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"Spese pazze" in Regione, a rischio primarie Pd? Intanto nuovi possibili indagati all'orizzonte

Per i Giovani Dem "forse è il caso di fermare le primarie". Dopo il ritiro di Richetti sarebbe ben visto un passo indietro anche da parte di Bonaccini. Contrario Orfini: si vada avanti. Intanto la Procura prosegue con le indagini: tutto lascia pensare che siano coinvolti anche consiglieri di altri partiti

Sono stati strettissimi i tempi in cui le vicende giudiziarie si sono riversate sulle primarie del Pd emiliano-romagnolo, in vista delle elezioni regionali. Le istanze dei due candidati, Stefano Bonaccini e Matteo Richetti, infatti, per venire a conoscenza di eventuali procedimenti penali a loro carico, risalgono a inizio settimana: il primo ad andare in Procura a Bologna è il legale di Bonaccini, lunedì, ieri tocca a quello di Richetti. Entrambi hanno ricevuto immediatamente le carte che li riguardano. I due sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di peculato nell'ambito dell'inchiesta sulle "spese pazze" in Regione ai primi di agosto, dunque prima che entrambi scendessero in campo per le primarie.

Una questione del tutto casuale, comunque: la Procura starebbe iscrivendo gli indagati man mano che arrivano le informative della Guardia di finanza. Oltre ai nove capigruppo e agli otto consiglieri Pd per cui si sa già dell'iscrizione, tutto lascia pensare che ci siano anche consiglieri di altri partiti nel registro. Fino a stamattina, però, gli unici ad aver presentato istanza erano Bonaccini e Richetti. La tempistica, comunque, mette in evidenza un altro aspetto: il messaggio di Richetti di lunedì sera con cui annunciava il suo ritiro ai fedelissimi (poi spedito martedì a una platea piu' ampia) lascia pensare che la scelta del deputato di ritirarsi sia slegata dalla vicenda giudiziaria. A meno che non avesse avuto già qualche avvisaglia.

LA VOCE DELLA PROCURA. "La Procura ha lavorato anche in agosto". Così il portavoce della Procura di Bologna, Valter Giovannini, risponde a chi critica i tempi dell'inchiesta sulle "spese pazze" dell'Assemblea legislativa e che ha ''azzoppato'' le primarie Pd per la presidenza della Regione. Giovannini conclude:" Noi continueremo a lavorare con serietà e in silenzio".

RISCHIO FLOP URNE? Vista la situazione "forse è il caso di fermare le primarie", perché "non c'è l'opportunità politica di andare avanti". Neanche per Stefano Bonaccini: sarebbe ben visto, infatti, un passo indietro anche da parte del segretario regionale del Pd in Emilia-Romagna. Allo stesso modo in cui si è ritirato ieri il deputato Matteo Richetti. A dirlo è' Alberto Aitini, segretario dei Giovani democratici di Bologna e coordinatore della segreteria nazionale del movimento giovanile del Pd. "Io non chiedo a Bonaccini di ritirarsi- precisa Aitini, parlando alla ''Dire''- ma se fossi in lui valuterei un passo indietro

Dovrebbero invece andare avanti le primarie per il presidente del Pd Matteo Orfini, "assolutamente certo che Bonaccini e Richetti abbiano tenuto una condotta specchiata". Orfini esprime anche rispetto per "la rinuncia di Richetti, ma mi dispiace: se l'ha fatto per l'indagine, avrebbe potuto continuare, perché nessuno di noi ha dubbi ne' su di lui ne' su Bonaccini". Dopo la rassicurazione sul fatto che le primarie si faranno comunque, a Orfini viene chiesto se un segretario a tempo pieno avrebbe potuto gestire diversamente la questione Emilia. "Dobbiamo vivere piu' serenamente le primarie. Con segretari a tempo pieno abbiamo perso delle primarie e poi vinto delle elezioni, penso a Doria a Genova o Pisapia a Milano. E' chiaro che il Pd dell'Emilia ha nel suo dna il tema dell'unità piu' che altrove, ma non sarà una tragedia fare le primarie nemmeno lì". (agenzia  Dire)

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