigliere regionale dell'Altra Emilia-Romagna, Piergiovanni Alleva.

A Salvini risponde anche il numero uno di SEL e presidente della Puglia Nichi Vendola: "Gli insulti a Gianni Morandi sono il segno degli effetti della droga politica che viene inoculata nelle vene della società italiana dagli imprenditori della paura, dai razzisti e da coloro che non hanno nessun sentimento di umanita' di fronte alla piu' grave tragedia umanitaria del dopoguerra. Penso - Penso - afferma Vendola - che Gianni Morandi abbia semplicemente rievocato una realtà storica che nessuno può cancellare. Basta fare il giro del mondo per scoprire quanti italiani sono stati stranieri in altre patrie, quanti hanno mangiato il pane amaro dell'emigrazione, quanti hanno lavorato duramente per integrarsi in società talvolta ostili".

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