Cathy La Torre su Roma: “Polizia incapace di gestire la piazza”
Mirco Pieralisi e Cathy La Torre, consiglieri per Amelia Frascaroli, si sono esposti oggi sulle vicende romane: "Inscenata una guerra da gruppi violenti". La Torre: "Ero lì. Black block indisturbati"
Cathy La Torre, durante il Consiglio Comunale di oggi, è intervenuta sulla manifestazione di sabato a Roma, avendola vissuta direttamente: “Uso il plurale perché questo discorso è stato pensato e scritto come una voce corale insieme alle compagne e compagni del collettivo romano Riprendiamoci la politica. Io ero con loro sabato e con loro voglio raccontare. Il mondo festeggiava in corteo la forza di un movimento di protesta contro la crisi, mentre Roma è stata sopraffatta dalla paura e dalla violenza”.
LA TESTIMONIANZA. “Eravamo in piazza insieme a studenti, lavoratori, precari, precarie e migranti, per sostenere che non siamo noi a dover pagare le scelte e i costi economici, sociali e politici di chi ha determinato la crisi – ha cominciato la La Torre - eravamo in piazza per dissentire pacificamente da un sistema di governo neoliberista che produce soprusi e ingiustizie in ogni parte del mondo. Eravamo in piazza perché anche noi radicalmente convinti delle ragioni del movimento, indignati, nauseati da questo governo, esausti per la precarizzazione delle nostre vite, e, proprio per questo, eravamo a volto scoperto, con le mani occupate da volantini, che spiegavano il nostro messaggio in alcuni di essi avevamo scritto: ‘Trasformiamo la nostra rabbia in politica’, ‘Se non possiamo ballare non è la nostra rivoluzione’”.
GRUPPI MILITARIZZATI. Racconta poi come il suo gruppo fosse pacifico nel manifestare le proprie ragioni che sono poi state rese invisibili da gruppi militarizzati e organizzati che si sono spinti ad attaccare direttamente il corteo, non solo le forze dell’ordine, le banche e altri simboli del capitale. “Non è un segreto, noi siamo contrari/e senza se e senza ma alle forme di lotta violente e militari, alla sciocca confusione tra guerriglia urbana e resistenza di massa. Veniamo da certe culture di sinistra, dal femminismo, dalla non violenza. Allo stesso modo, siamo contrari/e senza se e senza ma alla gestione della piazza messa in campo dalle forze dell’ordine.
LA RESPONSABILITA' DELLE FORZE DELL’ORDINE. Le forze di polizia, che dovrebbero garantire la libera espressione del dissenso, hanno attaccato una piazza, caricato e lanciato fumogeni ad altezza d’uomo, caricando anche pezzi del corteo pacifici e ignari. Non hanno isolato – prima, durante e mentre - i gruppi dal volto coperto che a Roma hanno agito indisturbati. Com’è stato possibile che persone visibilmente orientate ad esercitare violenza abbiano attraversato tutto il corteo indisturbati, ostacolati soltanto dalle grida di dissenso dei manifestanti pacifici?
L’INTERVENTO DI PIERALISI. Anche Mirco Pieralisi, Con Amelia per Bologna con Vendola, è intervenuto in Consiglio sulla manifestazione e le violenze romane: "Sabato 15 ottobre in centinaia di città di tutto il mondo donne e uomini di lingua e colore della pelle diverso hanno manifestato contro il capitalismo finanziario che strangola la speranza di futuro di gran parte dell'umanità.
ROMA DIVERSA DAL RESTO DEL MONDO. “A Roma è andato in scena un altro spettacolo, cupo, vecchio, soffocante – dice Pieralisi - una grandiosa manifestazione dai contenuti certamente radicali ma allegra e pacifica è stata violata da gruppi organizzati che hanno inscenato una guerra per bande provocando scontri violenti, devastazioni e, soprattutto, mandando a casa sconfitti coloro che volevano portare in piazza le loro ragioni e che sono stati piegati dalle ragioni della prepotenza e della prevaricazione operata da notabili della violenza vestiti di nero”.
LA RIVOLUZIONE NON E’ TEPPISMO DA STADIO. Il consigliere Pieralisi definisce queste delle grandi battaglie, sfide immense che anche tante ragazze e ragazzi italiani sapranno raccogliere riappropriandosi del loro diritto di espressione e delle piazze. “Fa perfino sorridere, alla luce dei grandi cambiamenti che ci aspettano che ci sia ancora chi confonde la radicalità dei contenuti con l'esibizione muscolare "machista" subalterna al potere, chi confonde la rivoluzione con il teppismo da stadio”.